Federica Zar
Rilevante la componente communication and multimedia design, grazie l’utilizzo delle nuove tecnologie digitali, tra cui l’AI predittiva e generativa.
Con oltre 270mila imprese, 330mila addetti e un fatturato del 2022 (ultima rilevazione aggiornata disponibile) di 28,6 miliardi di euro in crescita del 14,4% rispetto al 2021, il design rappresenta un asset dell’industria europea.
Il sistema vede in Italia ben 41.908 operatori, di cui 24.596 liberi professionisti e lavoratori autonomi e 17.312 imprese. Nello specifico, con il 19,7% degli addetti e il 22,3% del fatturato complessivi, il nostro Paese si conferma primo tra i 27 stati aderenti all’Unione, con una crescita del fatturato tra il 2021 e il 2022 quasi doppia rispetto la media comunitaria (+27,1% confronto a +14,4%). Relativamente alle specializzazioni, rilevante è la componente communication and multimedia design, indicata come principale ambito di attività dal 35,1% delle organizzazioni, a cui seguono lo space design (17,1%), il project services (15,7%), il product design (12,6%) e il brand design (11,7%); a maggiore distanza, invece, il digital and interaction design (5,7%) e il service design (2,0%).
Sono alcuni dei dati contenuti nel Rapporto Design Economy 2024 (link: https://symbola.net/collana/design-economy) promosso da Fondazione Symbola, Deloitte Private, POLI.design e ADI (Associazione per il Disegno Industriale) in collaborazione con Comieco, AlmaLaurea e CUID.
Da sempre il design ha facilitato l’ingresso dell’innovazione del tessuto economico italiano, non fanno eccezione le tecnologie digitali che stanno determinando un rinnovamento interno del settore e dei servizi che questo propone e diffonde. Tra le soluzioni più rilevanti, prospetticamente spicca l’Extended Reality (40,6%) che, con i suoi strumenti immersivi, abilita nuove forme collaborative, incoraggiando la creatività, migliorando la formazione e aprendo nuove opportunità di business.
Segue l’Intelligenza Artificiale (AI) (37,7%), inclusa l’AI predittiva e generativa, per la sua capacità di supportare e rendere più efficiente l’attività di progettazione, automatizzandone alcune fasi, generando idee e concept, simulazioni e prototipi avanzati.
Se oggi il livello di competenza tecnologica dei progettisti appare elevato – complessivamente 83,0% degli intervistati lo giudica medio o alto - la preparazione sulle tecnologie basate sull’AI risulta nel complesso ancora limitata, in linea con il contesto nazionale: solo il 45,0% valuta il suo livello di conoscenza come medio-alto. La limitata comprensione del funzionamento e delle opportunità derivanti dall’introduzione dell’AI si traduce attualmente in un ridotto utilizzo nella progettazione: solo poco più di 3 rispondenti su 10 ne fanno abituale ricorso. Tra gli ostacoli alla diffusione dell’AI generativa abbiamo barriere linguistiche – i software tendono a fornire risultati più accurati se interrogati nella lingua di programmazione – e anagrafiche – l’età media dei progettisti è spesso inversamente proporzionale alle competenze informatiche.
Aumentando la profondità e trasversalità con cui l’AI viene utilizzata nel mondo del design si potrebbe generare nuovo valore per i clienti in tutte le fasi: in termini di ottimizzazione dei tempi di sviluppo dei progetti (42,0%), maggiore personalizzazione dei prodotti, servizi ed esperienza d’uso (37,7%).
Un presupposto all’adozione dell’AI è la complementarità e la sinergia tra le due intelligenze, umana e artificiale. Tale integrazione, insieme ai tanti nuovi input che arrivano da un contesto in forte evoluzione e trasformazione, sta rimodellando il mondo delle competenze e delle professioni. Per questo, il secondo focus del rapporto è dedicato alla mappatura delle figure emergenti del design e la loro diffusione in Italia.