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Quel bigotto di Gordon Brown e le relazioni pubbliche

30/04/2010

Prendendo spunto da un fatto di cronaca, la gaffe di Gordon Brown con un microfono che non sapeva essere acceso, _Toni Muzi Falconi_ riflette sulla privacy e su come gli attuali mezzi di comunicazione ne abbiano completamente stravolto il concetto.

di Toni Muzi Falconi
L’ultima gaffe di Gordon Brown causata da un microfono rimasto involontariamente acceso e che potrebbe contribuire alla perdita della maggioranza dei Laburisti fra qualche giorno, al di là delle tante considerazioni che invadono in queste ore la blogosfera, mi inducono ad una riflessione laterale: la morte effettiva della privacy per chiunque viva nella società interconnessa 24/7 (alla quale facciamo parecchia fatica ad assuefarci) per chiunque, indipendentemente dal ruolo sociale… e quali le implicazioni sulle relazioni pubbliche.
Per dirla tutta: l’unica cosa di cui si possa essere sicuri oggi (ma anche questa è discutibile…) sono i nostri pensieri.
Lasciando da parte le attitudini consolidate a considerare la privacy come un diritto fondamentale e irrinunciabile (malgrado le continue e quotidiane dimostrazioni del contrario… suvvia…) dobbiamo renderci consapevoli che la fiducia in un individuo o una organizzazione, deve superare costantemente la prova della mamma: e cioè come la prenderebbe la mia mamma se quel che dico apparisse domani sulla prima pagina del Corriere della Sera?
In verità questa è sempre stata una regola di bazzica per qualsiasi affermazione in pubblico, assai prima della comparsa di Internet e uno dei paradigmi della nostra professione da oltre 100 anni.
Cambia che, oggi, la regola vale anche per quel che diciamo in privato, e si affaccia anche per quel che pensiamo…
Se un soggetto che ci tiene alla fiducia è uno che fa quel che dice dobbiamo disciplinarci a pensare e dire, in privato e in pubblico, quel che non turberebbe nostra madre il giorno dopo quando potrebbe leggerci sul Corriere.
Certo, questo crea molteplici conseguenze, e come tutte le novità sociali, nel bene e nel male e merita una attenta riflessione di natura professionale.
In ogni caso, questa tendenza relativamente recente e nuova ha un forte impatto, in termini di corpo di conoscenze, di competenze e di abilità per quello che oso ancora sperare ancora vigente ruolo essenziale della pratica comunicativa nella nostra società di oggi e di domani.
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