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Niente comunicazione (né comunicatori) senza confronto. Un interessante editoriale di Comunicatoripu

29/06/2004
Lo trovate anche a questo indirizzo.Niente comunicazione (né comunicatori) senza confrontoTra gli elementi che hanno caratterizzato l'operato dell'Associazione Italiana della Comunicazione Pubblica e Istituzionale nell'impegno per l'applicazione della Legge 150, la collaborazione e il confronto rivestono sicuramente un ruolo di primo piano. Consapevole fin dalla data di emanazione della norma che questo atto, pur essendo fondamentale per l'innesco di processi riforma, non avrebbe potuto di per sé realizzare il cambiamento, l'Associazione ha sempre cercato di dialogare con tutti i soggetti coinvolti.A cominciare dalle altre associazioni degli operatori dell'informazione, Federazione della Stampa su tutte, ma non solo da esse, perché l'obiettivo principale è stato quello di instaurare un dialogo costruttivo anche con chi non era direttamente portatore di interessi di rappresentanza, ma rivestiva comunque un ruolo rilevante nel processo di attuazione della Legge.Tra questi il Ministero della Funzione Pubblica, punto di riferimento basilare nel sistema istituzionale per l'affermazione della cultura della comunicazione nel settore pubblico, ma anche il sistema delle autonomie locali, che ha una fortissima influenza sul destino della legge a livello territoriale, i sindacati, decisivi per l'avvio di un confronto sul riconoscimento professionale dei comunicatori pubblici, e ancora, in ordine sparso, il mondo accademico, gli istituti di formazione, gli organi di informazione settoriale e tutti coloro che in un modo o nell'altro possono essere annoverati nella schiera degli addetti ai lavori.Una strategia che ha ben pagato, come dimostrano i risultati conseguiti negli ultimi anni. Frutto del dialogo e del confronto è ad esempio la concessione della proroga di un anno per lo svolgimento dei corsi di formazione da parte dei dipendenti già impiegati nelle strutture di comunicazione pubblica. Richiesto dall'Associazione con il significativo appoggio di altri soggetti e operatori dell'informazione, a cominciare da Tele PA, lo slittamento dei termini è stato ottenuto proprio grazie alla significativa propensione al confronto e all'ascolto mostrato dagli interlocutori coinvolti nella vicenda.Discorso, quest'ultimo, che potrebbe essere riproposto in maniera pressoché identica se ci si sposta sull'analisi dell'attuale fase di confronto avviata con i sindacati nazionali, volta a gettare le basi per arrivare in futuro al riconoscimento professionale dei comunicatori pubblici. Consapevole della complessità della materia, l'Associazione ha deciso infatti di coinvolgere e sensibilizzare inizialmente le rappresentanze dei lavoratori sull'importanza della funzione di comunicazione pubblica. Un lavoro premiante, che ha portato i sindacati a condividere ed approvare gli obiettivi di fondo perseguiti dall'Associazione, e successivamente ha permesso l'avvio delle prime iniziative di collaborazione finalizzate alla legittimazione giuridica e professionale dei comunicatori pubblici.È proprio da questa forte propensione al dialogo che è scaturita l'idea di chiamare in causa, con una lettera a firma congiunta, il sistema delle autonomie locali, chiedendo loro il recepimento di quanto stabilito dalla legge in merito agli aspetti professionali e alla definizione delle strutture di informazione e comunicazione pubblica. L'idea portata avanti da Associazione e sindacati, in sintesi, è che anche Regioni, Province, Comuni e le altre amministrazioni operanti sul territorio, debbano essere cooptate in un percorso di confronto nel quale l'obiettivo primario è la presa di coscienza sull'importanza della comunicazione pubblica come fattore per l'ammodernamento amministrativo e la crescita dei nostri sistemi democratici.Perché è solo a partire da questa presa di coscienza che si potranno ottenere reali cambiamenti e giungere alla progressiva applicazione della norma. Ipotesi confermata di recente, con la decisione dell'Associazione e dei sindacati di costituire un tavolo tecnico per l'elaborazione di un testo da presentare alla Commissione Paritetica prevista dal vigente contratto delle Autonomie Locali, e di convocare una riunione tecnica in settembre, per individuare ulteriori iniziative di approfondimento e collaborazione, anche in funzione dei prossimi incontri con l'ARAN, fondamentali per l'avvio di quella trattativa che dovrebbe concludersi con la nascita di una nuova categoria professionale, quella dei comunicatori pubblici appunto.
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