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Liberi di raccontare. O no?

10/05/2005

World Press Day: un bilancio sulla libertà di stampa nel mondo. Poco liberi di raccontare i giornalisti nel mondo, spesso sotto pressione dei governi in maniera più o meno palese, esposti a rischi di rapimento. Qualche Stato che fa eccezione ovviamente, persino nella difficile Africa dove si è tenuto l'evento.

Si è celebrata il 3 maggio la giornata mondiale della libertà di stampa. Per l'occasione l'Unesco ha organizzato a Dakar, una conferenza di tre giorni per parlare di media e buon governo.Per l'organismo dell'Onu "Assicurare lesercizio della libertà di stampa nel mondo intero appare come una priorità". Media e good governance era il tema di quest'anno e gli interventi degli esperti si sono focalizzati dunque, in questa tre giorni, sul legame tra libertà di stampa e buon governo, esplorando il ruolo della stampa nei cambiamenti politici, l'accesso all'informazione nei paesi in via di sviluppo, i meccanismi di partecipazione dal basso, eccNella cornice di Dakar, città africana contraddistinta da un buon livello di democratizzazione, l'organismo dell'Onu ha promosso un dialogo profondo sull'urgenza e la necessità di un sistema mediatico libero e pluralista, trasparente e democratico.Dalla World Press Day è emersa una dichiarazione di intenti comuni. L'Unesco ha premiato poi il giornalista cinese Cheng Yizhong, "la cui coraggiosa libertà di parola ha sensibilizzato l'opinione pubblica alla realtà cinese". Il riconoscimento ricorda la figura del giornalista di El Espectador Guillermo Cano Isaza, assassinato a Bogotà per aver denunciato i traffici illeciti dei signori della droga.Emanuela Di Pasqua-Totem
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