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Otto anni di intensa navigazione: il saluto di Vladimiro Vodovipec

20/12/2005

La lettera 'di fine mandato' del direttore di Ferpi ai soci. Con un'affettuosa introduzione del vicepresidente Fabio Bistoncini.

Un grazie è dovuto... ma in questo caso è insufficiente.E' difficile immaginare una FERPI senza Vladimiro. E' la prima cosa che ho pensato quando qualche mese fa il nostro Direttore Generale espose ad Andrea Prandi, appena eletto Presidente, l'intenzione di tornare nella sua Trieste e quindi di lasciare l'incarico in Via Larga. Chi scrive ha avuto modo di collaborare con Vladimiro "soltanto" negli ultimi quattro anni, da consigliere prima e da vicepresidente poi.Sono molto meno titolato quindi di tanti "vecchi" soci che con lui hanno vissuto intensamente la vita della nostra associazione nell'ultimo decennio. Un lungo periodo che, come ricorda lo stesso Vladimiro, è stato costellato da luci ed ombre, da momenti esaltanti e da altri in cui la FERPI sembrava aver smarrito la sua funzione di catalizzatore e moltiplicatore di esperienza e cultura professionale. Uno dei meriti di Vladimiro è stato quello di riuscire, tra gli alti e bassi, a mantenere la "barra dritta", a fare andare avanti la macchina associativa nonostante tutto. Con la sua presenza costante in sede, con i suoi consigli e soprattutto con un dialogo costante e paziente con tutti noi soci, con le nostre ansie, dubbi, richieste a volte plausibili a volte assolutamente inconcludenti.Vladimiro cioè è stato spesso il collante che ha tenuto insieme il tessuto associativo con garbo, discrezione e ironia. Ha saputo proporre e mediare tra le diverse soluzioni di un problema, ha saputo pungolare e stimolare il gruppo dirigente, ha spesso fatto da "pompiere" quando gli animi si accendevano eccessivamente. Tutto ciò sempre nel rispetto dei reciproci ruoli e responsabilità. Una risorsa dunque preziosa, di cui la nostra associazione non deve fare a meno.Per questo motivo l'attuale gruppo dirigente ha intenzione di verificare con Vladimiro i tempi e gli spazi di possibili collaborazioni future. A Valentina Pasolini che ha il gravoso compito di subentrargli nella carica di Direttore Generale, va la fiducia e l'incoraggiamento di tutti noi, consapevoli delle sue capacità e della sua intelligenza nell'individuare un proprio stile di gestione dell'associazione.Mi permetto di chiudere questo breve saluto, mi perdonerà il buon Vodopivec, con un'annotazione personale. In questi anni da Vicepresidente soltanto due volte Vladimiro, contravvenendo al suo proverbiale riserbo, è andato al di là dei "limiti" imposti dal suo ruolo super partes. La prima con una telefonata di cazziata in cui, per la prima e unica volta, ho sentito la sua voce alterarsi spingendomi così a rivedere alcune decisioni già prese; la seconda, molto più recente, con una affettuosa e-mail di riflessioni sul futuro della nostra associazione.Anche per questo, caro Vlad, un grazie è dovuto ma non sufficiente.Fabio BistonciniVicepresidente Ferpi


 Care colleghe, cari colleghi Ferpini, amici e simpatizzanti di Ferpi,dopo otto anni (in verità meno due mesi) di "onorato servizio" nella Ferpi, con la Ferpi, per la Ferpi, mi accingo a lasciare l'amato posto di direttore della nostra Associazione. Tanti sono infatti gli anni passati a partire da quel marzo 1998 in cui la Ferpi mi ha contattato per chiedermi di occuparmi degli affari correnti dell'Associazione con sede di lavoro in pieno centro di Milano, al numero 13 di via Larga.Mi rendo conto soltanto ora quanto, piano piano, questo indirizzo sia diventato per me quasi una seconda casa e quanto, quasi senza accorgermi, la Ferpi sia diventata parte integrante delle mie giornate facendomi molto presto dimenticare i venti anni passati in precedenza come responsabile delle RP in una grande azienda multinazionale.Si è trattato di un rapporto di lavoro diventato ben presto non solo coinvolgente ma anche entusiasmante e vi spiego perché: primo, perché se così è stato lo devo in gran parte anche a tutti voi. Secondo, perché sono stato il primo direttore nella storia della Ferpi (Uauuuuhhh!). Inoltre: ho collaborato con ben quattro presidenti anche se la collaborazione con il quarto si interromperà dopo soli sei mesi dalla sua elezione.Con loro ho scandagliato la marea della Ferpi che forse mai come in precedenza montava e assumeva connotati sempre più netti, specifici e sempre più autorevoli. Ho avuto così occasione di vivere varie fasi a partire da un prima fase di "bonaccia" cercando di portare nelle vele della nostra associazione le brezze per farla muovere di più; per contro, quasi subito dopo, aggrappato disperatamente alle sartie per restare in equilibrio, mi sono ritrovato a navigare a vele spiegate in quanto gonfiate al limite della loro resistenza dal nuovo "mantice" che soffiava giorno, e notte, per far recuperare alla Ferpi le miglia perdute; successivamente ho visto anche acque rassicuranti con venti di bolina incanalati verso la Ferpi da mani più giovani e gentili ma sempre autorevoli.Ora sto osservando il vigore preannunciato di nuovi capitani coraggiosi e determinati a far fare alla Ferpi ulteriori e interessanti tragitti, pronti a dimostrare la voglia e la capacità di guidare l'equipaggio secondo le intenzioni chiaramente espresse nel loro documento programmatico.Al nuovo presidente e a tutto il suo board vanno i miei auguri più sinceri.In questi anni credo di aver conosciuto e ascoltato, uno per uno, tutti, o quasi tutti, i soci della Ferpi, come se si trattasse di componenti di una grande famiglia, in cui, pur tra qualche screzio, tutti remano nella direzione prestabilita e più utile al bene comune. Di tutti conservo un ricordo chiaro e netto e per questo li ringrazio.Ho conosciuto e ammirato menti eccelse, persone che alla Ferpi erano disposte soprattutto a dare, ma ho inseguito volentieri anche chi aspettava a casa sua che la Ferpi gli portasse sull'uscio soluzioni di suo gradimento e in questo impegno tutta la segreteria della Ferpi era sempre impegnata ad ascoltare soprattutto chi rivendicava maggior attenzione, lamentava disagi o ci aiutava con critiche costruttive. Ahimè, ogni tanto abbiamo dovuto registrare anche qualche dimissione con antipatici sbattimenti di porte, ma tra questi ci sono stati, con nostra grande soddisfazione, anche tanti figliol prodighi che dopo un periodo di seria riflessione sono tornati con noi.Anche per questo ringrazio Mary Posa che dal 2000 ha in mano la segreteria della Ferpi, Marcella Corbetta che da un anno a questa parte la sostituisce per il periodo di maternità, Jessica Farea, la nostra puntuale e precisa consulente per i bilanci della Ferpi Associazione e di Ferpi Servizi, e Valentina Pasolini, che dopo un inizio, tre anni fa, con il Premio Oscar di Bilancio, ha cominciato ben presto a lavorare come un vero e proprio vicedirettore della Ferpi e anche di più.Un vecchio detto triestino recita "Chi va per mar naviga, chi resta in terra critica". E io ho sempre creduto che tra i Ferpini ci sono più quelli che navigano rispetto a quelli che restano a terra e criticano. E' anche vero che ogni tanto dalle acque più o meno tranquille affiorava pure qualche "grido di dolore" che faceva scricchiolare il fasciame della nave, ma lo spirito di gruppo prevaleva e le difficoltà si componevano per dar vita a nuove accelerazioni. Come è giusto che sia.Da parte mia ho sempre cercato di astenermi dal fare pubblici commenti perché ritenevo che il ruolo del direttore fosse quello di buttare acqua sul fuoco, di smorzare le polemiche, di non criticare ma, al contrario, sostenere con il lavoro quotidiano e "dietro le quinte" i programmi che man mano venivano varati dal board e dalle varie commissioni e gruppi di lavoro e tutti coloro che nell'associazione avevano responsabilità istituzionali. A dire il vero qualche occasione di modesto dissenso l'avrei avuta anch'io, ma lo dico con tutta sincerità, se dei sassolini si sono negli anni infilati nelle mie scarpe, essi possono anche rimanerci fino a consunzione naturale. E' anche questione di carattere.Oggi sono particolarmente contento del fatto che in via Larga 13  continuerà a lavorare come direttore della Ferpi Valentina Pasolini, che ammiro di giorno in giorno di più, soprattutto per la dedizione e l'entusiasmo con cui ha iniziato a seguire il nostro lavoro, pur rendendosi conto fin da subito che tale compito non è una passeggiata nel centro di Milano.Per concludere dico a tutti che la Ferpi  mi è sempre stata a cuore e che più che mai lo è oggi sia per le ragioni contingenti alla Ferpi stessa, sia per il mio distacco, ahimè imminente, dalla "stanza dei bottoni" dell'associazione nella quale, grazie ai contatti quotidiani con la marea Ferpi, ho soprattutto imparato cose di cui mai avrei pensato di aver bisogno. Come già detto dovrei, vorrei ringraziare  uno per uno tutti i soci, gli amici e simpatizzanti della Ferpi e in particolare  coloro che, grazie alle loro menti eccelse e carismatiche continuano ad insegnare e a implementare il corpo delle conoscenze delle Relazioni Pubbliche in Italia.L'elenco di questi nomi sarebbe chilometrico. Non me ne abbiamo gli altri, se con particolare riconoscenza in questa sede ringrazio Attilio Consonni per il costante, disinteressato, infaticabile affiancamento  di cui ero partecipe in tutte le occasioni quando era necessario districare questioni di diritto civile, di articoli statutari, di norme UE o di etica professionale; Toni Muzi Falconi perché tra le altre cose mi ha inculcato la voglia di ritornare sui libri e di studiare, studiare, studiare...Grazie.Vladimiro
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