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La comunicazione è donna

21/09/2011

Il sesso vende. Non è uno slogan vagamente ambiguo ma un approccio che risulta essere presente anche nel mondo delle Rp. La presenza delle donne nel settore è schiacciante rispetto a quella degli uomini e questo talvolta comporta l’accentuazione di alcuni tratti "femminili", con alcuni pro ed alcuni contro.

di Heather Yaxley
Le donne hanno successo nelle relazioni pubbliche – dati inglesi mostrano una presenza di 64 donne contro 36 uomini in un settore che vale 7,5 miliardi di sterline. In particolare, le giovani donne sono attratte da questa professione – che domina i corsi di laurea specialistica (4 contro 1 secondo la mia esperienza) e che riflette il più grande gruppo demografico attualmente in esercizio.
Il segreto del loro successo è spesso individuato nelle loro forti attitudini alla comunicazione e alla capacità di costruire relazioni – tuttavia Romy Frölich identifica questa come una "trappola della cordialità» che stereotipa le donne ed impatta sulla loro carriera.
Le donne sono consapevoli di questo pericolo – la ricerca della Frölich in Germania ha individuato molte donne che prendono le distanze dall’immagine di “PR coniglietta” o “PR sgualdrina”. Tuttavia, la neolaureata Amanda Wadlow sostiene le donne nelle Rp continuino ad adottare una personalità che corrisponda all’immagine.
Liz Yeomans ha indagato l’identità di genere nelle Rp, analizzando l’esperienza di coloro che lavorano nelle agenzie per quanto concerneva la gestione dei rapporti professionali. Ha scoperto che le relazioni pubbliche possono comprendere un “lavoro emozionale” in cui vengono sfruttati alcuni tratti femminili nella gestione dei rapporti con colleghi, clienti e media. In particolare, una cultura che si concentra sul “rendere il cliente felice” e sui rapporti amichevoli con i giornalisti che necessitano di particolari emozioni, o “performance prescrittive”.
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