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Istella

21/03/2013

Un po’ Google, un po’ Pinterest e un po’ Wikipedia: è istella, il nuovo, italianissimo, motore di ricerca di Tiscali, che punta tutto sulla qualità dei contenuti. E spera di rilanciare l'industria tecnologica in Italia.

Si scrive istella e si pronuncia istella, non con la /i/ all’americana come iPhone o iPad. E questo proprio per sottolineare l’identità italiana. E’ il nome del nuovo motore di ricerca di Tiscali, l’azienda sarda che si mette in gioco “creando un’alternativa a Google”.
“Non vogliamo contrastare Google, oggi muoviamo i primi passi con un servizio alternativo e complementare”, spiega Renato Soru, patron dell’azienda, sottolineando che l’algoritmo alla base di questo motore di ricerca “è la qualità e il sapere condiviso” e non la popolarità. Istella vuole scandagliare “il web nascosto”, aggiunge Soru, “fatto di archivi e contenuti di inestimabile valore” ma anche “il sapere comune” per conoscere e condividere la cultura italiana. Dovendosi diversificare da quello di Mountain View ma anche da altri motori di ricerca, istella punta dunque su contenuti diversi. “Verrà dato spazio a quanti più archivi possibili”, come quelli – solo per citarne alcuni – dell’Istituto Treccani e del Ministero dei Beni Culturali ma anche di Blom, l’azienda leader in Italia nel settore del telerilevamento. Ma darà pure la possibilità agli utenti di contribuire e condividere “i propri archivi personali” perchè “ogni vita è un’enciclopedia”, sottolinea Soru citando Italo Calvino.
Con la funzione Condividi si potranno quindi mettere in comune immagini, video e audio che saranno poi indicizzati da istella per essere ricercati in Rete. Chi vuole può diventare “follower” di altri utenti, ogni utente avrà una propria bacheca digitale che sembra ispirata al social network per foto Pinterest (settore su cui Tiscali si è già lanciata con Indoona). Soru spiega che “non c’è un controllo preventivo sui contenuti degli utenti” ma verrà data la “massima attenzione alle segnalazioni sulle violazioni di copyright o di altre norme”, un po’ come fa ora YouTube. Inoltre, il patron di Tiscali, assicura che non verrà fatta profilazione dei dati degli utenti, uno dei motivi per cui molti big della tecnologia sono sotto la lente delle autorità per la privacy (“non ti tracciamo e non ti cataloghiamo”).
A sottolineare l’identità italiana, nell’homepage di istella campeggia la Torre di Pisa. Un omaggio anche ai partner tecnologici che sono, tra gli altri, l’Università di Pisa e il Consiglio Nazionale delle Ricerche. E, altra peculiartità, istella mette a disposizione della scienza i suoi archivi, dando vita così ad una sorta di Open Data per il settore. Ovviamente istella, che si spera faccia dimenticare l’altra esperienza italiana di Volunia, ha un modello di business. “Venderemo la pubblicità e le parole chiave, ma potremo anche stringere accordi con le pubbliche amministrazioni e con gli editori”, spiega Soru ricordando che questo è “un segmento che fatturerà due miliardi e mezzo l’anno e il progetto ci è costato 15 anni di investimenti. È quello a cui voglio più bene”.
“L’auspicio è di rilanciare l’industria tecnologica in Italia e creare lavoro. Nei momenti di difficoltà abbiamo il dovere di sollevare la testa, guardare cosa sappiamo fare e tornarlo a fare con coraggio. Non bisogna smettere di provare a fare iniziative nostre”, conclude Soru.
Fonte: ANSA
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