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Comunicare la conoscenza: il caso LINKS tra innovazione, identità e reputazione

21/10/2025

Ezio Bertino, Delegato FERPI Piemonte e Valle d’Aosta

L’intervista a Roberto Veronesi, Direttore Comunicazione e HR di Fondazione LINKS.

 

In un tempo in cui la reputazione delle organizzazioni non nasce più nei corridoi delle Direzioni Comunicazione ma nelle comunità che sanno generare fiducia e significato, la Fondazione LINKS rappresenta un laboratorio prezioso.


Nata dalla fusione di due realtà storiche della ricerca torinese – l’Istituto Mario Boella e il SiTI – LINKS ha dovuto costruire da zero la propria identità, tenendo insieme la cultura accademica del Politecnico di Torino e la visione d’impatto sociale della Compagnia di San Paolo.
Una sfida che riguarda non solo la scienza, ma la comunicazione come infrastruttura strategica di un ecosistema complesso, dove competenze, linguaggi e governance devono coesistere.

A guidare questo percorso, Roberto Veronesi, Direttore Comunicazione e HR della Fondazione, professionista che ha portato nel mondo della ricerca la solidità della cultura d’impresa e la visione sistemica maturata in una lunga carriera tra Fiat, Seat PG, Iren e oggi LINKS.

 

La sua esperienza dimostra che la comunicazione – se dotata di metodo e visione – può diventare un motore di innovazione organizzativa e reputazionale, anche in un ambito, come quello scientifico, dove troppo spesso viene sottovalutata.

 

Roberto, arrivi da un percorso manageriale nel privato. Quanto ha inciso questa esperienza nel costruire la comunicazione di Links?
È stata determinante. Ho imparato in grandi contesti industriali come Fiat, Seat Pagine Gialle e Iren che la comunicazione è una leva di gestione, non un orpello estetico. Porta risultati solo se è integrata nella strategia.
Quando sono arrivato in Links ho trovato un’eccellenza scientifica, ma con linguaggi frammentati. Ho cercato di unificare la voce dell’organizzazione, costruendo un sistema comunicativo in cui ogni ricercatore potesse riconoscersi e sentirsi parte del brand.

 

Links nasce dalla fusione di due istituti di ricerca con identità forti. Come avete costruito un senso di appartenenza comune?
Siamo partiti dal riconoscere le radici. ISMB e SiTI avevano storia e reputazione, e noi abbiamo voluto fonderne i valori, non cancellarli. Abbiamo coinvolto le persone nella scelta del pay-off “Passion for Innovation” e avviato una comunicazione partecipata, dove ogni voce potesse contribuire.
L’identità è nata come progetto condiviso, non come brand imposto.

 

La governance di LINKS è complessa, con due soci fondatori molto diversi. Come si fa a comunicare in equilibrio tra il Politecnico e la Compagnia di San Paolo?
È proprio questa dualità che ci rende unici. Il Politecnico è la nostra spina dorsale scientifica, la garanzia di rigore e competenza; Compagnia di San Paolo è la nostra coscienza civile, la spinta all’impatto e alla restituzione sociale.
La comunicazione deve saper tradurre queste due energie in una visione comune, diventando un ponte. Il mio compito è stato costruire una narrazione che unisse la precisione della ricerca alla responsabilità verso la società.
Il Politecnico, se ben coinvolto, non è un limite: è una leva straordinaria di reputazione e legittimazione.

 

Tu parli spesso del modello S.M.M.C.: strategia, metodo, misurazione e creatività. Come funziona nella pratica?
È un metodo di lavoro derivato dal mondo aziendale. La strategia dà direzione, il metodo assicura coerenza, la misurazione permette di imparare e la creatività tiene viva l’attenzione.
Abbiamo costruito un sistema comunicativo che unisce social, newsletter, media, eventi e formazione interna. Tutto ruota intorno alla consapevolezza del brand e alla capacità di misurare ciò che facciamo.
Oggi Links è riconosciuta anche fuori dal mondo accademico, e questo è un segnale importante: la reputazione è diventata un valore competitivo.

 

La comunicazione interna è stata decisiva in questo percorso. In che modo?
È stata la chiave. Abbiamo creato una cultura condivisa, non solo strumenti. Contest interni, iniziative sociali, progetti valoriali come il Pride Month o la Giornata contro la violenza sulle donne.
Oggi i ricercatori sono i nostri primi ambasciatori. Una comunità che comunica se stessa è già metà del successo.

 

Qual è ora la prossima sfida?
Passare dall’awareness al posizionamento internazionale. Abbiamo definito gli ambiti in cui siamo davvero eccellenze globali – intelligenza artificiale, quantum computing, realtà estesa, cybersecurity – e la comunicazione lavorerà per consolidare questa leadership.
È un passaggio delicato, ma stimolante: dobbiamo raccontare non solo cosa facciamo, ma perché lo facciamo meglio di altri.

 

L’intelligenza artificiale cambierà anche il modo di comunicare della ricerca?
Lo sta già facendo. L’IA è un alleato straordinario, se governato con consapevolezza. Ci aiuta a essere più veloci e precisi, ma non potrà mai sostituire l’intuizione umana e la visione strategica. La tecnologia potenzia, non rimpiazza, la comunicazione pensante.

 

Chi è Roberto Veronesi

Dopo il diploma e un’esperienza al Credito Italiano, Veronesi si laurea in Scienze Politiche e approda in Isvor Fiat, dove si forma in marketing e comunicazione.
Segue una lunga carriera in Seat Pagine Gialle, in ambito HR, formazione e comunicazione, fino a dirigere Pronto Seat, che riporta alla redditività.
Dal 2014 al 2019 è Direttore Comunicazione e Relazioni Esterne del Gruppo Iren, poi approda alla Fondazione LINKS con la responsabilità della Comunicazione e delle Risorse Umane.
Giornalista pubblicista, socio FERPI e ASCAI, docente allo IED di Torino, autore del romanzo “Qui non ride mai nessuno” (Albatros), Veronesi rappresenta una rara sintesi tra cultura d’impresa e sensibilità umanistica.

 

Fondazione LINKS in numeri

  • 190 ricercatrici e ricercatori

  • Età media: 37 anni

  • 20 milioni di euro di proventi

  • Autosostenibilità tra le più alte a livello europeo

  • Ambiti: AI, sistemi connessi, quantum computing, realtà estesa, cybersecurity, blockchain

 

Conclusione – La lezione di Links per il futuro della comunicazione

La storia di Roberto Veronesi e della Fondazione Links ci ricorda che la Comunicazione è una scienza di equilibrio: tra persone e organizzazioni, tra rigore e visione, tra linguaggio tecnico e linguaggio umano.
In un mondo che tende a separare, il comunicatore ha il compito opposto: unire i sistemi, creare fiducia, rendere intelligibile la complessità.
Links è la dimostrazione che la comunicazione non segue la ricerca: la guida. È parte integrante dell’innovazione, del capitale reputazionale e della costruzione di senso collettivo.
E forse la frase che riassume meglio questo approccio è la più semplice:

 

“Comunicare non è raccontare ciò che si fa, ma far accadere ciò che si racconta.”

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