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Nuova campagna per Al Gore

27/06/2008

Gore lancia una nuova campagna contro il surriscaldamento globale. E lo fa investendo personalmente il denaro del Nobel e parte dei ricavi del suo film.

Ad Al Gore non sono bastati un Oscar (per il suo documentario “An Inconvenient Truth”) e un premio Nobel. L’ex vice-presidente americano ha annunciato di voler impiegare 300 milioni di dollari del suo patrimonio personale per una campagna di sensibilizzazione mirata a introdurre nel dibattito pre-elettorale la questione ambientale. Il considerevole importo, che per stessa ammissione di Gore proviene principalmente dal premio in denaro del Nobel e dai proventi del film, servirà a produrre una serie di spot pubblicitari con un messaggio chiaro: l’ambiente ci riguarda tutti, è un impegno che deve superare le posizioni politiche.


Per rafforzare negli spettatori l’idea che la tutela del pianeta è una priorità bipartisan, l’agenzia di advertising che si occupa della campagna (la stessa che negli Usa produce un famoso spot delle assicurazioni automobilistiche Geico) ha deciso di puntare su coppie di testimonial insolite: personaggi pubblici con posizioni notoriamente distanti, che appaiono insieme sullo schermo per ricordare a tutti che l’emergenza climatica è una questione prioritaria.


Il primo tandem ad andare in video, sulla Cbs, sarà composto dal reverendo Al Sharpton e dal pastore conservatore Pat Robertson, che dichiareranno di non trovarsi d’accordo su nulla, tranne che sulla tutela dell’ambiente. Il secondo spot vedrà protagonisti la speaker democratica della Camera Nancy Pelosi e quello che fu il suo avversario repubblicano nella corsa al ruolo, New Gingrich.


Il maggior successo di Al Gore, raggiunto anche grazie alla credibilità di cui gode dopo un Oscar e un premio Nobel, è proprio quello di aver portato alla sua causa figure solitamente così lontane tra loro, di aver raccolto attorno a sé uno schieramento di forze che va dalla chiesa evangelica conservatrice ai gruppi della sinistra ambientalista.


Secondo l’ex vice di Clinton, apparso di recente alla trasmissione della Cbs “60 Minutes” per promuovere la sua iniziativa, è proprio la forza di questa condivisione super-partes delle tematiche ambientali che ha permesso di mettere in minoranza gli scettici. Quelli che dubitano della reale esistenza di un’emergenza climatica (tra cui l’attuele vice-presidente Dick Cheney), secondo Gore “ormai sono come quelli che ritengono il filmato dell’atterraggio sulla Luna un falso girato in Arizona o quelli che pensano che la terra sia piatta”.


L’intervista a “60 Minutes” è un’eccezione per Gore, che ha deciso di non intervenire nella campagna elettorale e di evitare l’appoggio a uno dei due candidati democratici. Nonostante molti nel suo partito lo rivorrebbero in campo, dopo la sconfitta alle presidenziali del 2000 contro Bush, l’ex candidato dell’asinello ha infatti scelto di dedicarsi esclusivamente ai problemi dell’ambiente. E sembra che i suoi progetti vadano oltre Oscar e Nobel, visto che alla domanda del conduttore sulla scarsa attenzione di Hilary Clinton e Barack Obama verso la questione climatica, ha risposto: “Si, è vero. Ma non ho ancora finito”.


Francesco Bottino – Totem
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