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Le origini delle Rp in Italia

14/07/2010

Nei giorni scorsi a Bournemoth, in Inghilterra, Elisabetta Bini, Ferdinando Fasce e Toni Muzi Falconi, in occasione delle prima Conferenza Internazionale sulla Storia delle Relazioni Pubbliche, hanno presentato un documento sulla nascita e il primo sviluppo della professione in Italia.

La cittadina inglese di Bournemoth l’8 e 9 luglio scorsi ha ospitato la prima conferenza internazionale dedicata alla storia delle Relazioni pubbliche. Accademici, studiosi e professionisti provenienti da 14 diversi paesi hanno presentato 35 paper sulle origini e sugli sviluppi della disciplina e della professione nel mondo. Tra questi ha suscitato molto interesse il contributo presentato dagli italiani Elisabetta Bini, Ferdinando Fasce e Toni Muzi Falconi dedicato alla nascita ed allo sviluppo delle Rp in Italia in cui i tre connazionali hanno cercato di dare forma alla storia di una disciplina fino ad oggi con un carattere troppo poco nazionale.
La conferenza è stata la prima occasione internazionale di confronto e riflessione sulla storia delle Rp in cui ricercatori universitari, storici e professionisti hanno affrontato un tema, quello della storia e dei primi sviluppi della professione, in precedenza discusso solo occasionalmente.
Il paper, interamente disponibile e scaricabile in inglese, rilegge la storia della professione nel nostro Paese con uno sguardo diverso da quello anglosassone e statunitense che ne ha caratterizzato e ne caratterizza la lettura ancora oggi. Elisabetta Bini, Ferdinando Fasce e Toni Muzi Falconi nel loro lavoro, di cui qui anticipiamo l’introduzione, parlano delle origini e del primo sviluppo delle Relazioni pubbliche in Italia, tra il 1945 e il 1960.
Le origini e il primo sviluppo delle Relazioni pubbliche in Italia, 1945 -1960
Elisabetta Bini
Ferdinando Fasce
Toni Muzi Falconi
Un paese uscito da due decenni di dura censura e di pesante propaganda sotto una dittatura fascista, un paese che presto diventerà uno dei principali campi di battaglia della guerra fredda, con un’economia, in gran parte costituita da aziende di piccole dimensioni, distrutta dalla guerra mondiale; con un sistema di media che cerca di riprendersi dalle cicatrici del regime, e con una tradizione di pubblicità e di comunicazione commerciale limitata: questo è lo scenario in cui hanno avuto luogo i primi sforzi di sviluppare le relazioni pubbliche in Italia. Questo saggio si propone di presentare questi sforzi e metterli in relazione ai mutamenti sociali, economici, politici, culturali che affliggono il paese tra il 1945 e il 1960.
Come suggerito da recenti contributi alla storia delle Rp (L’Etang 2008, Rodriguez Salcedo, 2008), nel nostro caso anche la periodizzazione e la nomenclatura costituiscono due questioni fondamentali, strettamente legate. Data la natura piuttosto introduttiva del nostro articolo, che batte un terreno ancora poco esplorato (Muzi Falconi, 2007), ci siamo concentrati sul periodo in cui l’espressione “relazioni pubbliche” fece la sua comparsa sulla scena italiana, vale a dire nel dopo guerra. In effetti, non abbiamo mancato di fare riferimento a tutte quelle attività del regime fascista che potrebbero probabilmente essere considerate antecedenti delle Rp. Ma lasciamo per un’altra occasione una discussione più approfondita di quel periodo e del più ampio problema dell’opportunità di definire un’attività come Rp prima dell’uso attuale del termine (L’Etang, 2008).
Un altro tema chiave è la questione, molto discussa, di andare oltre ciò che è stato finora principalmente una storia delle Rp negli Stati Uniti (Miller, 2000; L’Etang 2008). Il nostro sforzo è stato quello di attenersi il più possibile agli elementi di prova a disposizione, riconoscendo l’influenza esercitata dagli inconfondibili modelli americani, ma anche sottolineando la “ibridazione”, piuttosto che un’influenza strettamente a senso unico, derivata da un incontro fra culture diverse ( Zeitlin e Herrigel, 2000), e le peculiarità di questo caso nazionale. In questo modo, speriamo di contribuire ad una storia comparata ed internazionale delle relazioni pubbliche.
L’obiettivo principale è stabilire subito quanto è stato finora un passato piuttosto oscuro e tenebroso, rispondendo alle seguenti domande: Chi sono gli attori principali di tale processo? Quale ruolo hanno giocato, rispettivamente, le forze private, sociali e pubbliche all’emergere delle Rp? Quali specifiche influenze internazionali hanno interessato l’evoluzione del campo? Come il nuovo vocabolario di Rp regola e va ad impattare su un discorso pubblico a lungo orientato alla tradizionale propaganda politica e religiosa? Come le attività di relazioni pubbliche riguardano la cultura del consumo gradualmente va permeando la società italiana? Come si sono cristallizzatei nella nascita di associazioni professionali orientate all’ ampliamento del campo?
Il documento è suddiviso in quattro sezioni. Nel primo abbiamo gettare le basi per tracciare la politica, le infrastrutture economiche, sociali e culturali in cui le Rp si sono sviluppate. Nella seconda, si esplora l’influenza americana, sia a livello pubblico che privato, e si vede come questo si sia intersecato con le pratiche svolte presso due aziende private, Fiat e Piaggio (produttore di Vespa), che, guidando la crescente motorizzazione del Paese, si trovarono in prima linea di una società di consumi emergenti. La terza sezione si impegna in quelle che potrebbero essere senza dubbio considerate le best practices nel settore, limitate a un piccolo gruppo di aziende private e pubbliche. Infine, passiamo in rassegna i principali operatori di questo periodo pionieristico e proiettiamo una luce sui loro sforzi nella creazione di una comunità mediante la costruzione di associazioni professionali.
Clicca qui per scaricare il documento integrale in inglese.
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