Alex Moscetta
Si è tenuta a Berlino la tre giorni di dialogo e di preghiera per la pace delle religioni mondiali insieme a rappresentanti del mondo della politica e della cultura. Il resoconto di Alex Moscetta.
Sono passati 37 anni dal primo incontro di Assisi - voluto nel 1986 da Giovanni Paolo II per pregare e meditare per la pace. Un lungo percorso di pace, portato avanti dalla Comunità di Sant’Egidio, fatto di incontri, amicizia, preghiere che si è snodato tra diverse città e paesi, attraversando i tornanti della storia senza rinunciare a radunare un popolo che crede in un futuro di pace dove sia possibile vivere insieme. L’incontro, la tessitura di relazioni a vari livelli sono il segreto di questi momenti di dialogo tra religioni e culture.
Ed eccoci qua a Berlino quest’anno dove uomini e donne di religioni diverse e tante persone della cultura e della società civile da tutto il mondo si sono radunate insieme sul tema “L’audacia della pace”.
Segni visibili di dialogo, di fratellanza, di profondi desideri di pace. Tante parole che creano spunti di riflessione e azione anche nella cura delle relazioni e della comunicazione.
Come ha detto Andrea Riccardi - fondatore di Sant’Egidio - alla cerimonia di inaugurazione: "In questa difficile situazione, non basta più la prudenza, pur necessaria, non più il realismo o la lealtà, pur decisive: occorre l’audacia, che ci porta oltre il muro dell’impossibile di fronte a cui ci siamo arrestati".
Nei diverso forum tematici, ben 21, tanti interventi e testimonianze. Il Cardinal Matteo Zuppi - presidente CEI - ha parlato di muri e come andare oltre i muri: “Se c’è giustizia non si costruiscono i muri. Il muro non è mai senza conseguenza, una delle conseguenze maggiori è l’incomunicabilità. C’è tanta globalizzazione ma poi tanta protezione e sicurezza di identità.”
In questi tre giorni si è respirata un’aria diversa, quella della pace. Tutto questo era molto evidente nella cerimonia finale vissuta di fronte la Porta di Brandeburgo. Come ogni anno, un Appello di Pace è stato redatto e letto a conclusione dell’incontro. “Per questo occorre l’audacia della pace, il coraggio di cominciare a parlarsi mentre c’è ancora la guerra”, così un passaggio della dichiarazione finale.
Davvero i tempi di guerra e di aumento della violenza nelle nostre società ci chiedono di avere questa audacia di pace invocata dai popoli e dalle terre che soffrono e chiedono a tutti di lavorare nei nostri ambiti professionali e personali di dare una svolta: percorrere e costruire strade che abbattono i muri culturali e ideologici e portare alla realizzazione di ponti che uniscono culture, religioni e popoli.