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Oscar di Bilancio: i numeri non sono tutto

16/12/2010

I bilanci non contengono solo numeri ma anche storie, relazioni e prospettive. _Gherarda Guastalla Lucchini,_ Segretario Generale dell'Oscar, traccia un bilancio dell'evoluzione delle pratiche di rendicontazione e del premio, dai primi bilanci agli scenari di oggi, fatti di persone, impegno e attenzione al sociale.

di Gherarda Guastalla Lucchini
Quest’anno, nel promuovere il nostro premio, abbiamo voluto sottolineare che per l’Oscar i bilanci non sono solo numeri.
I bilanci che ci apprestiamo a premiare contengono infatti cifre che spiegano l’attività svolta sotto il profilo economico. Ma non solo, perché tutti noi siamo consci che i numeri, per quanto potenti e affascinanti, non dicono l’intera realtà di un’organizzazione. C’è sempre dell’altro che va al di là delle cifre.
“Dio ha creato i numeri interi, tutto il resto è opera dell’uomo”, diceva Leopold Kronecker, grande matematico tedesco morto più di 100 anni fa. Nel “tutto il resto” Kronecker inseriva le costruzioni che possono essere realizzate a partire dai numeri interi, numeri coi quali si possono costruire le serie, i limiti, le funzioni complesse. Ma per noi che siamo qui il “tutto il resto” rimanda invece alla concretezza delle organizzazioni descritte dai bilanci.
Concretezza che è fatta di persone e di volti, di storie individuali e di relazioni, di tessuto sociale e di prospettive. Concretezza che rimanda alla vita.
In altre parole, dopo i numeri, e al di là dei numeri, c’è un resto che deve essere scoperto, presentato e studiato, magari proprio a partire dai numeri stessi.
Un bilancio è la rappresentazione di un’organizzazione che deve essere il più possibile fedele, raccontando con i numeri lo stato di salute di una società, di un’azienda o di un’organizzazione non profit.
In realtà sappiamo bene che un bilancio, per quanto perfetto, difficilmente riuscirà a dire ed esplicitare l’intera concretezza dell’organizzazione a cui si riferisce.
Eppure, in oltre cinquant’anni di storia dell’Oscar, i bilanci che sono stati via via esaminati hanno percorso gli stessi passi da gigante che separano i primi incerti dagherrotipi dalle immagini ipertecnologiche dei film tridimensionali di oggi.
Il fatto è che chi redige materialmente i bilanci ha inventato un nuovo tipo di scrittura, utilizzando i rendiconti per comunicare l’essenza di un’organizzazione.
I bilanci che oggi premiamo testimoniano lo sforzo di andare oltre, di raccontare la realtà, di indicare davvero ciò che vale in un’organizzazione.Questo nuovo tipo di scrittura nasce dalla capacità dimostrata da chi scrive i bilanci di utilizzare i numeri per svelare l’essenza delle relazioni vitali che costituiscono la realtà di un’organizzazione.
Credo di poter dire con orgoglio che l’Oscar di Bilancio è stato motore efficace di questa trasformazione.
L’Oscar di Bilancio, con la rete delle associazioni professionali che contribuiscono al suo funzionamento, ha indicato questo percorso come una grande opportunità nelle mani delle organizzazioni: trasformare il rendiconto finanziario in un’occasione preziosa per costruire nuove relazioni e consolidare quelle esistenti, come ci ha detto Gianluca Comin.
A livello mondiale stiamo però assistendo a un fenomeno nuovo, che riguarda l’idea stessa di bilancio. Si sta infatti affermando la convinzione che un bilancio, per essere davvero efficace, non debba limitarsi a trasmettere i dati contabili, ma debba comunicare l’impatto che l’organizzazione ha e vuole avere sulla società nel suo complesso e sull’ambiente.
Già 18 anni fa, l’Oscar introdusse il Premio Speciale al Bilancio Ambientale, e tre anni dopo il Premio Speciale per il Bilancio Sociale.
Nel 2004, si decise però di rinunciare ai premi speciali, e di assegnare l’Oscar al miglior rendiconto finanziario ed economico patrimoniale correlato a quelli relativi alle performance sociale ed ambientale.
Perché l’ambiente e l’impegno sociale sono stati considerati parte essenziale di un rendiconto economico corretto. Da allora in un bilancio da oscar i dati finanziari devono quindi essere sempre forniti assieme alle performance sociali ed ambientali.
Ma non è tutto. Proprio su impulso della stessa Global Reporting Iniziative, quest’anno l’Oscar con la sua comunità di riferimento ha dato il via a un gruppo di studio sul reporting integrato. L’obiettivo è quello di stabilire le modalità e verificare il percorso che potrebbe portare nel giro di qualche anno alla stesura di unico – e sottolineo unico – bilancio che includa in sé i tre aspetti: economico, sociale e ambientale. Un unico rapporto integrato che aiuti a fornire l’immagine fedele di una organizzazione a partire dal suo impatto complessivo sulla società e sull’ambiente.
L’obiettivo è passare, partendo dai numeri, da una rappresentazione piatta a un’immagine tridimensionale: un unico ritratto che sia in grado di raccontare le organizzazioni sotto le tre dimensioni della finanza, dell’ambiente e della responsabilità sociale.
Questa modalità di comunicazione è perfettamente coerente con il percorso fin qui seguito di andare oltre i numeri, ma è anche coerente con quello che oltre 60 anni fa scrivevano i Padri Costituenti pensando alla libertà dell’attività d’impresa.
“L’iniziativa economica privata è libera”, si legge all’articolo 41 che abbiamo riproposto nel video di apertura di questa cerimonia, ma lo stesso articolo conclude affermando che “La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”.
Le aziende, in altre parole, non si misurano da se stesse e non trovano unicamente in sé la loro ragione d’essere. La misura del loro valore, afferma la Costituzione, risiede nella loro utilità sociale complessiva: un’utilità che contempla il profitto, ma che deve riguardare anche il benessere dei dipendenti, dei fornitori, le relazioni corrette con gli azionisti, i clienti e i consumatori, il rispetto delle leggi…
Mi piace allora ricordare che molte delle organizzazioni che partecipano all’Oscar si sono già incamminate verso l’integrazione dei loro bilanci.
E questo perché l’Oscar di Bilancio è un laboratorio avanzato nel quale la comunità economica italiana sperimenta e studia, sotto tutti i punti di vista, le tecniche migliori di reportistica con lo scopo di realizzare documenti che siano davvero strumenti di comunicazione capaci di incidere positivamente sulle relazioni sia interne sia esterne all’organizzazione stessa.
La validità di questo laboratorio è garantita dalla qualità delle organizzazioni che collaborano all’Oscar mettendo a disposizione la loro professionalità: organizzazioni i cui nomi continuano a scorrere sugli schermi di questa sala.
E’ a loro che va il nostro grazie, un grazie che indirizziamo in particolare all’impegno del Presidente della Giuria Angelo Provasoli. Ma soprattutto, un grazie va a tutte quelle organizzazioni – e sono tante – che anno dopo anno sottopongono i loro bilanci all’attenzione delle Commissioni di segnalazioni e alla Giuria, non solamente per vincere, ma perché vogliono contribuire alla costruzione di questa comunità virtuosa che è la comunità dell’Oscar di Bilancio.
I numeri dunque non sono tutto, ma è dai numeri che si deve partire per descrivere le organizzazioni.
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