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Napoli ha ospitato la terza tappa del Road Show 'Comunicazione Interculturale'. Ecco il resoconto de

04/05/2004
Il road show "Comunicazione Interculturale" ha raggiunto anche la città di Napoli. Dopo gli appuntamenti di Torino e di Padova, si è svolto, infatti, lo scorso 28 aprile presso la sede de Il Denaro, il terzo dei quattro incontri previsti dal progetto nato dalla collaborazione di Ferpi, Unicom e Etnica con la finalità di sensibilizzare i professionisti della comunicazione sull'urgenza di definire modalità, strumenti e strategie per andare incontro alle esigenze di interazione (e integrazione) tra comunità locali e migranti, emergenti dalla nuova configurazione, sempre più multiculturale, della società italiana.I lavori si sono aperti con una riflessione di benvenuto da parte di Giancarlo Panico, delegato regionale Ferpi a cui si deve grande parte del successo della tappa partenopea, il quale ha posto l'accento sull'importanza strategica che la comunicazione può e deve svolgere in ambito di educazione alla consapevolezza e alla conoscenza delle culture alloctone, nell'ottica di un'integrazione socio-economico-culturale dei loro portatori. Un tema che tocca sempre più da vicino l'intera società civile italiana ma in particolare istituzioni, sia pubbliche che private, per le quali si prospetta uno scenario futuro (anzi, già presente...) caratterizzato da molteplici identità culturali con le quali relazionarsi e verso le quali applicare vere e proprie politiche interculturali. In questo senso, il ruolo del comunicatore può risultare cruciale se visto nell'ottica della responsabilità sociale che investe la sua professione attraverso la quale, per fare un solo esempio, si può contribuire direttamente all'abbandono della concezione negativamente stereotipata dei migranti, quale viene comunemente trasmessa dai media. Il fattore "responsabilità" ha contraddistinto anche l'intervento della presidente Ferpi, Sissi Peloso, che – a fronte degli allarmanti risultati di una recente ricerca svolta dall'Università La Sapienza di Roma secondo la quale circa un quinto dei giovani italiani tra i 18 e i 22 anni manifesta intolleranza nei confronti degli extracomunitari – ha rimarcato la funzione strategica delle relazioni pubbliche nella creazione di fiducia e legittimazione anche per quanto riguarda le nuove realtà multietniche. Il contributo che la comunità professionale può dare a tale processo integrativo interessa dunque da vicino anche i relatori pubblici e i comunicatori proprio per la natura stessa della loro professione che, non potendo prescindere dall'ascolto dei mutamenti sociali, ha il potere di influenzare opinioni e modificare scelte e comportamenti.Prassi esemplare di un corretto approccio alla nuova realtà multiculturale può essere rappresentata dal Welcome Marketing. Uno strumento definito da una filosofia fondata su una reale volontà di integrazione socio-economica del contesto migrante di cui ha raccontato caratteristiche e obiettivi Anilkumar Dave, consulente italo-indiano di Etnica ed esperto internazionale di marketing interculturale. Partendo dal concetto che la diversità può rappresentare una risorsa se intesa in senso di arricchimento piuttosto che di separazione, di confronto invece che di scontro, il relatore ha brillantemente intrattenuto la platea con l'illustrazione delle opportunità offerte da un marketing basato in primo luogo sull'esatta conoscenza e segmentazione dei target, e quindi sul dialogo che porta a fornire risposte differenti a domande differenti. Contro la banalizzazione delle nuove culture, Dave ha dunque proposto un approccio consapevole e articolato finalizzato all'applicazione di paradigmi di crescita sostenibile nel rispetto delle identità culturali.A passare dal marketing alla comunicazione e all'advertising ci ha pensato Rossella Sobrero, vice presidente di Unicom, che ha dedicato il suo intervento all'immagine dei migranti nelle campagne di comunicazione. Dopo aver illustrato proposte e linee guida volte all'affinamento degli strumenti e dei metodi per ottenere una comunicazione corretta ed efficace con i nuovi pubblici "migranti", la relatrice ha offerto una serie di utili case history costituite da campagne di comunicazione recentemente realizzate da organizzazioni pubbliche e private. Tra queste comparivano AEM di Milano ("L'Energia? A Milano si dice AEM", 2000/2001); Vodafone ("My Country", 2004); Agos-Cesvi ("Trame di vita", 2004); Mélange ("Bevi impegnato: Mecca Cola", 2003/2004); Comune di Torino ("Un calendario per tutti", 2004); Regione Umbria ("Made in Umbria", 2003). Tuttavia, a fronte di alcune buone prassi, la Sobrero non ha potuto evitare di sottolineare quanto ancora sia carente l'attenzione, da parte di pubblicitari e comunicatori, verso messaggi e canali adeguati ad una comunicazione mirata a target differenti da quelli convenzionali.E sulla scia di iniziative efficaci, si sono collocate le tre testimonianze che hanno completato la sezione pomeridiana del seminario. Primo fra tutti, il caso di Ferrovie dello Stato che da qualche anno sta attuando una valida politica di responsabilità sociale, in questo caso rivolte proprio al popolo dei migranti. Attraverso l'intervento di Teresa Coltellese della Direzione Politiche Sociali FS, infatti, il pubblico è venuto a conoscenza delle recenti iniziative che coinvolgono già le stazioni di Milano, Roma e Torino (ma che presto raggiungeranno anche quelle di Napoli e Catania) con l'allestimento di veri e propri centri di accoglienza (Help Center) collegati all'ente locale e a tutte le istituzioni utili all'accoglienza, orientamento e assistenza degli extracomunitari bisognosi. L'idea è stata proprio quella di sfruttare le stazioni, noti luoghi di affari, affetti e miserie, in luoghi di integrazione.Sempre nell'ambito della mobilità, si è inserita la seconda testimonianza trasmessa da Claudio Lubelli della CTP – Compagnia Trasporti Pubblici di Napoli, relativa ad un progetto attuato con la collaborazione di Caritas e nato nell'intento di alleviare le difficoltà di comunicazione, interazione e integrazione sorte tra i passeggeri di alcuni autobus che percorrono linee particolarmente frequentate da utenti stranieri. Le difficoltà di comunicazione dovute alla scarsa conoscenza della lingua italiana o la mancanza di informazioni relative a specifiche esigenze davano origine ad incomprensioni, tensioni o conflitti con i passeggeri locali o con il personale CTP. Per questo motivo, l'Ente – con l'aiuto di Caritas – ha inaugurato il progetto Contact che ha previsto l'inserimento a bordo degli autobus di mediatori culturali (un dipendente CTP e due operatori della Caritas) dedicati ad attuare un'azione di sensibilizzazione e informazione attraverso un contatto quotidiano con gli immigrati ai quali vengono fornite indicazioni utili alle loro esigenze. L'iniziativa contribuisce pertanto all'integrazione degli extracomunitari da una parte, e all'incentivazione di un dialogo che possa estendersi anche ai passeggeri italiani, dall'altra.A chiudere la giornata, la testimonianza portata dal segretario regionale della CGIL, Michele Gravano, che, accompagnato dal responsabile del progetto presentato Carmine Bonanni, ha illustrato un'interessante iniziativa di informazione multiculturale. Il progetto Et-nos, appunto, consiste nella realizzazione di un giornale radio quotidiano, proposto in inglese, francese, arabo e slavo, in onda dal lunedì al venerdì, dalle 21 alle 21.15, sulle frequenze di Radio CRC (FM 100.5). Nata dalla necessità di raggiungere un pubblico straniero che fatica a trovare il tempo e i mezzi per reperire informazioni utili e interagire con le istituzioni, l'iniziativa è stata realizzata dall'Ires (il Centro Studi della CGIL Campania) in collaborazione con l'emittente locale e l'ASL Caserta 2.Con la tappa napoletana, il Road Show "Comunicazione Interculturale" ha quasi terminato il suo ciclo di seminari. Il prossimo, ed ultimo, incontro a Roma il prossimo 28 maggio. Tutti i dettagli dell'incontro saranno reperibili prossimamente su www.ferpi.it.Valentina Pasolini - FERPI
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