Giuseppe de Lucia, Consigliere Nazionale*
Una delegazione della nostra associazione ha incontrato il Presidente della Commissione Affari Costituzionali per un confronto sulla proposta di legge sulla rappresentanza degli interessi: un dialogo aperto e costruttivo che segna l’avvio di un percorso di partecipazione al processo legislativo.
Nelle settimane scorse una delegazione di FERPI costituita dalla Segretaria generale Daniela Bianchi, il Consigliere nazionale Giuseppe de Lucia e il Direttore del FerpiLab Vincenzo Manfredi, ha avuto l’opportunità di incontrare l’On. Pagano – presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati – per un primo incontro conoscitivo. Un momento utile per condividere alcune riflessioni preliminari in merito alla proposta di legge sulla regolamentazione della rappresentanza degli interessi. L’incontro è stato particolarmente proficuo e ha segnato l’inizio di un dialogo diretto e costruttivo tra la nostra associazione e il presidente della Commissione, in vista dell’avvio dell’iter parlamentare di discussione della legge (al momento non ancora calendarizzato).
Contestualmente, abbiamo avuto modo di leggere il testo del disegno di legge che è stato presentato ufficialmente presso la Camera dei Deputati e assegnato alla commissione Affari Costituzionali, che si propone di istituire un quadro normativo chiaro e trasparente per regolare l’attività di rappresentanza degli interessi presso i decisori pubblici. Il testo definisce in modo puntuale due figure centrali: da un lato, i rappresentanti di interessi, ovvero coloro che svolgono attività volte a influenzare l’elaborazione delle politiche pubbliche, anche su mandato di soggetti terzi; dall’altro, i portatori di interessi, ossia coloro che affidano tali incarichi. Vengono inoltre individuati i decisori pubblici coinvolti, comprendendo non solo membri del Parlamento e del Governo, ma anche dirigenti e funzionari apicali delle amministrazioni regionali e locali, delle autorità indipendenti e degli enti pubblici.
La proposta prevede l’istituzione di un Registro pubblico presso il CNEL, nel quale dovranno iscriversi obbligatoriamente tutti coloro che esercitano attività di rappresentanza in modo professionale e continuativo. L’iscrizione al Registro sarà condizione necessaria per accedere alle sedi istituzionali, organizzare incontri con i decisori pubblici e trasmettere documentazione rilevante. Al Registro sarà associata un’agenda settimanale degli incontri, che ogni rappresentante dovrà aggiornare indicando soggetti incontrati, temi trattati, luogo e partecipanti.
Il CNEL sarà anche responsabile della gestione del Registro e della trasparenza dei dati, in collaborazione con un Comitato di sorveglianza appositamente istituito. Questo organismo, composto da nove membri, tra cui docenti universitari e avvocati sorteggiati da appositi elenchi, avrà il compito di monitorare l’osservanza delle disposizioni di legge, valutare eventuali istanze di rettifica presentate dai decisori pubblici e irrogare sanzioni in caso di violazioni. Entro quattro mesi dall’entrata in vigore della legge, il Comitato dovrà inoltre adottare un codice deontologico che i rappresentanti si impegneranno a rispettare al momento dell’iscrizione.
Il testo disciplina anche i diritti e i doveri degli iscritti al Registro. Ai rappresentanti di interessi sarà riconosciuta la facoltà di presentare proposte, richieste e documentazione ai decisori pubblici, oltre all’accesso alle sedi istituzionali e alla possibilità di acquisire atti e documenti. In parallelo, saranno soggetti a precisi obblighi, tra cui il divieto di elargire utilità economiche ai decisori pubblici e l’obbligo di trasmettere annualmente una relazione sintetica sull’attività svolta, con l’indicazione degli interlocutori e delle eventuali criticità riscontrate.
Il disegno di legge prevede, infine, misure di adeguamento amministrativo e normativo: l’ISTAT dovrà integrare entro 180 giorni la classificazione ATECO per riconoscere formalmente l’attività di rappresentanza di interessi, mentre le Regioni avranno sei mesi di tempo per adeguare i propri ordinamenti ai principi fissati dalla legge.
Nel complesso, la proposta rappresenta un passo importante verso una maggiore trasparenza nei rapporti tra portatori di interessi e istituzioni. L’introduzione di strumenti formali come il Registro, l’agenda degli incontri e il codice deontologico può contribuire a rafforzare la fiducia nei processi decisionali pubblici, garantendo tracciabilità, responsabilità e parità di accesso. Al tempo stesso, sarà fondamentale assicurare che la normativa non finisca per penalizzare i soggetti meno strutturati – come le associazioni civiche o i piccoli enti – che rappresentano istanze collettive spesso escluse dai tradizionali canali di interlocuzione.
Per questa ragione, come associazione ci impegneremo a seguire con attenzione l’evoluzione della proposta, attraverso il gruppo costituito da diversi soci che lavorano in questo settore.
Ne fanno parte Giuseppe de Lucia, Daniela Bianchi, Alex Dell’era, Fabio Boscacci, Massimiliano Colognesi, Davide Cuccurullo, Umberto Febbraro, Fulvia Filippini, Antonella La Torre, Vincenzo Manfredi, Alessandro Magnoni, Palo Mazzoni, Marco Trifuoggi. L’obiettivo è formulare osservazioni puntuali e suggerimenti migliorativi, in modo da contribuire a una regolamentazione equilibrata, inclusiva ed efficace.
*con Delega alla Regolamentazione della Lobbying