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Pubblica Amministrazione: gli Oscar 2011 evidenziano un ritrovato senso delle istituzioni

19/10/2011

Nonostante la grave crisi di quest’anno, le celebrazioni per i 150 anni per l’Unità d’Italia hanno restituito agli italiani il senso delle istituzioni. Il successo che hanno avuto e continuano ad avere è dovuto allo stesso spirito che anima l’Oscar di Bilancio della Pubblica Amministrazione, un premio quest’anno davvero italiano, con riconoscimenti assegnati a nord, centro e sud. L’intervento del Segretario generale dell’Oscar, _Gherarda Guastalla Lucchini,_ in apertura di cerimonia.

Il 2011 ha portato un regalo inatteso per il nostro Paese. In mezzo alle tante difficoltà che conosciamo, soprattutto di natura economica, i mesi trascorsi hanno fatto riscoprire a molti italiani il valore dello stato unitario. Nonostante un certo scetticismo iniziale, le celebrazioni per il 150° anno dell’unità d’Italia si sono tramutate in un evento di popolo. Gli italiani hanno dimostrato nei fatti, con migliaia di gesti compiuti da semplici cittadini, madri e padri con i loro bambini, di riconoscersi nelle istituzioni dello Stato repubblicano. Credo che questa riscoperta sia stata a un regalo inatteso e, per certi versi, insperato.
Tra le iniziative dei 150 anni dello stato unitario, meno di un mese fa è stata inaugurata a Roma una mostra promossa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri intitolata La macchina dello stato – leggi, uomini e strutture che hanno fatto l’Italia. La mostra, che si tiene nella sede dell’archivio centrale dello stato, racconta la storia di quelle strutture amministrative che, dal 1861 al 1948, hanno contribuito a costruire il nostro Paese.
Mi piace citare questa mostra perché esprime con chiarezza il senso che ha spinto la Federazione delle Relazioni Pubbliche italiana a organizzare la seconda edizione dell’Oscar di Bilancio della Pubblica Amministrazione. Una Pubblica Amministrazione che è composta da uomini che lavorano nello e per lo stato, e che con il loro impegno contribuiscono a mandare avanti questo Paese.
Lo stato non è infatti un ente anonimo o una macchina senza nome, ma al contrario è un’organizzazione il cui volto è costituito dai volti delle centinaia di migliaia di persone che ne portano avanti l’attività. Queste persone lavorano non solamente nelle amministrazioni centrali, ma anche,o forse soprattutto, nei tanti enti locali che oggi sono diventati parte integrante del funzionamento della macchina pubblica.
L’Oscar di Bilancio della Pubblica Amministrazione è nato per indicare quei casi nei quali questa macchina, composta da uomini, funziona in maniera virtuosa, perché questa è la macchina che rende vitale il nostro Paese. Specificatamente, questo premio segnala i comportamenti virtuosi di quelle amministrazioni locali che comunicano il proprio bilancio economico, sociale e ambientale con efficacia, trasparenza, efficienza e puntualità.
L’Oscar di Bilancio della Pubblica Amministrazione si rispecchia nell’Oscar di Bilancio delle Imprese e delle Organizzazioni non profit, l’altro premio promosso da Ferpi, perché tutte queste realtà si integrano e si sostengono a vicenda.
Senza una Pubblica Amministrazione affidabile e trasparente le imprese stentano a crescere e vedono messa a repentaglio la loro stessa sopravvivenza, così come senza imprese sane la Pubblica Amministrazione diventa debole ed esangue. Le imprese hanno bisogno di vedere nella Pubblica Amministrazione un alleato affidabile e puntuale.
Credo quindi che non ci sia alcun bisogno di sottolineare l’importanza che ha oggi per ogni amministrazione e ogni ente la redazione di rendiconti puntuali e trasparenti. Per l’ente pubblico questa esigenza è divenuta oggi ancora più pressante. Le amministrazioni pubbliche, infatti, sono chiamate a rendere conto dei soldi che i cittadini affidano loro tramite il prelievo fiscale, e oggi i cittadini non sono più disposti a concedere deleghe in bianco.
In un’ottica sempre più federalista, vogliono sapere come questi soldi sono amministrati, comprendere le ragioni delle scelte effettuate, controllare l’elenco delle spese, valutare l’impatto sociale delle politiche attuate, scoprire il senso degli investimenti e magari riuscire ad individuare sia eventuali sprechi, sia ottimi ritorni.
Questa presa di coscienza costituisce un passo avanti nel percorso democratico, perché rappresenta un coinvolgimento personale, il segno del passaggio dall’essere sudditi all’essere cittadini.
Molte amministrazioni hanno colto la positività di questa esigenza, e hanno realizzato dei bilanci che non sono solamente dei rendiconti, ma che sono progettati davvero per comunicare, ossia per creare relazioni e legami tra pari.
Le iniziative messe in campo per costruire dei percorsi di comunicazione sono davvero molte. Si va dall’implementazione di siti ad opuscoli che spiegano il bilancio, da lettere dell’amministrazione a report che rendono conto sia degli obiettivi auspicati sia dei risultati effettivamente raggiunti. In queste iniziative si scopre l’esigenza di sperimentare e utilizzare linguaggi nuovi che riescano a tradurre le cifre dei bilanci in parole e concetti comprensibili a tutti gli elettori.
La giuria, presieduta dal prof. Piero Giarda, ha potuto così esaminare dei rendiconti realizzati con cura e un buon livello comunicativo; e colgo qui l’occasione per ringraziare personalmente il professore giarda, che da oltre due anni si è impegnato con passione in questa avventura. Senza di lui infatti non sarebbe certo stata sufficiente quella che un mio collega ha definito la mia cocciutaggine, per impostare e gestire questo premio. Ringrazio tutti i membri della giuria e delle commissioni di segnalazione per la passione e la cura con le quali hanno esaminato i bilanci pervenuti.
Un lavoro che, voglio ricordarlo, svolgono a titolo gratuito perché credono nello spirito e nella funzione anche educativa che anima il nostro premio.
E’ importante sottolineare che le esperienze positive di bilanci che comunicano davvero non riguardano solamente aree specifiche del Paese, ma sono presenti tanto al nord, quanto al sud e al centro Italia. Come vedremo, infatti, i bilanci vincitori di questa edizione dell’Oscar di Bilancio della Pubblica Amministrazione sono stati redatti da amministrazioni presenti lungo tutto lo stivale.
Non nascondo, però, che il percorso è ancora lungo. Avremmo desiderato che vi fosse un numero maggiore di adesioni. Le domande di partecipazioni ci sono state, ma ne mancano all’appello, se così si può dire, ancora molte.
L’impressione è che per molte amministrazioni sia ancora difficile scegliere di pubblicizzare il proprio bilancio, al di là di ciò che impone la legge. La decisione di non dare pubblicità ai propri risultati economici, sociali e ambientali è però di corto respiro, perché spesso nasconde proprio la positività di quanto è stato ottenuto.
Una comunicazione insufficiente del proprio bilancio costituisce un vulnus per un rapporto maturo tra ente locale e cittadini, e non rende neppure giustizia ai tanti collaboratori dell’ente pubblico che lo hanno redatto, spesso non senza difficoltà. Penso infatti a quei piccoli comuni dove il sindaco e la giunta devono, tra virgolette, “arrangiarsi”, ma anche alle amministrazioni più grandi dove collaboratori illuminati si sforzano di tracciare nuove strade per rendere conto dell’operato dei loro enti.
Tra le immagini che ricordo più volentieri della cerimonia dello scorso anno della premiazione dell’Oscar di Bilancio della Pubblica Amministrazione ci sono sicuramente i volti sorridenti e soddisfatti dei funzionari che materialmente avevano redatto i bilanci premiati. Vedere riconosciuto la qualità del proprio lavoro era stato per molti una vera soddisfazione. L’Oscar vuole segnalare l’importanza di questo lavoro, che rende i cittadini consapevoli del loro ruolo, e che trasforma gli enti pubblici in alleati e partner di sviluppo.
Questi funzionari rappresentano il volto migliore della Pubblica Amministrazione, assolvendo con coscienza il ruolo di collegamento fra ente locale e cittadino. E’ a loro che dedichiamo questo premio, con la speranza che il numero di amministrazioni che scelgono di seguire il loro esempio cresca ogni anno di più, per il bene stesso del nostro Paese.
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