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Le AI non sostituiranno i motori di ricerca. O forse sì, dipende

31/07/2023

Beniamino Buonocore

Come funziona un motore di ricerca? E una AI? Queste ultime potranno soppiantare i primi nei prossimi anni? Una riflessione di Beniamino Buonocore sul tema.

Le AI sostanzialmente fanno una cosa: rispondono ad una domanda (un input) e forniscono una risposta (un output), con risultati che possono essere testi, immagini, suoni o video. E rispondere ad una domanda è sempre stato il ruolo, esclusivo, dei motori di ricerca.

Ma c'è una differenza sostanziale: i motori di ricerca (prima delle AI) forniscono risposte indirettamente, perché in realtà ci mostrano siti web che, secondo il MdR, possono fornire la risposta di cui la persona ha bisogno.

Le AI funzionano, invece, diversamente in quanto forniscono direttamente la risposta senza la "mediazione" di un qualsiasi altro sito web contenente l’informazione.

E questo ci espone ad una realtà di cui, a poco a poco, le persone prenderanno coscienza: utilizzare AI per ottenere informazioni è molto più veloce e pratico rispetto al MdR, poiché non c'è il rischio di visitare decine di siti web che hanno più o meno l'informazione cercata, ma che non riescono a dare la vera risposta desiderata.

Racconto una storia: volevo approfondire il tema del funzionamento delle AI e ho cercato informazioni partendo, per abitudine, da Google. Ma ho trovato una grande confusione di siti web, ognuno con frammenti di nozioni che ritenevo utili, ma nessuno seguiva la mia logica e il mio modello di apprendimento.

Così sono andato su ChatGPT-4 e ho fatto una semplice prima domanda: "come funzionano le AI". La risposta che ho ricevuto mi ha permesso di entrare nel mondo delle AI e cominciare a capirne il funzionamento. Ma la vera differenza con i MdR l'ho vissuta subito dopo, quando ho fatto altre domande di approfondimento; domande che erano conseguenza del mio modo di apprendere e che mi sono servite sia per confermare quello che avevo già capito, sia per farmi rispiegare quello che mi era poco chiaro. Insomma, per essere sintetici, ho potuto gestire la mia "formazione delle idee" e dare spazio alla mia curiosità, tutto in un unico luogo senza dover saltare da un sito all'altro nella speranza di trovare ciò che ritenevo essere utile per me.

Ecco, la grande differenza tra AI e MdR: con le AI è possibile ricercare le informazioni che ci servono decidendo cosa ci interessa. Con le AI siamo parte attiva (o almeno possiamo esserlo) della ricerca, mentre tramite i MdR "tradizionali" siamo (quasi) dei soggetti passivi.

Ora, può essere un'esperienza personale, ma mi sembra che, potenzialmente, questo schema che ho vissuto possa diventare un modello comune a molte (tantissime) persone, man mano che l'esperienza di utilizzo delle AI si fa più profonda.

C'è poi un altro elemento interessante: con le AI viene facile: "saltare di palo in frasca" (si lo so, non è propriamente un linguaggio tecnico). Quello che voglio dire è che all’interno di una conversazione con le AI posso improvvisamente fare una domanda che sembra non c’entrare nulla con la conversazione che si sta avendo con l'intelligenza artificiale, ma che ha un senso per l’umano pensare che, magari, in quel momento accede ad un suo ricordo personale e vuole correlarlo a quello che si sta dicendo.

E a questo punto ci vuole un esempio: diciamo che vogliamo fare un viaggio in Grecia, e che di quel paese non conosciamo nulla, o meglio possediamo informazioni stereotipate che però non ci soddisfano. E così conversiamo con l’AI, che non ci racconta la Grecia rispondendo alle nostre domande. Poi, ad un certo punto, durante la conversazione ci viene in mente la possibilità di fare immersione, e chiediamo all’AI quali suggerimenti può darci. Ma quella singola parola “immersione” ci fa anche pensare che esistono anche altri posti dove possiamo fare immersione. Così, senza dover ricominciare da capo, chiediamo all’AI, che ci asseconda nella nostra curiosità, dove altro potremmo fare immersione, e scopriamo che oltre alla Grecia potremmo andare (ad esempio) all’Isola d’Elba (P.S. io ho fatto immersione in quelle acque, ed è spettacolare).

Ecco il senso: le AI sono strumenti che assecondano la nostra ricerca delle informazioni, partendo dal fatto che non ci restituiscono articoli scritti da altri (come i siti suggeriti dai motori di ricerca) ma elaborando le risposte man mano che facciamo le domande. Le AI sono un filtro che ci permette di avere ciò che ci serve senza doverlo andare ad estrapolare da diversi articoli, scritti (tra l’altro) per assecondare diverse possibilità di domande e non specificatamente per noi; mentre la chat che ho con una AI è un luogo tutto nostro, che asseconda la nostra individualità.

Nella mia più o meno lunga esperienza con il web come strumento al servizio delle strategie di comunicazione, ho sempre definito i motori di ricerca come la “sede di risposte a domande che ancora devono essere fatte”. Con le AI questa definizione non è più efficace, perché le AI ridefiniscono completamente lo scenario.

Ora, un po’ di riflessioni su come andranno ridefinite le strategie di comunicazione andrebbero fatte, cominciando a considerare che i contenuti dei siti web potrebbero dover essere rivisti. Per seguire l’esempio del viaggio in Grecia, non credo (almeno per il momento) che la finalizzazione delle ricerche avverrà all’interno delle AI. In sostanza: se decido (alla fine) di acquistare un viaggio per la Grecia, andrò ancora ad acquistarlo all’interno di un sito web (o in agenzia, va bene). E questo, però, vuol dire che i contenuti di quel sito web dovranno concentrarsi su ciò che è utile per l’acquisto del viaggio e su ciò che è utile per vivere l’esperienza del viaggio. Ma non potranno essere più fonte di ricerca e informazioni generale. Insomma, dovremmo cominciare a pensare che esiste un altro Touch Point di incontro con i consumatori.

Credo che AI e MdR si divideranno i compiti nella relazione con le persone e con i possibili clienti. Mi viene quasi da pensare che potrebbe essere più efficace investire nell’integrazione delle AI nei propri siti web, che non sviluppare ed investire nei blog.

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