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Professionisti & Organizzazione – Organizzazione è relazione

28/03/2014

Quale l’apporto dei comunicatori al futuro degli studi professionali? Una riflessione di _Roberta Zarpellon,_ autore e curatore del volume _L’Organizzazione per gli Studi Professionali,_ del gruppo di lavoro Ferpi - Comunicare le professioni intellettuali, inaugura la rubrica _Professionisti & Organizzazione._

di Roberta Zarpellon
Il Professionista, in qualità di knowledge-worker, ripone la sua “ricchezza” nel capitale intellettuale e nella capacità di fare tesoro delle conoscenze acquisite producendo nuove idee e soluzioni. Questo ruolo, ribadito anche dal Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, nella prefazione del recente volume L’Organizzazione per gli Studi Professionali pubblicato dal Gruppo di Lavoro Ferpi Comunicare le professioni intellettuali, richiede che il Professionista metta al centro del suo lavoro la produzione di un valore per il proprio Cliente, per sé stesso e, di riflesso, per la Società. Ma cosa accade quando la produzione di questo valore non viene pianificata in maniera strategica? Non è facile stabilire quali siano i costi della non-organizzazione nel mondo libero professionale. Quello che sappiamo di certo è che una barca senza timoniere può sempre veleggiare lasciandosi guidare dal vento, ma questo suo procedere sarà a dir poco incerto, poco efficace. Per questo, sempre più spesso, i cambiamenti che il mondo degli studi professionali vive in termini di mercato, conoscenza, normativa e tecnologia, stanno spostando il focus degli studi verso un modello organizzativo di tipo aziendale.
E’ proprio in questo momento di passaggio, dove il baricentro si sta spostando per raggiungere un diverso equilibrio, che il ruolo dei comunicatori diventa non solo funzionale al nuovo approccio organizzativo ma esso stesso elemento determinante per la buona riuscita della trasformazione e per il successo futuro dello Studio. Un ruolo che, per la prima volta, il volume L’Organizzazione per gli Studi Professionali ha inteso approfondire mostrando come un approccio circolare, capace di includere tute le fasi di programmazione e attuazione di un corretto clima di organizzazione debba partire da punto ben preciso: la Relazione.
Sono ben consapevole che gli studi, oggi, si avvicinano al tema organizzativo per un’esigenza contingente: si vogliono ridurre i costi fissi, rendere più efficienti le attività, oppure migliorare la gestione quotidiana dell’ufficio o, ancora, liberare del tempo lavoro. Ma in tutto questo, credo sia bene considerare che le nuove sfide per i processi organizzativi dello studio acquisiscono forza e concretezza quando la riflessione parte dall’individuo, ovvero dal “perché”, prima che dal “come”.
Organizzazione è, infatti, Relazione. E questo, quando si parla di Studi, vuol dire, prima di tutto, considerare la struttura dinamica e interattiva per quello che è: un insieme di persone che interagiscono tra loro e con il mondo esterno. Una buona Relazione è dunque l’elemento che crea i presupposti per una buona Organizzazione. In tutto questo, la comunicazione è strategica perché concorre alla creazione e alla diffusione di quel valore che abbiamo visto essere il focus della vita di ogni studio professionale. Generare e sostenere relazioni, sviluppare fiducia e conoscenza, produrre credibilità, sono tutti obiettivi ai quali lo Studio Professionale può puntare quando affronta i temi dell’Organizzazione partendo dalla Buona Relazione e dalla Buona Comunicazione.
In questo senso, quindi, i comunicatori hanno una grande responsabilità e opportunità: offrire approcci che permettano di crescere nella consapevolezza che l’Organizzazione è un primo punto strategico di partenza per migliorare il proprio Studio. Il tutto rendendo esplicito e concreto ai pubblici, ai clienti e al mercato il proprio valore.
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