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Questa settimana da Op-ed a Public Relator: il nostro dizionario delle Rp

25/05/2004
Op-edCon questo termine si intende un testo scritto da un non giornalista, solitamente rappresentante di interesse, di azienda o di un gruppo di pressione, che un giornale pubblica nella pagina degli editoriali perché il suo direttore ritiene argomenti e contenuti sufficientemente interessanti. Non è un publiredazionale e non comporta da parte dell'autore o dell'interesse che lo sostiene una  qualsiasi contropartita monetaria. In relazioni pubbliche è uno strumento applicato soprattutto quando si sviluppa una campagna di tematizzazione. Gli autori talvolta non sono neppure direttamente rappresentanti dell'azienda o del gruppo di interesse che lancia il tema, ma persone note e stimate per altre ragioni, che esprimono sul tema una loro opinione normalmente non troppo discordante da quella sostenuta dall'azienda o dal gruppo di interesse, che gli chiede di predisporre l'articolo e poi si preoccupa di trovare il giornale disponibile a pubblicarlo. Alternativamente, prima si concorda con il giornale l'uscita purché l'articolo sia a cura di una firma ritenuta appetibile dal direttore, poi si contattano le firme prescelte e si chiede loro se hanno interesse a fare uscire un editoriale a loro firma su una determinata testata. Naturalmente sarà necessario per il relatore pubblico far pervenire a chi accetta, un dossier di informazioni cui ispirarsi e magari anche qualche pezzo parzialmente confezionato per risparmiare fatica al testimone evitando così anche brutte sorprese sempre possibilil nei contenuti…Opinion pollSondaggio di opinione. In relazioni pubbliche lo strumento è utilizzato da decenni, anche se i non addetti ai lavori non se ne rendono conto.Molti dei  sondaggi di opinione che vengono pubblicati dai media o che rappresentano pretesti per convegni, tavole rotonde, dibattiti sono commissionati, e purtroppo non sempre con modalità trasparenti, da interessi ben precisi che intendono avvalersi dei risultati del sondaggio per influenzare le opinioni degli altri. E' ampiamente dimostrato che molti lettori e telespettatori sono facilmente influenzati dai risultati di un sondaggio di opinione: se la maggioranza la pensa in un determinato modo allora vuol dire che deve essere così e anch'io allora la penso in quel modo… Naturalmente pochi sanno che in un sondaggio la formulazione della domanda determina il risultato e che basta cambiare una parola che il risultato cambia. Relatori pubblici e, ancora di più, sondaggisti e ricercatori sono responsabili di non poche manipolazioni assai discutibili. D'altro canto è anche vero che a stimolare questo modo assai approssimativo di fare comunicazione sono gli stessi media i quali, con modalità solitamente acritiche e pur di occupare spazio, sono ben felici di pubblicare articoli preconfezionati con tabelle improbabili e comunque non trasparenti che si riferiscono a sondaggi di opinione sulle materie più strampalate e sugli argomenti più frivoli.In alcuni casi invece il sondaggio di opinione è davvero utile per sapere come qualche segmento di pubblico la pensa su una determinata questione, ma si tratta di una minoranza di casi.Press agentryE' il primo dei quattro modelli di Grunig. Press agent è quel professionista che per conto di una organizzazione, un interesse, una persona, si propone la finalità di attirare l'interesse del giornalista e lo spazio/tempo del suo media verso il suo cliente/datore di lavoro. Il press agent, almeno nell'immaginario collettivo, poco si preoccupa che le informazioni pubblicate siano vere o false, positive, neutrali e negative. L'importante è occupare lo spazio per impedire che lo occupino altri. E' un modello asimmetrico che vede la fonte in posizione dominante e unidirezionale.Press releaseComunicato stampa. Solitamente è un documento ufficiale, firmato, datato e fornito di indicazioni di chi è disponibile per fornire ulteriori informazioni, col quale una organizzazione esprime una posizione o diffonde una notizia. Non deve superare le 20 righe e la cartella di testo. Può contenere un occhiello, un titolo, un sommario e degli allegati per eventuali approfondimenti. Il testo deve rispondere alle cinque w: chi (who), quando (when), dove (where), cosa (what), come (how). Un comunicato stampa va inviato simultaneamente a agenzie di stampa, radio/tv e quotidiani.Proactiveassumere l'iniziativa, essere proattivi: il contrario di reactive che sta per essere reattivi.Public informationE' il secondo dei quattro modelli di Grunig e si riferisce all'informazione oggettiva, quella dovuta, quella che magari non dice proprio tutto, ma quello che dice è fondato. Si tratta di una evoluzione della press agentry che riconosce al giornalista il diritto di sapere. E' un modello meno asimmetrico e più bidirezionale. Public interestinteresse pubblico. E' il grande dilemma etico dei relatori pubblici. Come ci si deve comportare quando l'interesse che si rappresenta è in conflitto con un qualche interesse pubblico? Il protocollo della Global Alliance, ultimo in ordine di tempo dei tanti documenti etici delle relazioni pubbliche, è molto chiaro: si deve privilegiare l'interesse pubblico. Già, ma cosa è l'interesse pubblico? Il relatore pubblico può rappresentare un interesse pubblico che è in conflitto con un altro interesse pubblico, oppure un interesse privato o sociale che è coerente con un certo interesse pubblico e incoerente con un altro. La questione è tutt'altro che semplice… ma già l'affermare che di fronte a un conflitto potenziale che si palesa il relatore pubblico deve privilegiare l'interesse pubblico, per quanto sia affermazione carica di ambiguità, costringe comunque il professionista a trovare e razionalizzare altri interessi pubblici coerenti con l'interesse rappresentato: e questo non è l'ultimo dei vantaggi argomentativi, dialettici e retorici che un relatore pubblico possa desiderare. In ogni caso e alla fine, il vero interesse pubblico è quello, fra i tanti possibili, che il decisore pubblico decide di privilegiare quando assume una decisione. Ed è per questo che è così importante per un qualsiasi soggetto sforzarsi di partecipare proattivamente al processo decisionale pubblico: è l'unica garanzia che si ha che il decisore pubblico possa prendere in considerazione anche la nostra posizione. Se non la esprimiamo non possiamo pretendere che ne tenga conto.Public opinionTermine coniato nei primi anni venti dal sociologo, giornalista e opinionista Walter Lippmann per declinare i compiti del giornalista: interpretare gli avvenimenti tenendo conto delle aspettative dell'opinione pubblica. E' una figura, oggi, carica di ambiguità. Rappresenta l'opinione della maggioranza? Viene indicata dai risultati dei sondaggi di opinione? E' l'opinione espressa dai media più rappresentativi? E chi forma l'opinione pubblica? La classe dirigente? Sono i media? E, se è così, contribuisce di più la stampa o la televisione a formare l'opinione pubblica? Sono tutte domande che trovano mille e più risposte, diverse fra loro nella copiosa lett e spesso inutile letteratura. Per il relatore pubblico conviene aggirare la mal posta questione e preoccuparsi soprattutto di identificare i pubblici influenti e gli interlocutori primari dell'organizzazione, ascoltarli, tenere conto ove opportuno delle loro opinioni e basare le proprie iniziative su queste.Public relatorIl termine non è molto popolare ma comincia a crescere il suo uso. Relatore pubblico è il professionista che si occupa di relazioni pubbliche. Chi preferisce questo a comunicatore lo fa perché privilegia l'aspetto relazionale della professione a quello comunicativo e considera la comunicazione come strumento della relazione.
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