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Lo Stato aperto al pubblico

24/11/2014

Un libro, quello scritto a quattro mani da Marco Barbieri e Sergio Talamo, che si rivolge a tutti i cittadini che hanno a cuore uno Stato efficiente e amico, e in particolare a chi opera nella pubblica amministrazione con il dovere di costruire quella “casa di vetro” in cui il cittadino possa trovare facilmente tutto ciò che gli occorre.

La Pubblica Amministrazione palla al piede o valore aggiunto per il sistema Paese? Il dilemma è noto, e riguarda l’estensione del perimetro di azione della Pa, i suoi costi, l’efficienza della macchina burocratica, la semplificazione delle norme che la guidano, la responsabilità più facilmente riconducibile a soggetti e persone individuabili. Ma riguarda anche la qualità delle sua relazione con i cittadini. Per misurare l’efficacia della sua azione amministrativa, certo, ma anche per cancellare le asimmetrie tra Stato e cittadini, per assicurare una adeguata capacità di ascolto, oltre che di risposta, per restituire fiducia a chi non deve sentirsi suddito, ma cittadino, appunto. Quindi la possibilità di sentire la Pa come “casa di vetro” (l’espressione è di Filippo Turati) riguarda il tema della trasparenza.

Il processo di trasparenza nella Pa in Italia è un percorso avviato da quasi un quarto di secolo, con le prime riforme Bassanini, nel 1990. Poi ci sono stati gli interventi di Brunetta (nel 2009) e questa estate la riforma avviata dal Governo Renzi e dal ministro Madia in particolare, con il decreto legge 90, convertito in legge lo scorso mese di agosto. Un percorso che ha “descritto un cambiamento profondo realizzatosi soltanto in minima parte”. Su questo binario si svolge la riflessione di Marco Barbieri e Sergio Talamo nel volume in uscita in questi giorni dal titolo: Lo Stato aperto al pubblico (Gruppo24 Ore). Il tema è la trasparenza, dovuta, obbligatoria, ma poco praticata dalla burocrazia nazionale. Eppure, come scrivono gli autori (due giornalisti di lungo corso, attualmente all’Inps e al Formez) “la trasparenza non è un surplus di dati o di burocrazia, ma l’occasione straordinaria per riannodare il legame di fiducia e di partecipazione dei cittadini. Altrimenti la riforma della pubblica amministrazione sarà solo un’altra promessa mancata”.

Nella prefazione al volume, Michele Ainis (giurista e politologo) condividendo la necessità di riproporre il tema della trasparenza tra cittadini e Stato ritiene che “tra i tiranni che minacciano il cittadino contemporaneo c’è da fronteggiare l’oscurità della legge, l’ipertrofia delle regole, la burocrazia sorda alle esigenze delle persone e delle imprese”.

Il tema della trasparenza nella Pa incrocia sempre di più le azioni di contrasto alla corruzione. La cultura della trasparenza, l’obiettivo della “casa di vetro”, deve assicurare l’inoculazione dei vaccini capaci di prevenire gli atti corruttivi. Corruzione che ha invece facile terreno di coltura nella complicazione oscura delle norme, e nella discrezionalità della loro applicazione.

Un po’ pamphlet di discussione, un po’ vademecum per le migliaia di dirigenti pubblici alle prese con gli obblighi di trasparenza nei confronti dei cittadini, il volume di Barbieri e Talamo detta alla fine un Decalogo che potrebbe entrare nell’agenda del Governo, visto che il Governo Renzi e il ministro Madia, hanno fatto della riforma della Pa un punto qualificante: la trasparenza è nuova modalità di comunicazione della Pa, obbligo di rendicontazione delle spese (accountability), premessa per l’anticorruzione, partecipazione rinnovata, nuova relazione con il pubblico/utente, unico standard di servizio, ascolto del cittadino, semplificazione, misurazione della performance, open data in rete. Dieci concetti e proposte operative, senza i quali “il Paese resterà irriformabile, anche se spinto dalle migliori buone intenzioni dei governanti pro tempore”.

Lo Stato aperto al pubblico
Trasparenza, ora o mai più: la Riforma della PA alla prova del cittadino
M. Barbieri , S. Talamo
Il Sole 24 Ore, 2014 pp. 195, € 21,00
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