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La riforma delle professioni, un’opportunità per il mondo delle Rp

18/09/2012

Sono circa 2 milioni i professionisti italiani iscritti a ordini e collegi. Un numero consistente di persone a cui si rivolge il sondaggio del working group Ferpi, _Comunicare le Professioni,_ con l’obiettivo di comprendere il grado di conoscenza e il livello d’interesse su alcuni punti della riforma che possono impattare sulla comunicazione.

di Ada Sinigalia
La riforma delle professioni riguarda un numero consistente di persone in Italia. Si stima che siano circa 2 milioni i professionisti italiani iscritti a ordini e collegi. A questo “mondo” si rivolge il sondaggio attivato dal gruppo Comunicare le Professioni Intellettuali, online da un paio di settimane. L’indagine, in sintesi, ha l’obiettivo di capire il grado di conoscenza da parte dei liberi professionisti iscritti a ordini e collegi e il livello d’interesse su alcuni punti della riforma che possono impattare sulla comunicazione.
Il primo gruppo di domande riguarda la formazione continua e obbligatoria. Alcuni ordini professionali prevedevano già prima della riforma un’obbligatorietà di aggiornamento ma per altri ordini tale indicazione è nuova. La formazione, disciplinata dall’art.7 del regolamento ha l’obiettivo di «garantire la qualità e l’efficienza della prestazione professionale, nel migliore interesse dell’utente e della collettività».
La novità riguarda anche l’accreditamento di chi svolge attività di formazione poiché vengono esautorati gli ordini territoriali e l’autorizzazione compete ai consigli nazionali.
Il lavoro importante che competerà ai vari ordini e collegi sarà, quindi, quello di prevedere e progettare una formazione adatta all’eterogeneità dei loro iscritti. L’età, la preparazione e l’esperienza professionale sono elementi fondamentali da tenere in considerazione per realizzare un programma di formazione interessante e utile agli iscritti degli ordini. Inoltre, come sostengono i professionisti sentiti a tal proposito «Dovrà essere una formazione soprattutto pratica e poco teorica ».
Il sondaggio proposto mira dunque a conoscere il parere dei diretti interessati alla formazione continua e obbligatoria. Essere vincolati ad aggiornarsi pena un provvedimento disciplinare è un bene o un male? E ancora su quali argomenti è interessante approfondire la propria conoscenza?
Le opinioni emerse potranno essere utili anche ai comunicatori e Relatori pubblici per conoscere quali sono i soggetti da approfondire, quali consulenze e percorsi di aggiornamento offrire.
Obiettivo del sondaggio e anche far emergere la figura dell’esperto in comunicazione e Relazioni pubbliche. Non sono poi così numerosi in Italia gli studi professionali che hanno all’interno una figura specifica. In genere sono gli studi di grandi dimensioni o internazionali. Per la maggior parte delle strutture medio-piccole è quindi opportuno affidarsi a figure esterne ma competenti. Se un professionista decide di investire in una forma di comunicazione è importante che si rivolga a un tecnico del settore preparato per ottenere un’azione efficace con un ritorno sull’investimento.
Il sondaggio del gruppo Comunicare le Professioni Intellettuali deve, perciò, essere considerato da più punti di vista: una raccolta di informazioni sul mondo dei liberi professionisti, un modo per informare gli stessi sulle novità della riforma con specifica attinenza alla comunicazione, un’opportunità per far conoscere l’ambito dei professionisti e della Ferpi.
E’ evidente, allora, che si aprono nuove prospettive sia per i liberi professionisti sia per i relatori pubblici e il primo passo per recuperare informazioni utili è l’esito del sondaggio
che invitiamo a divulgare presso la propria rete di relazioni.
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