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Intervento di Gianluca Comin a "Sistema Territorio: rete di reti"

11/07/2007

Roma, 10 luglio 2007

Buongiorno a tutti.
Vorrei innanzitutto ringraziare il sottosegretario Gian Piero Scanu (Sottosegretario per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione) per aver invitato FERPI a partecipare ad un progetto così importante.
Ringrazio anche Giuliano Bianucci per l'impegno con cui ha lavorato all'iniziativa. E saluto Marco Stradiotto, Sottosegretario allo Sviluppo economico, presente in sala.
PREMESSA: IL SIGNIFICATO DEL PROTOCOLLO
La creazione di un network come "Sistema Territorio - Reti di Reti", finalizzato a migliorare l'azione pubblica sul territorio e a rinnovare l'autorevolezza e l'efficienza degli attori istituzionali locali rappresenta, a mio avviso, un'occasione unica di crescita per un sistema economico che sia in grado di competere a livello internazionale a partire dal suo grande patrimonio territoriale. Due "parole" rappresentano in particolare il senso e l'importanza dell'iniziativa.
Il Territorio, motore dell'economia e bagaglio di esperienza nei diversi settori.
La Rete, costituita da soggetti che partecipano allo sviluppo delle iniziative, ciascuno con la propria competenza ed esperienza.
Come FERPI, metteremo a servizio del progetto la nostra professionalità nelle relazioni pubbliche e la nostra presenza territoriale: ci impegneremo a coinvolgere gli interlocutori sul territorio per lavorare allo sviluppo e al confronto, non solo secondo la logica dell'informazione, ma anche e soprattutto, della riflessione critica, della condivisione e della relazione.
LE DIFFICOLTA' DEL SISTEMA ITALIA
Prima di partire, dobbiamo fare i conti con le principali difficoltà che ostacolano lo sviluppo del territorio.
Possiamo riassumerle in 3 punti fondamentali:
1.   gli aspetti regolamentari e autorizzativi dei diversi progetti di infrastrutture e servizi.
2.   la gestione complessiva della relazione con i cittadini e con i diversi stakeholders
3.   l'assenza di una vera rete fra cittadini, imprese e istituzioni.
Esaminiamone i dettagli.
1. LA REGOLAMENTAZIONE E LE AUTORIZZAZIONI PER I PROGETTI INFRASTRUTTURALI IN ITALIA
Uno dei principali punti critici nella realizzazione dei nuovi progetti è il lungo e complesso iter autorizzativo. Voglio farvi un esempio nel settore dell'energia.
Per la costruzione e l'esercizio della rete di distribuzione di energia, le aziende del settore sono chiamate a interloquire con un lunga serie di soggetti istituzionali. Ve ne cito alcuni:
-        le regioni, le province e i comuni-        le ARPA (Aziende Regionali Protezione Ambiente)-        le ARTA (Aziende Regionali Tutela Ambiente)-        le soprintendenze, archeologica e dei beni culturali-        l'Anas-        la società Autostrade-        le Ferrovie-        il Ministero delle Comunicazioni-        il Ministero della Difesa-        l'Enav (Ente Nazionale Assistenza al Volo) e l'Enac (Ente Nazionale Aviazione Civile) 
Poi, a seconda della località dell'impianto:
-        i parchi-        il Corpo Forestale dello Stato-        le Comunità Montane-        le Autorità di bacino-        i Consorzi di Bonifica-        le Capitanerie di Porto-        le Agenzie Regionali per la Navigazione Interna 
E altri ancora.
In sintesi: l'iter autorizzativo di qualsiasi progetto coinvolge tanti attori, ognuno compente per un aspetto specifico, ma in alcuni casi, anche con sovrapposizioni su temi comuni. È importante trovare una strada per agevolare il flusso di informazioni e di attività fra i diversi interlocutori. È proprio questo il ruolo che immagino per i relatori pubblici:
-        affinchè mettano la professionalità e gli strumenti della comunicazione e della relazione a disposizione della rete che sviluppa il progetto
-        affinchè colgano dall'esterno, in anticipo, eventuali criticità che possano ripercuotersi sugli sviluppi delle infrastrutture e dei servizi.
2. LA RELAZIONE CON I CITTADINI E GLI STAKEHOLDERS
Il secondo punto di attenzione è la relazione con i cittadini e gli stakeholder.
Viviamo un momento storico in cui l'incrocio delle informazioni, la capacità di analisi dei singoli ha rotto o rende quasi inutili gli schemi di analisi tradizionali.
Il sistema di formazione delle opinioni è quasi completamente spostato sul cittadino, che oggi ha gli strumenti per raccogliere le informazioni e rielaborarle, anche su tematiche specifiche per cui non sempre possiede le competenze.
I movimenti di opposizione ai progetti industriali e infrastrutturali nascono spesso "dal basso" e la velocità con cui si diffondono ha raggiunto livelli inimmaginabili fino a qualche anno fa.
Il caso TAV è particolarmente significativo per descrivere questo fenomeno. Una recente indagine Eurisko sugli Italiani e le Infrastrutture parte proprio dall'analisi del caso TAV e mette in luce l'esigenza dei cittadini di essere coinvolti nel processo di ammodernamento delle infrastrutture del Paese. Riassumo i dati più significativi:
-              il 74% degli italiani ritiene inadeguato il livello delle infrastrutture del Paese.
-              Il 77% dichiara di non essere informato a sufficienza.
-              Infatti, l'82% ritiene che una migliore comunicazione aiuterebbe ai fini del consenso.
-              In particolare, il 58% degli intervistati dichiara che opere quali la TAV, dovrebbero essere realizzate indipendentemente dal parere delle comunità locali, ma dopo aver tenuto conto delle istanze dei cittadini.
C'è quindi un lavoro importante per noi professionisti della comunicazione, per sostenere la relazione fra chi propone i progetti e chi vive il territorio in cui saranno realizzati. Si può lavorare:-              sull'analisi preliminare delle aspettative dei cittadini;-              sul potenziamento degli strumenti che esistono, per stimolare la relazione con i cittadini.-              Infine, sulla costruzione di nuovi mezzi, nuovi progetti, nuovi punti di vista che facciano sì che il confronto e la relazione diventino sempre più aspetti istituzionalizzati dell'iter necessario alla realizzazione di nuovi progetti. 
3. L'ASSENZA DI UNA RETE: L'ESEMPIO FRANCESE "DIBATTITO PUBBLICO"
L'ultimo punto critico è l'assenza di una rete fra i diversi protagonisti del dibattito sullo sviluppo territoriale.
I dati dell'indagine Eurisko ci fanno capire quanto sia sentita la necessità di una rete fra cittadini, imprese e soggetti istituzionali.
In Francia, ad esempio, RFF, l'azienda ferroviaria francese, utilizza uno strumento che si chiama "Dibattito pubblico". I progetti per la costruzione di nuove linee vengono presentati, discussi in pubblico e condivisi con i cittadini, secondo un iter particolare:-        vengono effettuati studi preliminari di fattibilità dai promotori del progetto;-        prima di procedere alla stesura del progetto esecutivo, il committente o altri soggetti titolati, previsti in una legge ad hoc, chiedono di aprire un dibattito pubblico sul progetto di sviluppo.-        Una autorità nazionale indipendente (la Commissione Nazionale del Dibattito Pubblico) decide di organizzare o meno il dibattito.-        Se l'autorità decide di procedere, viene creata una commissione particolare che organizza e anima il dibattito con queste caratteristiche:o       durata: 4 mesi di dibattito aperto, più i tempi per la preparazione dei dossier e le azioni successive al confronto (tot, circa 2 anni).o       attori coinvolti: committente, eletti nei territori, Stato, attori economici, associazioni, stampa, cittadini e chiunque sia interessato a partecipare.o       strumenti: dossier sull'investimento, giornale del dibattito, documenti dei vari attori, sito internet dedicato al progetto per raccogliere tutti i materiali, riunioni pubbliche, sessioni di domande e risposte, pareri e contro pareri di esperti, esposizioni itineranti.o       risultati: a conclusione del dibattito, la commissione particolare presenta un resoconto del dibattito e l'autorità nazionale redige un bilancioo       decisioni finali: a valle dei risultati emersi, il committente del progetto di investimento decide principi e condizioni per la continuazione dei lavori. Le decisioni scaturiscono dalle richieste di chi ha partecipato al dibattito, e sono la mediazione dei vari interessi portati in campo.o       I vantaggi: l'iter apporta una serie di vantaggi allo sviluppo dei progetti di infrastrutture e servizi:§        il dibattito sull'opportunità di un progetto e sulla definizione dei suoi dettagli e il confronto fra gli attori  vengono istituzionalizzati.§        Le criticità e i possibili punti "di frizione" con gli stakeholders emergono prima che il progetto diventi esecutivo: i responsabili delle attività riescono a capire le preoccupazioni dei cittadini e possono fornire risposte e chiarimenti.§        Le aspettative e le richieste sono raccolte in anticipo, ed è possibile apportare le correzioni per agevolare l'esecuzione dei lavori prima che questi prendano avvio. §        La partecipazione al dibattito pubblico da parte dei soggetti interessati rappresenta una convalida, un'autorizzazione a procedere senza ulteriori interruzioni durante l'esecuzione dei lavori.§        È un sistema che agevola l'accettazione del progetto perché condiviso e rettificato in maniera concordata con gli stakeholders. 
Vi ho segnalato questo esempio per condividere con voi l'esperienza di un Paese certamente diverso dal nostro, ma che riesce a portare avanti progetti complessi, condivisi con i cittadini. A testimonianza di questo, ci sono numerosi casi di successo nei progetti per i quali è stato applicato.
CONCLUSIONI
È quindi possibile costruire un terreno di scambio, condividere gli obiettivi di sviluppo del territorio con un lavoro costruito in rete. Proprio come il progetto che stiamo lanciando.
Confermo fin da ora l'impegno di FERPI nella creazione di un dibattito e di un confronto costruttivo attraverso gli strumenti della comunicazione.
Per essere fattivi e dimostrare il nostro intento concreto, credo che dobbiamo partire con progetti pilota, per portare avanti i meccanismi di Reti di Reti in maniera tangibile. E i casi che ci stanno per essere illustrati dai colleghi del territorio vanno proprio in questa direzione.Gianluca CominPresidente FERPI
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