La tela di Penelope
22/12/2004
Proviamo a fare uno sforzo di 'comunicazione creativa', immaginando un rapporto sulla strategic communication tutto italiano. Rivelerebbe un pericoloso tiro alla fune, molto simile a una tela di Penelope; per quanto gli attori si sforzino di tirare, il risultato è sempre lo stesso: lo sgretolamento del senso dello Stato.
Da quando Tremonti ha lasciato a Siniscalco il compito di raccogliere i cocci della finanza pubblica, proviamo ora noi a fare uno sforzo di comunicazione creativa':
a) mettiamo il caso che a Palazzo Chigi qualche lettore del nostro sito abbia letto lo straordinario rapporto sulla comunicazione strategica dell'amministrazione americana dopo l'11 Settembre pubblicato la scorsa settimana, commissionato dal Ministro della Difesa Rumsfeld ad una composita task force formata da esponenti di tutti i rami del governo e da accademici politicamente fidati' ma esperti di comunicazione;
b) immaginiamo che, ricordando i tempi in cui era direttore del Tempo e, subito a ruota, direttore dei rapporti istituzionali Fininvest, a Gianni Letta sia venuto in mente di chiedere ad amici esperti un crudo ed analogo rapporto e che in quel raptus bipartisan che talvolta lo contraddistingue, il rapporto sia ora in duplice copia fra le carte riservate del Premier e del Presidente della Repubblica, le due principali fonti di comunicazione strategica del Paese.
Immaginiamo ora di entrare furtivi negli uffici di uno dei due e di leggere l'executive summary, prima di abbandonare precipitosamente la stanza ai primi rumori sospetti
1. analisi
con forte accelerazione indotta dalla campagna elettorale, è in atto un tiro alla fune' che raffigura una tela di Penelope.
Ai due estremi:
a) un Premier con un braccio sinistro che contiene con fatica la devastazione e il disturbo di una coalizione riottosa, contraddittoria e controproducente, mentre con il destro - e lo stesso accanimento riposto nella sistemazione dei conti, propri e dei friends and family - rimonta i sondaggi negativi, incrociando le dita affinché l'effetto positivo del colpo di reni' sul fisco non diventi boomerang a medio quando sarà evidente anche ai non vedenti (ma - confida lui - non agli smemorati), che le tasse sono aumentate anziché diminuite, e si sconteranno i perversi e duraturi effetti culturali di quei no tax day' che neppure il più fantasioso degli anarchici avrebbe potuto inventare per distruggere lo Stato;
b) un Presidente della Repubblica, di recente affiancato dal Presidente di Confindustria, che cede più terreno di quanto guadagna, perché anch'egli disturbato da alleati che lo sgambettano in continuazione: sia quei brocchi centauri del centro sinistra in perenne astinenza di visibilità sottratta dall'inverosimile arieccolo' reduce dai disastri europei, sia quei -si fa per dire- poteri forti' che a tutto anelano fuorché l'interesse pubblico.
Una partita insensata
. dai danni immensi, con le due squadre che investono consapevolmente ingenti risorse in una comunicazione che oltre a incrementare il deficit, sgretola quel pochissimo senso dello Stato rimasto dopo tre anni di deriva populista'.
2. raccomandazioni
- sospendere con effetto immediato e per un mese ogni attività di comunicazione pubblica delle due squadre;
- obbligare i direttori delle dieci testate giornalistiche più importanti del Paese (cinque radio televisive e cinque della carta stampata) a dirigere -sempre per lo stesso periodo- un'altra testata tirata a sorte fra le stesse dieci, senza facoltà di usare i propri collaboratori;
- dar vita a una convenzione bipartisan di tecnici della comunicazione al 50% non italiani che in quel periodo formuli un nuovo patto e nuove regole condivise di comunicazione strategica.
Fra le tante follie di questi anni, perché non anche questa?
Un felice anno nuovo!(tmf)