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Relazioni Pubbliche troppo focalizzate sulle relazioni con i media?

18/11/2010

Le Rp si dichiarano interessate alle relazioni con i pubblici ma di fatto restano ancorate nella prassi ad una comunicazione unidirezionale focalizzata sui media. Cambiano gli strumenti di comunicazione, ma non le modalità. Una stimolante provocazione di _Heather Yaxley_ su _PR Conversations._

di Heather Yaxley
Dal punto di vista delle relazioni pubbliche, esiste una questione con tutte le discussioni che riguardano il merito o meno delle modalità economiche di accesso ai contenuti online e l’impatto dei social media o la relazione fra Rp e marketing in questo nuovo mondo. Parliamo continuamente dei media – con scarsa considerazione di ciò che in realtà dovrebbe interessare: il pubblico.
Nuovi modelli di business per i media continueranno ad emergere e ad essere contestati.
L’idea di fondo è che si debba pagare per gestire i canali di comunicazione e/o per generare notizie, opinioni ed altre tipologie di “contenuto”. È sempre stato così con temi quali la qualità, il controllo, i costi e l’accesso, variando di importanza in tempi diversi, luoghi diversi e per persone diverse.
Le “parole d’ordine” attuali invece riguardano tutte l’impegno, l’esperienza e l’influenza – il che sembrerebbe implicare un approccio alle Rp orientato al ricevitore. Ma se si guarda a ciò che viene fatto oggi in nome del giornalismo o delle relazioni pubbliche, si nota una diffusione unidirezionale di messaggi che cercano di informare, persuadere o intrattenere al fine di ottenere un ritorno sull’investimento.
Si tratta delle classiche relazioni con i media, anche se ormai i giornalisti sono diventati i blogger e i comunicati stampa si sono trasformati in tweet di 140 caratteri. C’è un messaggio che stiamo cercando di comunicare e ci concentriamo sul mezzo e sul canale come strumento per raggiungere l’obiettivo.
Per la maggior parte del tempo non abbiamo mai conversazioni che portino uno scambio.
Anche se monitoriamo e misuriamo, è solo un modo per raggiungere ciò che desideriamo.
Guardiamo a quello che dicono gli altri senza ascoltare il loro punto di vista, ma solo per cercare di capire se stanno o meno amplificando il nostro messaggio.
Coinvolgiamo i critici ma solo per far loro cambiare idea o ridurre la loro influenza.
Cerchiamo di essere onesti, le organizzazioni sono interessate oggi soltanto a questo tipo di attività. I giornalisti erano il bersaglio principale perché offrivano l’accesso o la credibilità – la loro intermediazione era più efficace di una comunicazione diretta. Questo stesso dilemma/comportamento è evidente anche nei nuovi media e nei social media.
Questo è vero per le comunicazioni o “relazioni” interne – costruite con altri stakeholder. Guardiamo i messaggi da comunicare e i media con cui farlo – direttamente o per interposta persona.
Se gli argomenti che le relazioni pubbliche siano una funzione orientata alle relazioni devono essere credibili, abbiamo bisogno di rivedere l’approccio. Invece di considerare la qualità della scrittura come competenza di base, dovremmo prendere in considerazione altri aspetti del processo comunicativo, come ad esempio la capacità di ascolto, la negoziazione e il compromesso.
I modelli di pianificazione dovrebbero essere ripensati lontano da un focus esclusivamente orientato al raggiungimento di obiettivi pre-determinati soltanto dal punto di vista dell’organizzazione.
È fattibile? Sulla base dei dati attuali e da una posizione realistica secondo cui le organizzazioni esistono per raggiungere i propri obiettivi, io credo di no.
Ma questo non significa che non dovremmo spostarci in direzione dei pubblici. Molti sono i benefici di una comunicazione orientata alla relazione, e non semplicemente continuando a concentrarsi sulle capacità di creazione del messaggio e sulle relazioni con i media (anche se nelle forme più recenti).
Non saremo in grado di adattare e adottare nuove competenze e approcci alle relazioni pubbliche fino a quando non abbandoneremo la nostra fissazione sulla comunicazione orientata soltanto alle relazioni con i media.
Per seguire il dibattito in corso clicca qui.
Tratto da PR Conversations
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