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La distribuzione italiana vive di relazioni

23/03/2015

Vittorio Sica

Se è vero che la GDO basa il proprio valore economico e sociale sulla componente relazionale, in contesto “anomalo” rispetto a quello di altre realtà internazionali quale quello italiano, oggi, la crescita reale e possibile non potrà fare a meno di tre fondamentali ingredienti: mestiere, territorio e relazione.



Su e giù lungo tutto il Bel Paese.




Al netto, prima, e al lordo di Expo2015, se la GDO – Grande Distribuzione Organizzata – fosse un oggetto di design, da qualunque lato la si guardi, tra i suoi svariati rivoli e sentieri, si capirebbe ad occhio nudo che basa il proprio valore economico e sociale sulla Componente Relazionale.

Componente Relazionale che non è solo chiacchiera – e distintivo, insegna – ma che è la base effettiva di veri e propri formali contratti commerciali, nonché lo strumento di applicazione di questi stessi contratti, che permettono il corretto funzionamento di tutta la Distribuzione made in Italy.

Soprattutto in un Territorio frammentato, stretto e lungo come lo è l’Italia; soprattutto in una Cultura in cui la Negoziazione è elemento principe di ogni Negotium; soprattutto in un Tessuto Commerciale dove c’è sempre bisogno di una corretta interpretazione di Regole, Principi e Sconti che devono valere per Tutti.

Sicché, oltre a notare la buona abitudine che ogni italiano ha di recarsi dal proprio bottegaio sotto casa a comprare quel particolare formaggio o un etto di quel particolare prosciutto, a dimostrazione di quello che ad una prima lettura può sembrare una banalità arrivano numeri certi.

Recentemente Nielsen ha dimostrato come, allentata la débacle degli Ipermercati – piattaforme commerciali di massificazione e spersonalizzazione importate in Italia secondo un copia/incolla sbagliato – ad inizio marzo i negozi di alimentari di medie dimensioni – supermercati e simili – hanno migliorato mediamente le proprie performance di un +0,78%; tenendo conto di un trend dove il segno meno è una costante.

Con particolare nota per il Sud (+ 0,82%), porzione di Italia in cui la Distribuzione è ancora più frammentata ed ancora più “creativa”, per il Nord-ovest (+ 1,30), con dentro la Lombardia, e per il Nord-Est (+ 0,84%).

So, where’s the beef? – insomma, di cosa stiamo parlando? Nulla di nuovo sotto il sole se non l’ennesima dimostrazione.

Per conformazione e struttura, l’Italia ha una solida tradizione commerciale a proprio uso e consumo, la quale passa dagli scaffali dei negozi ma soprattutto dalle parole di chi vende, ed è da questa consolidata pratica di mestiere che si deve partire per migliorare, innovare con l’obiettivo di soddisfare i bisogni e la lista della spesa dei clienti. Giorno dopo giorno.

In pillole, in riferimento al Comparto Distributivo, oggi, la crescita reale e possibile non potrà fare a meno di questi tre fondamentali ingredienti: Mestiere, Territorio e Relazione.

Fermi questi punti cardine, i Dettagli migliori che si possono imparare da chi distribuisce in altri Paesi, esistono validi esempi in Inghilterra ad esempio, sono validi elementi aggiuntivi per tornate a crescere.

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