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Segnavie: Bauman e le identità liquide

15/06/2011

Sold out il primo appuntamento del ciclo di incontri di Segnavie organizzato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. Oltre 700 persone hanno assistito all’incontro con il sociologo _Zygmunt Bauman._

di Marta Bagno
Nella società liquida le relazioni sono sempre più a rischio. E’ il grido d’allarme lanciato dal sociologo Zygmunt Bauman a Padova lo scorso 27 maggio all’inaugurazione del nuovo ciclo di incontri Segnavie.
“Nella nostra epoca – sostiene il teorico della “liquidità” – il mondo intorno a noi è tagliuzzato in frammenti scarsamente coordinati, mentre le nostre vite individuali sono frammentate in una successione di episodi mal collegati tra loro”.
I legami si indeboliscono fino a liquefarsi, ogni scelta diventa “leggera” e reversibile, l’impegno e il sacrificio sono messi al bando perché “pesanti”, l’imperativo è la soddisfazione dell’Io nel presente, il cittadino diventa consumatore, la comunità si trasforma in uno sciame inquieto. Incertezza ed inquietudine accompagnano l’individuo moderno in un viaggio senza meta che assume i contorni di un naufragio.
Ebreo polacco di nascita, autore di una delle metafore più illuminanti del nostro tempo, la modernità liquida, Zygmunt Bauman, a Padova si è intrattenuto molto sul valore e l’importanza delle relazioni. Per lo studioso, “la nostra modernità nasce dallo scioglimento delle vecchie certezze: le grandi ideologie, istituzioni un tempo granitiche (famiglia, Chiesa e Stato in primis), la nostra stessa identità”.
Se queste sono le sconsolate premesse della modernità secondo Bauman, come possiamo sopravvivere a questo naufragio? Al di là delle ombre è possibile intravedere la fioca luce di un futuro migliore? Queste alcune delle domande affrontate dal sociologo durante l’intervista con l’editorialista del Corriere della Sera, Dario Di Vico nel corso dell’evento.
Cosa sono le identità liquide?
“I liquidi non possono preservare la loro forma per troppo tempo, mutano continuamente e in maniera imprevedibile. La condizione di bisogno implica questa necessità di ri-identificazione continua che genera – da una parte – attrazione e – dall’altra – dolore. Attrazione perché aperta a più possibilità. Dolore, insicurezza, perché non possiamo prevedere il futuro (i grandi cambiamenti degli ultimi 100 anni erano inattesi, pensiamo anche agli atti terroristici), viviamo nell’incertezza”.
“Il mio amico Giddens – continua Baumann – ha coniato il concetto di relazioni pure, che non hanno alcuna forma di vincolo. L’unico vincolo è la gratificazione reciproca, null’altro. Il risultato di questi rapporti “senza impegno” ha creato una forte ansia. Per poter stabilire rapporti puri abbiamo bisogno di più persone, per romperli ne basta una… e questo genera ansia, paura nel partner. Ci sentiamo impotenti".
ll problema della generazione attuale è chi farà qualcosa?
“Le istituzioni che i nostri padri hanno creato non sono più adeguate in quest’epoca globalizzata. Nel XIX secolo è stato introdotto il concetto di nazione. La cultura è stato il principale strumento per creare la nazione moderna. La cultura era una missione, una vocazione, un progetto per il futuro. Non è più così, la cultura non ha più una missione unificatrice nella nostra società di consumatori; è divenuta una collezione di offerte.
Ci mancano delle fondamenta solide e costanti che possano garantire la coesione della società.
L’appartenenza oggi non è più associata, come un tempo, alla comunità ma al network. Oggi voi non ricevete più l’appartenenza, siete liberi di sceglierla. Il processo di individualizzazione che percorre la società contemporanea è il problema nodale. Oggi il nostro posto nella società deve essere un nostro prodotto. La comunità è diversa dal network; la comunità è consapevole che voi ne siete membri, le comunità del passato vigilavano sui loro membri ed esiliavano coloro che non ne accettavano le regole.
Il network funziona in modo diverso, è creato da 2 tipi di attività: connessione e disconnessione, disponibili entrambe con facilità. E’ possibile cambiare la composizione del network cancellando qualche amico dalla propria lista di amici (alcuni ne hanno 2000!) su facebook.
La comunità era un luogo sicuro, il network invece è insicuro… basta un clik per cancellare ed essere cancellati. Nella vita offline è tutto più complesso, per rompere un rapporto dovrete inventare delle scuse, affrontare la rabbia del vostro partner.
Sta a voi decidere in che forma vivere, ci troviamo di fronte a un bivio”.
Perchè le celebrità sono guardate e ascoltate con tanta ammirazione?
“Le celebrità sono note per il fatto di essere note, non sono celebrità per quello che fanno ma per la notorietà che hanno.
Aprendo un account su Facebook è come se vi metteste sul mercato, proprio come un bene di consumo. Certo, come ogni bene di consumo rischiate di non essere notati, ma se tutto va bene potrete diventare molto noti. L’oro scoperto dal fondatore di facebook, attualmente uno degli uomini più ricchi del mondo, è la paura generata dalla fragilità dei legami umani. Su questo “capitale” (abbondante nella nostra modernità liquida) ha fondato la propria fortuna.
Non credo che la modernità liquida sia la società futura ma certamente ci sarà un periodo di interregno. Al momento non abbiamo strumenti efficaci per l’azione collettiva.
Recentemente ho chiesto ai miei amici di facebook: facebook, twitter, foresquare ecc. vi fanno sentire più vicini? Un mio amico ha risposto: mi sento più vicino alla persone da cui sono lontano, che vivono in altri paesi. Poi, un minuto dopo, ha aggiunto: forse però oggi sono più lontano dalle persone a cui sono vicino. E poco dopo ha aggiunto: sono confuso. Ecco, anch’io sono confuso".
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