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La relazione, il bene più importante

17/10/2017

La vicinanza del diverso può generare conflitti ma è anche la strada per uscirne, a patto che si scelga di vivere quella differenza come un’occasione per mettere alla prova le proprie certezze e non per difenderle. Questa è la disputa felice, di cui abbiamo parlato con Bruno Mastroianni, autore dell'omonimo libro "La disputa felice. Dissentire senza litigare sui social network, sui media e in pubblico" e Presidente del Comitato Scientifico di Inspiring PR.

Più vicini grazie alla tecnologia ma mai così lontani. Il conflitto è connaturato alla natura umana. Perché oggi sembra sempre più difficile gestire una differenza di visione che non risulti distruttiva ma costruttiva? È questa la disputa felice?
Avere a che fare con le differenza, con l’altro che non è d’accordo, è sempre una fatica. Il nostro istinto primitivo, come esseri umani, è quello di cercare conferme delle nostre convinzioni e circondarci di persone con idee simili alle nostre. Il web e i social ci hanno invece inserito, senza alcuna preparazione, in uno scenario in cui l’altro è costantemente a portata di mano, raggiungibile, senza barriere. Ciò ha creato, come effetto primario, l’acuirsi dei litigi e dei conflitti. Ma non è un destino: la vicinanza del diverso è anche la strada per uscire da un mondo di conflitti, a patto che si scelga di vivere quella differenza come un’occasione per mettere alla prova le proprie certezze e non per difenderle. Questa è la disputa felice.

Cosa spaventa secondo te nella diversità? Perché risulta così complicato, specie sui social, arricchirsi nell’eterogeneità?
L’interlocutore o il contenuto che mette in dubbio le mie concezioni mi costringe a riformularle, a rivederle, a trovare vie migliori per giustificarle e sostenerle. Da questo punto di vista la “messa alla prova” di fronte all’ostilità dell’altro è un percorso che migliora e affina le proprie idee e opinioni. Il punto è che richiede fatica, capacità critica, sforzo di argomentazione, tutte cose che tendiamo a risparmiarci. Nella comunicazione siamo spesso abituati a scorciatoie. Per dialogare veramente invece bisogna fare tutto il percorso.

Quali sono le competenze che deve possedere un comunicatore per saper gestire la “vicinanza” che l’avvento del digitale ci ha imposto?
Ne indicherei tre. La prima è la padronanza di se stessi: essere consapevoli delle proprie competenze e dei propri limiti, saper stare in essi quando si interviene in una discussione, senza fingere di saperne di più o atteggiarsi laddove non si è veramente competenti. La seconda è la capacità di “riconoscere positivamente” l’altro, anche quando le sue argomentazioni sono difettose: occorre saperle prendere sul serio per rispondere nel merito e mai disprezzarle per la loro manchevolezza. La terza è lo sforzo di esporsi: mai salire sui pulpiti del “io sono un esperto”, oppure difendersi dietro argomenti autoritari (“lo dice la costituzione”), stare sempre sul campo e argomentare con ragionamenti comprensibili e accettabili per l’altro.

C’è un consiglio che vorresti dare a tutti per imparare come affrontare una disputa in modo felice?
Pensare sempre all’effetto che le nostre parole e i nostri ragionamenti hanno nella relazione con l’altro. Comunicare non è scambiare informazioni ma entrare in relazione. Si può dissentire senza rompere il legame con l’altro, a patto di scegliere bene le parole, gli argomenti, di evitare giudizi sulla persona e rimanendo sempre sul merito della questione senza avere paura di spiegarsi. Questo sforzo di farsi capire magari non convincerà l’altro a cambiare posizione, ma di certo costruirà la relazione, che è il bene più importante.





Bruno Mastroianni


Filosofo, giornalista, autore e social media manager de La Grande Storia, RaiTre e della Multipiattaforma di RaiUno per cui gestisce i social di alcune trasmissioni. Consulente di comunicazione per i social media di diversi progetti culturali e sociali. Tutor di Comunicazione politica e globalizzazione presso la facoltà di Scienze della Comunicazione della Università Telematica Internazionale Uninettuno. Scrive su questioni di antropologia della comunicazione digitale (www.brunomastro.it). Recentemente ha pubblicato "La disputa felice. Dissentire senza litigare sui social network, sui media e in pubblico" (Franco Cesati Ed. 2017).
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