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Regina e Governo UK riconoscono le relazioni pubbliche

22/02/2005

E' il primo Paese ad attribuire alla associazione professionale nazionale un riconoscimento giuridico. E in Italia?

The planned and sustained effort to establish and maintain goodwill and mutual understanding between an organisation and its publics' ecco come la Regina Elisabetta e il Governo Blair definiscono la professione (l'attività programmata e continuativa per sviluppare e mantenere buona volontà e comprensione reciproca fra una organizzazione e i suoi pubblici) nel decreto che istituisce il Chartered Institute of Public Relations. Un risultato storico per le relazioni pubbliche nel mondo!Online potrete leggere il decreto e consultare tutta la documentazione predisposta dai nostri colleghi inglesi per diffondere la buona novella.
Segue il commento di Toni Muzi Falconi (recentemente eletto socio onorario della nuova organizzazione inglese e quindi primo relatore pubblico italiano riconosciuto da una legge dello Stato).
"Fra i tanti obiettivi che la Ferpi (Federazione Relazioni Pubbliche Italiana) si è data quando venne fondata 35 anni fa (1970), il riconoscimento giuridico della professione delle relazioni pubbliche, è il solo che ancora latita' in modo visibile e, visti gli anni trascorsi, anche clamoroso!
La scelta di questo strumento fu lungamente discusso dai soci fondatori come preferibile alla istituzione di un Ordine Professionale che in quegli anni sarebbe stato assai facilmente ottenibile dallo Stato. E questo per diverse ragioni: la più importante delle quali era che i fondatori erano ben maturi e consapevoli che l'allora Comunità (oggi Unione) Europea aveva scelto una posizione di ostilità alla formazione di nuovi Ordini Professionali invitando reiteratamente gli Stati membri a modificare quelli esistenti per trasformarli in Associazioni Professionali.
Per fare un solo esempio, in Europa oggi l'Italia è l'unico Paese ad avere un Ordine dei Giornalisti..E' successo infatti che, a differenza degli altri Paesi Europei, il nostro non solo non ha allineato gli Ordini esistenti, ma ha dato vita a molteplici e nuovi Ordini Professionali fino a produrre una oscura selva di organismi che, per la maggior parte, si sono trasformati in raggruppamenti chiusi, tesi alla sola tutela degli interessi dei soli iscritti, sordi alle aspettative della società e protetti da leggi dello Stato che discriminano il libero accesso all'esercizio professionale da parte di coloro che, italiani o europei, non ritengono di aderire alla corporazione'. Non è un caso che la riforma degli ordini viene considerata priorità assoluta ( e senza costo) per il recupero della competitività del Paese sui mercati internazionali.
Questa scelta di fondo originaria ha sempre penalizzato l'attrazione verso la Ferpi di decine di migliaia di colleghi che, inconsapevoli o comunque disinteressati, hanno preferito non associarsi, attirati soprattutto dalle facilitazioni che linee aeree, ferrovie, autostrade..insomma una parte consistente del peggio della società italiana& hanno sempre concesso ai giornalisti con larghezza nell'esplicito intento di ridurne l'esercizio critico.
Fu una scelta, quella della Ferpi, che ha oggettivamente privato la professione della possibilità di darsi un organo rappresentativo sufficientemente forte e autorevole per trasferire alla società italiana una visione coerente delle effettiva funzione delle relazioni pubbliche. Ne paghiamo lo scotto e ne siamo consapevoli, ma non avremmo neppure il coraggio di guardarci allo specchio (come i tanti, tanti colleghi giornalisti seri e perbene che conosciamo) se avessimo ceduto all'andazzo di un Ordine.
Si pensi che aderiscono alla Ferpi -e sono quindi tenuti a rispettare comportamenti professionali e deontologici specifici- soltanto un relatore pubblico sui settanta che a diverso titolo operano sul mercato italiano. Si capirà bene che la qualità della percezione pubblica della nostra professione rappresenta, contrariamente a quanto noi stessi andiamo dicendo, un vero e proprio miracolo di capacità di comunicazione di cui la nostra piccola Federazione deve essere orgogliosa!!
Sono state innumerevoli in questi 35 anni i tentativi della Ferpi di argomentare la giustezza delle sue posizioni, e raccontarli tutti implicherebbe un nuovo tomo di centinaia di pagine.
Sta di fatto che non siamo finora riusciti ad ottenere questo benedetto riconoscimento giuridico!
Siamo perfino arrivati al punto (ma questo è stato un imperdonabile errore di disattenzione dei dirigenti Ferpi di allora, poiché sarebbe stato assai facile bloccarne l'iter) di essere stati costretti nel 2000 a cedere' per legge (150/2000), almeno nelle Amministrazioni Pubbliche, la funzione delle relazioni con i media a professionisti iscritti all'Ordine dei Giornalisti&.come se i Giudici dovessero tutti provenire dall'Albo degli Avvocati, o viceversa!!
Una sopraffazione bella e buona sanzionata da un forte ed esplicito richiamo di concorrenza sleale dell'Autorità Antitrust al Parlamento e da un disperato non possumus' (intervenire nelle legislazioni nazionali in materia) dall'Unione Europea di fronte al quesito di sostenibilità della norma che la stessa Ferpi aveva sollevato.
Che c'è di nuovo?
C'è di nuovo che nell'ambito della delega al Governo sulla competitività' che verrà approvata nei prossimi giorni, sembra che il Parlamento affidi al Governo il mandato di emettere nuove norme erga omnes relative alla riforma delle professioni e al riconoscimento della associazioni non riconosciute come è la Ferpi.
Non c'è da essere particolarmente ottimisti neppure questa volta, ma forse il deus ex machina per accelerare il processo è arrivato inaspettato.
IL GOVERNO BRITANNICO (SI', PROPRIO QUELLO CUI TANTO SI ISPIRA IN QUESTO PERIODO IL MINISTRO SINISCALCO!) HA APPROVATO QUALCHE GIORNO FA IL RICONOSCIMENTO GIURIDICO DELLA ASSOCIAZIONE CONSORELLA DELLA  FERPI: L'INSTITUTE OF PUBLIC RELATIONS, CHE DAL 9 FEBBRAIO SI CHIAMA CHARTERED INSTITUTE OF PUBLIC RELATIONS.E' l'evento più importante per la comunità mondiale delle relazioni pubbliche da quando tre anni fa è stata costituita la Global Alliance for Public Relations and Communication Management, di cui la Ferpi è socia fondatrice. I soli Stati che registrano precedenti di leggi nazionali che regolano la nostra professione -in quanto tale- sono Brasile, Nigeria, Panama e Perù. Ma si tratta di Paesi ove sono stati istituiti Ordini Professionali, proprio quelli cui la Ferpi ha sempre rifiutato di aderire.Ecco dunque che dal Regno Unito, il Paese che più di ogni altro (Usa compreso) ha in questi anni rafforzato e consolidato il ruolo economico, sociale, culturale ed educativo delle relazioni pubbliche, viene il primo caso di riconoscimento giuridico.
Sarà solo un caso che dopo il Regno Unito il Paese a cui la comunità internazionale guarda con maggiore interesse negli ultimi 5 anni è proprio l'Italia? Così il primo Presidente della Global Alliance è stato un italiano; così il primo e addirittura il secondo Festival Mondiale delle Relazioni Pubbliche (che si terrà a Trieste dal 28 al 30 Giugno prossimi) sono stati assegnati all'Italia; così il contributo di studiosi e ricercatori italiani all'arricchimento del corpo di conoscenze mondiale della professione viene con frequenza riconosciuto come sorprendente.
Che sia anche per la Ferpi e per tutti noi la volta buona????"
Toni Muzi Falconi
 
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