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Richard Edelman si scaglia contro il Pentagono

05/12/2005

Dal suo blog il guru delle Rp rimprovera il Dipartimento della Difesa per le buone notizie comprate sui media iracheni. E fa una distinzione tra pubblicità e relazioni pubbliche.

La notizia esce sul Los Angeles Times del 30 novembre: ufficiali dell'esercito USA stanno pagando segretamente i media iracheni per produrre resoconti ottimistici su giornali, radio e televisione. Lo scopo? Costruire consenso popolare intorno agli Stati Uniti, portare a compimento gli sforzi di stabilizzazione ed eliminare il sostegno agli insorti musulmani sunniti. Il tutto avviene attraverso Lincoln Group, agenzia di Rr di Washington, che traduce e piazza sui media iracheni le storie, scritte da responsabili dell'informazione dell'esercito USA.Scoppia così il caso del pay for play iracheno. Il Dipartimento della Difesa è costretto ad ammettere in televisione di aver autorizzato Lincoln Group a effettuare pagamenti a giornali e giornalisti per pubblicare articoli inneggianti alla nuova democrazia irachena, importata dalle armi e dai soldati americani. E' un putiferio: le prese di posizione di associazioni e agenzie USA non si fanno attendere. Tra le più autorevoli quella di Richard Edelman, guru delle Rp americane e capo della maggiore agenzia indipendente, che dal suo blog si scaglia contro il Pentagono accusandolo di comportamento assolutamente inaccettabile. "In nessun modo questo comportamento descrive le relazioni pubbliche. È pay for play e una azienda statunitense lo sta mettendo in atto. La pubblicità e le relazioni pubbliche non sono la stessa cosa. Noi non facciamo storyboards. Non compriamo spazi. E non paghiamo giornalisti per essere dalla nostra parte. Se la libertà dei media è l'aspetto centrale di ogni società democratica, allora non possiamo permettere che la nostra industria di Rp ne impedisca lo sviluppo. Il pay for play è sbagliato e inefficace. È una perversione del nostro business, l'offuscamento intenzionale di una chiara delimitazione fra mezzi pagati e mezzi guadagnati".Tra le risposte dei colleghi americani al commento di Edelman voci a favore della sua tesi, ma non solo. Alcuni, senza scandalizzarsi troppo, sostengono che sia una pratica in uso da decenni, usata anche da Clinton in Kosovo. Altri sostengono che in guerra sia lecito abbandonare una parte di etica e propongono l'esempio dell'omicidio: in tempo di pace uccidere è assassinio, ma in guerra i soldati sono moralmente autorizzati a farlo.Lincoln Group - sotto contratto con il Pentagono dal giugno 2005 per sviluppare idee per spot radio e televisivi, documentari, messaggi di testo, pop up per internet, file audio scaricabili, affissioni o novità -  si difende dalle accuse pubblicando sul proprio sito un pezzo in cui sostiene di aver sempre lavorato per promuovere servizi veritieri in Iraq.N.C.

Sempre di Edelman segnaliamo una recente riflessione sulle opportunità e le sfide delle rp in seguito alla trasformazione dei media. L'invito ai colleghi è quello di congiungersi con la conversazione online. "Is Public Relations Ready for Discontinuous Change?". La risposta di Edelman è: sì.
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