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Internet, spazio democratico per i “nativi digitali”

02/11/2009

I risultati di un’indagine Demos-Coop confermano come attraverso le nuove tecnologie sia sempre più inscindibile il nesso tra informazione e democrazia, tra il tenersi al corrente su questioni di pubblico interesse e diventare per questo parte attiva della società.

Mark Prensky li ha definiti nativi digitali, ad indicare l’attitudine istintiva delle giovani generazioni a relazionarsi con gli strumenti della moderna tecnologia, che ne penetra tutti gli aspetti della vita e detta ritmi e modalità anche delle relazioni interpersonali. Nessuno stupore quindi ormai se si parla di Web 2.0 e social network, la rete personalizzata che passa attraverso le reti di contatti personali, lo strumento principe delle nuove generazioni. Ma i giovani non usano Internet solo per tenersi in contatto e, in un certo senso, filtrare la realtà, la usano anche, e tanto, per tenersi informati.


Secondo un’indagine svolta da Demos-Coop, e pubblicata da Repubblica, sette giovani su dieci utilizzano quotidianamente Internet per informarsi, al pari della Tv e molto più dei giornali cartacei, usati solo nel 19 % dei casi. Rispetto al 2007 è aumentato l’uso della Tv satellitare e, del digitale terrestre (dal 19% al 41%: +22 punti percentuali, dovuto anche al passaggio di alcune regioni a questa tecnologia) e di Internet (+13 punti percentuali, dal 25% al 38%). Gli altri media – tv, radio, stampa quotidiana e settimanale – sembrano ormai aver raggiunto un livello di saturazione.


I giovani internauti, dunque, non utilizzano solo chat, social network, blog, e-mail, ma ascoltano anche la radio, guardano la tivù e leggono i giornali, tutto rigorosamente online. La rete è diventata quindi la chiave di accesso principale, quando non esclusiva, a diverse fonti informative. La fruizione interattiva del Web caratterizza quindi lo stile di informazione dei nativi digitali, che quindi a buon diritto possono essere definiti non solo internauti ma soprattutto infonauti. Si tratta principalmente di persone di genere maschile, con un grado elevato di scolarizzazione, di studenti, dirigenti e impiegati. Relativamente all’identità politica appare più pronunciata quella di centrosinistra.


Dall’indagine si rileva una significativa differenza generazionale nell’approccio agli strumenti di informazione. Gli utenti più anziani tendono ad essere fruitori “passivi”, si affidano alla rigidità dei palinsesti della tv tradizionale e delle pagine stampate dei quotidiani cartacei. Gli info-nauti invece valorizzano l’interattività e la flessibilità dei sistemi digitali di informazione. Sono fruitori “attivi”, che costruiscono in modo individualizzato l’approccio ai new media.


Un altro punto importante che emerge dall’indagine riguarda il nesso democrazia e comunicazione; i cittadini intervistati ritengono che indipendenza e libertà di informazione oggi appartengano in primo luogo alla rete internet (35%). Poi alla Tv (25%), quindi ai quotidiani (20%). Generalmente nella credibilità di un media si riflette la conoscenza e l’utilizzo dello stesso. Per questo il dato su Internet appare particolarmente significativo, perché è meno utilizzato della Tv (87% vs. 38%), ma nonostante ciò viene ritenuto più democratico. Detto in altri termini: si guarda la Tv ma non ci si fida troppo.


Come prevedibile dietro questa opinione è fondamentale il fattore età. Indicano la Tv come canale più libero e indipendente il 18% dei giovani (15-24 anni), dato che cresce progressivamente fino a raddoppiarsi negli over 64 (34%). Tendenza inversa, e più accentuata, per quanto riguarda internet: per il 59% dei giovani è lo strumento di informazione più democratico, idea condivisa solo dal 6% dei più anziani. Gli info-nauti, in modo compatto e ben più della media (57% vs. 35%), valorizzano il potenziale democratico di internet. Ma presentano anche orientamenti diversi su specifiche questioni politiche.
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