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Professioni: Catricalà, dalla riforma rischio di rafforzare le caste

16/03/2010

Il presidente dell'Autorità Antitrust, _Antonio Catricalà_, rilancia l'allarme sul rischio di rafforzare le caste nelle libere professioni mentre l'Italia avrebbe bisogno di riprendere con slancio il processo di liberalizzazioni.

Dal palco del forum della Confcommercio a Cernobbio, Catricalà sottolinea che “il tema della concorrenza e’ stato un po’ accantonato a causa della crisi economica’’. Ma ’’le liberalizzazioni servono al paese”. Catricalà indica che se le rendite di posizioni in Italia fossero perequate alla media dei paesi Ocse l’economia italiana avrebbe un beneficio in termini di PIL pari all’1,5% su base annuale.
“Siamo un paese con l’ascensore sociale bloccato, dove il 40% dei figli dei liberi professionisti fa il lavoro del padre”, lamenta il presidente dell’Antitrust che prima ancora di cosa fare mette in rilievo “quello che non dobbiamo fare. Ad esempio una riforma delle libere professioni che ci riporti al 1939”. E se la riforma riguardasse solo gli avvocati “l’Antitrust smetterebbe di urlare”. Se passa per gli avvocati perchè poi non potrebbe realizzarsi una riforma restrittiva nell’accesso alla professione per geologi, consulenti del lavoro e commercialisti.
“Già abbiamo la stranezza delle guide alpine che hanno una regolamentazione – rileva Catricalà – che non hanno nemmeno gli astronauti". Insomma il rischio e’ quello che la riforma delle libere professioni in realtà rafforzi le caste. Tra le urgenze sul fronte delle liberalizzazioni e apertura alla concorrenza, il presidente dell’Antitrust indica poi il settore delle Poste, “dove siamo lontanissimi dalla liberalizzazione. C’e’ bisogno di una autorità che non sia il governo. Non dico di istituire un’altra autorità – afferma Catricalà – c’e’ già l’Agcom che si occupa di tlc e può farlo di Poste”. Anche nel settore dei trasporti e in particolare delle ferrovie in vista dell’apertura al mercato c’è bisogno di una autorità perchè non può essere l’ente a decidere la ripartizione del traffico. “Ogni monopolio – ha detto Catricalà – e’ destinato a peggiorare le condizioni per i clienti ed a far aumentare i prezzi”. Catricalà infine rivolge un richiamo anche a livello regionale. “Si deve intervenire sui sistemi regionali che stanno chiudendo gli spazi alle liberalizzazioni decisi a livello centrale”. A titolo di esempio, Catricalà cita la questione delle parafarmacie.
“In alcune regioni, aprire le parafarmacie è praticamente impossibile per i regolamenti restrittivi decisi dalle regioni”.
Tratto da ASCA
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