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La scommessa del Nordest passa attraverso le relazioni

21/10/2010

Il Nordest, motore economico del nostro Paese, si sta candidando a diventare Capitale europea della cultura per il 2019. Una realtà fertile che ha bisogno di dialogo e riflessione, di costruire un capitale relazionale. Tutti elementi che non posso prescindere dalle Rp.

di Enrico Pinton
Arte e motori, vino e relazioni, attivazioni di processi per far crescere il territorio, relazioni orizzontali e picchi di verticalità, un Nordest capitale della cultura che deve iniziare a raccontarsi per quello che è veramente, le relazioni pubbliche come grande risorsa a disposizione del sistema per costruire ponti e dare sistematicità ad un patrimonio umano, culturale, economico già ricco.
Tutto questo e molto di più è stato affrontato il 20 ottobre al Centro Porsche Padova nel corso di un evento organizzato da FERPI Triveneto e magistralmente orchestrato dalla delegata territoriale Mariapaola La Caria per festeggiare il 40° anniversario della nostra associazione.
Con l’aiuto di Loris Casadei – Direttore Generale Porsche Italia , Gianluca Bisol – Direttore Generale dell’omonima azienda vitivinicola, Cristiano Seganfreddo – Direttore di Fuoribiennale Venezia , Giovanni Costa – Professore della Facoltà di Economia dell’Università di Padova , Filiberto Zovico – Editore della rivista Nordest Europa e promotore della candidatura del Nordest a capitale della cultura 2019 –e Giampietro Vecchiato – Vicepresindente FERPI, si è fatto un ulteriore passo avanti verso un nuovo e promettente futuro per il Nordest, un futuro in cui le relazioni pubbliche giocheranno un ruolo di primo piano.
Il panorama dipinto dai protagonisti della serata è stimolante: un territorio alla ricerca di significato, per troppo tempo impegnato a raccontarsi come terra dei capannoni e degli imprenditori bestemmiatori.
Un territorio fatto di imprenditori culturalizzati – per usare un’efficace espressione di Seganfreddo – che non rappresentano perle rare ma la norma, una categoria cui appartengono anche Casadei e Bisol impegnati nei rispettivi campi a tessere relazioni “orizzontali”.
Dalle relazioni virtuose tra Porsche e mondo della cultura contemporanea a Bisol capace di aggregare legami e reti tra attori istituzionali e comunità locale attorno alla riscoperta di un vitigno autoctono veneziano.
Un fascio di storie in grado di raccontare un Veneto ed un Nordest alla ricerca di una “quantità” di vita culturale – per usare ancora le parole di Seganfreddo – che va oltre una qualità ed un tenore di vita già più che soddisfacente. La ricerca di un salto di qualità attraverso l’attivazione di processi continuativi i soli in grado di connettere mondo culturale ed imprenditoriale in una visione di reciproca necessità che va sicuramente oltre la tradizionale forma delle sponsorizzazioni.
Un fascio di relazioni orizzontali, come ha ben ricordato Costa, che sono ancora alla ricerca di un significato, di attori in grado di connettersi per imparare a narrarsi in maniera diversa andando oltre i campanilismi che ancora troppo spesso caratterizzano un tessuto imprenditoriale e culturale polverizzato. Una ricerca di senso che, nell’opinione di Costa, non può prescindere da dei centri, dei poli aggregatori che devono essere in grado di intrecciare questa trama ancora scomposta.
Filiberto Zovico e la candidatura del Nordest a Capitale della cultura per il 2019 rappresentano una scommessa, un tentativo di dare senso a queste potenzialità ancora inespresse. Uno sforzo che è partito dal basso, che non registra e non cerca un centro propulsore centralizzato. Una sfida nuova, in questo senso, sulle cui probabilità di vittoria la Delegazione FERPI Triveneto ha deciso di scommettere fin da subito nella convinzione, condivisa con l’Editore di Nordest Europa, che sicuramente il percorso è più importante del raggiungimento della meta. Un percorso che sta aumentando le fila degli attori (pubblici, privati, profit e non profit, culturali e associativi) coinvolti, che rende sempre più “costosa” la decisione di stare fuori dalla rete e che sta mutando un modo di concepire la reciproca interdipendenza (resa sempre più necessaria dalla scarsità delle risorse).
In questo quadro il tratto dominante sembra essere chiaramente uno: la relazione. Una relazione che spesso nasce per iniziative isolate, talvolta casuali, che le relazioni pubbliche possono e devono sistematizzare attraverso le skill maturate dai suoi professionisti. “Il nostro compito è quello di costruire ponti e siamo molto più abituati a parlare “a” piuttosto che a parlare con” ricorda Giampietro Vecchiato. Un ruolo sempre più riconosciuto anche nel Nordest degli impreditori-uomini-prodotto alla ricerca di un nuovo modello che vada oltre i capannoni di 2000mq. I professionisti FERPI si candidano a diventare i registi di un’infrastruttura che va oltre le strade, i ponti, la TAV di un territorio assetato di senso in cammino verso il 2019 che, da città confusa, verso il modello di metropoli diffusa.
Clicca qui per scaricare il testo dell’intervento del vicepresidente Vecchiato.
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