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Ridefinire i confini delle Relazioni pubbliche

26/09/2013

Quale il ruolo delle Rp nelle situazioni di conflitto? Possono risolvere o creare nuove sfide? La riflessione di _Gabriele Cazzulini_ sulla necessità di allargare gli orizzonti della professione.

di Gabriele Cazzulini
Relazioni pubbliche: quali confini? In una realtà magmatica, le Relazioni pubbliche sono chiamate alla sfida sulla (ri)definizione dei loro confini. E’ fin troppo automatico pensare che le Relazioni pubbliche siano una “esclusiva” delle organizzazioni consolidate, delle istituzioni, delle aziende. Non è immediato il collegamento, per esempio, tra Relazioni pubbliche e movimenti di protesta. Anzi, è vero il contrario. La protesta, il dissenso sono fenomeni che portano instabilità e quindi tendono a destrutturare le relazioni sociali, incluse quelle intessute proprio dalle Rp. Quindi le Relazioni pubbliche sono inadatte, incapaci, incompatibili in situazioni di conflitto – o sono proprio le Relazioni pubbliche chiamate a neutralizzare le fonti di tensione?
In tutto ciò è evidente una lettura “politica” che vorrebbe le Relazioni pubbliche come “instrumentum regni” , come risorsa a disposizione del “Potere” per gestire una situazione data e non modificabile. Ma oggi non può più essere così. Oggi la crisis non è più un evento straordinario che scombussola l’equilibrio e che invoca una tempestiva soluzione, per riportare tutto come era prima.
Si può guadagnare una visuale più ampia costruendo ponti verso nuovi ambiti delle Relazioni pubbliche, come appunto il dissenso, la protesta, il conflitto. Ad esempio, la competizione tra interesse pubblico o, meglio ancora, tra interesse pubblico, interessi svantaggiati e interessi speciali nel campo della rappresentanza nelle istituzioni. Una significativa parte della dottrina politologica statunitense del ‘900 si è concentrata proprio sulla democrazia come competizione e conflitto tra interessi che non sono tutti uguali e tanto meno dispongono della stessa potenza. Ma ci sono anche le Relazioni pubbliche che investono campagne di sfida “contro il sistema” o comunque tali da andare contro le logiche dominanti.
Domanda finale: le Relazioni pubbliche sono “attiviste”? Sanno creare nuove sfide, oltre che riuscire a risolvere le crisi attuali? Alla fine dei conti qui è in gioco la capacità delle Relazioni pubbliche di saper guardare al cambiamento senza considerarlo sempre e soltanto un problema. In un’epoca attuale dove, tra lo slancio delle startup e le solite, vecchie riforme non si fa altro che parlare di cambiamento, le Relazioni pubbliche possono diventare la professionalità, e la visione, tra presente attuale e presente.
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