Ferpi > News > Lettera di Capodanno da New York: effetto Tsunami e altri avvenimenti del 2004

Lettera di Capodanno da New York: effetto Tsunami e altri avvenimenti del 2004

03/01/2005

Dalla tragedia globale del maremoto in Asia agli episodi di RP più 'singolari' del 2004: alcune riflessioni di Toni Muzi Falconi.

1. Da qualunque posizione la osserviate, l'immane tragedia di questi giorni lascia sgomenti ma conferma in pieno le prime righe del nostro manifesto di Trieste: la globalizzazione esalta le diversità del mondo assai più di quanto non ne standardizzi i processi, e la forza trainante della globalizzazione è proprio la comunicazione: caratteristica ormai strutturale della nostra società contemporanea.Abbiamo visto all'opera, con modalità pienamente integrali, il ‘global sic' (sistema integrato della comunicazione globale) che aggiunge, agli elementi noti della marmellata comunicativa fatta di paginoni e maratone televisive condite di esperti, testimoni, vittime, recriminazioni, polemiche, paure e appelli, anche il potere forte dei blog, della comunicazione cellulare e degli sms. Uno spettacolo davvero raccapricciante e al tempo stesso, perdonate il cinismo, esaltante. Sappiamo bene che se non vi fossero stati tanti turisti occidentali coinvolti, l'impatto mediatico sarebbe stato diverso, ma anche questo è ulteriore corollario del medesimo paradigma.Infatti, è la prima volta dalla fine della seconda guerra mondiale che assistiamo ad una espressione così letteralmente globale di disperazione, dolore e sofferenza. Il Sud Est Asiatico e l'Oceano Indiano sono abitati da una straordinaria diversità di razze, religioni e culture, per di più integrate per l'occasione dalla presenza di decine di migliaia di turisti provenienti da ogni altra zona del pianeta. Fino a un giorno prima del disastro, sarebbe stato impensabile per chiunque immaginare un evento naturale che accomunasse Svedesi e abitanti delle isole Andamine; nel  nostro caso le vittime includono indonesiani, tailandesi, indiani, somali, burmesi, srilankesi, svedesi, italiani, americani, norvegesi, tedeschi, inglesi e di ulteriori Paesi.Con tante diversità in gioco, Tsunami le ha semplicemente e spietatamente semplificate e separate in due: i morti da una parte e i sopravvissuti dall'altra.Non solo i Paesi colpiti hanno immediatamente interrotto i diversi conflitti locali in corso per cooperare nei soccorsi, ma perfino il supremo comandante dell'Impero - messo sotto tiro anche dai suoi stessi sostenitori, attoniti dalla manifesta distrazione - ha superato una prima inesistente, e quindi fredda reazione, per poi spontaneamente candidarsi alla guida di una coalizione con il compito di ‘esportare', invece della ‘democrazia' con i carri armati in Irak, per questa volta consistenti e coerenti aiuti ai sopravvissuti. La molto imbarazzante accusa di ‘avarizia' mossa ai Paesi occidentali dal sempre ammirevole Jan Egelund delle Nazioni Unite (non dimentichiamo che se piange il piatto degli Stati Uniti, non ride affatto quello del governo italiano che non ha ancora versato i 100 milioni di euro che si era impegnato a versare all'aiuto umanitario, e questo era… prima della catastrofe..), ha colto nel segno provocando una stizzita reazione della Casa Bianca.Come sostengono gli esperti del Council on Foreign Relations: quale straordinaria occasione è stata persa dalla ‘public diplomacy' americana per trasferire di sé nel mondo una identità non più violenta e bellicosa, in un momento in cui l'attenzione del sistema dei media si trova forzatamente distratta dal conflitto irakeno? Dopo avere letto (ricordate?) l'acuta e intelligente analisi della task force di Rumsfeld sulla public diplomacy di qualche settimana fa, mi chiedo come sia stato possibile un ritardo di ben tre giorni perché la Casa Bianca se ne accorgesse. Ma se si pensa al naturale ingorgo dell'agenda presidenziale di fine anno e alla nota vacuità del soggetto in questione quando non sia affiancato di chi sa girare per il verso giusto la manovella della messa in moto, anche questo imperdonabile ritardo comunicativo diventa comprensibile, pur se non giustificabile.C'è solo da sperare che alle intenzioni seguano i fatti e che davvero questi straordinari Stati Uniti sappiano come tante volte anche nella storia recente, testimoniare la loro ‘altra identità', quella più autentica, quella che strappa la nostra ammirazione ed emozione.2. Fra le chicche dell'anno appena passato:a - l'incriminazione pubblica dei dirigenti della Ogilvy & Mather per avere partecipato a una ‘estesa operazione di sottrazione fraudolenta di fondi ed avere artificialmente gonfiato i suoi costi del lavoro' nella esecuzione di una campagna quinquennale contro la droga per il governo federale del valore di 684 milioni di dollari;b - l'ammissione pubblica in Tribunale di ex dipendenti della Fleishmann Hillard di avere ‘regolarmente sovrafatturato' il Dipartimento dell'Energia di Los Angeles. Un messaggio lasciato in segreteria telefonica valeva 50 dollari e una colazione di due ore 850 dollari (oltre al costo del ristorante).c - la segreteria della campagna elettorale di Bush scoperta in flagrante per avere inviato false lettere di lettori ai quotidiani locali tematizzando alcune questioni contro Kerry. L'associazione nazionale dei redattori delle pagine delle lettera dei lettori sollecita una maggiore attenzione a questo tipo di frode.d - le degenerazioni delle guerrilla public relations: giovani attraenti di entrambi i sessi in mutande all'ingresso della stazione centrale di New York che promuovono un vicino centro fitness; un falso blogger afferma che il nuovo videogame Sego gli procura amnesie e spasmi di violenza incontrollabile; celebrità ignare invitate ad un barbecue senza essere avvertite che la festa viene ripresa segretamente in video per poi essere utilizzata da un produttore di salsicce per promuovere il suo prodotto …..e - dopo essere stato determinante per convincere la Casa Bianca ad intervenire in Irak fabbricando prove sulle armi di distruzione di massa, ed essere stato leader irakeno in esilio, Chalabi si è ora schierato con la resistenza antiamericana. Cosa è successo ? E' successo che Francis Brooke, consulente di relazioni pubbliche di Chalabi ha ammesso che la lobby per la guerra all'Irak e i documenti della presenza delle armi di distruzione di massa, insomma la campagna alimentata dagli irakeni in esilio, fu interamente finanziata dalla stessa Casa Bianca. A quel punto è cominciata a circolare a Washington la voce che Chalabi fosse agente iraniano. Da quel momento, espulso dagli Stati Uniti, è stato estromesso dal governo irakeno provvisorio.f - il ministero della sanità americano scivola sulla buccia di banana per avere commissionato alla Ketchum PR una campagna di video news release a sostegno della riforma sanitaria del governo ottenendo dalle televisioni il passaggio integrale del filmato come fosse realizzato dagli stessi redattori. Una attraente relatrice pubblica della Ketchum, Karen Ryan, si presenta in video: "qui Washington, la vostra corrispondente Karen Ryan vi informa che…..". Lo scandalo ha persino indotto la Public Relations Society of America ad emettere un commento ufficiale sottolineando che un video news release è diretto soltanto alla stazione televisiva e ai suoi redattori affinché lo usino e lo montino come meglio credono, e non è diretto ai telespettatori.A tutti un felice 2005, con Trieste sulla mappa della comunità internazionale delle relazioni pubbliche.(tmf)
Eventi