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Le intercettazioni ci riguardano?

08/04/2015

Giovanni Landolfi

Il tema delle intercettazioni è tornato prepotentemente alla ribalta delle cronache e sempre più riguarda anche le Relazioni pubbliche. Se le Rp, infatti, costruiscono la reputazione devono anche difenderla. La riflessione di Giovanni Landolfi.



Con l’uno-due Lupi-D’Alema, il dibattito sulle intercettazioni è tornato impetuosamente al centro dell’attenzione e forse è venuto il momento che anche i professionisti delle relazioni pubbliche vi prendano parte. Ricordo in proposito che il nostro mestiere non si limita a costruire la reputazione, ma, ovviamente, anche a difenderla e il tema delle intercettazioni è cruciale in quell’esercizio di difesa estremo che riguarda le situazioni di crisi e soprattutto le posizioni di persone e aziende oggetto di inchieste giudiziarie, per cui talvolta si comincia a parlare perfino di una disciplina ad hoc, come le Litigation PR.





Nel contesto delle cause giudiziarie, anzi, il nostro ruolo è spesso l’unico strumento reale di tutela della cosiddetta presunzione d’innocenza. “Molti sono i diritti in gioco e tutti meritano di essere ugualmente garantiti”, scriveva il 7 aprile l’avvocato Caterina Malavenda sul Corriere, a conclusione di un lungo articolo su “L’idea sbagliata di restringere il diritto di cronaca”. L’articolo citava diversi altri diritti, come quello “di scegliere le conversazioni da pubblicare”, proprio dei giornalisti, e il diritto alle intercettazioni, definite irrinunciabili, proprio dei magistrati, ma mai il diritto alla presunzione d’innocenza.

Un black out certamente dettato dalla preoccupazione di concentrarsi sui due temi centrali della libertà di stampa da una parte e dell’efficacia delle indagini dall’altra. Resta il fatto che la presunzione di innocenza appare un diritto debole, compresso com’è sia dalla prassi giornalistica sia da quella investigativa. Parliamo però di un principio fondamentale per la società civile e, se anche è difficile prendere posizione oggi sul tema particolare della regolamentazione delle intercettazioni, non possiamo invece avere dubbi sulla necessità più generale di sostenere e rafforzare il diritto a non essere considerati colpevoli sino alla condanna definitiva, per usare le parole della Costituzione.

Temi su cui dovremmo perlomeno iniziare a confrontarci all’interno della Ferpi. Anche se questo potrebbe generare qualche collisione con gli altri protagonisti del dibattito.

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