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Selvaggia Lucarelli, stakeholder o influencer?

25/02/2015

Daniele Salvaggio

Tra le prime a capire le potenzialità del web, Selvaggia Lucarelli è sempre più un fenomeno (social) mediatico. Ma è più influencer o stakeholder? L’analisi di Daniele Salvaggio.

Ve lo ricordate il ritornello della canzone tormentone dell’estate 2005 di Simone Cristicchi Vorrei cantare come Biagio? Faceva più o meno così: “Vorrei pensare come Biagio Antonacci; Firmare autografi alle fan, riempire i palasport; E fare quel che fa Biagio Antonacci; Vorrei vestirmi come Biagio Antonacci; Vorrei convivere con Biagio Antonacci; Se fin da piccolo il mio mito era Jim Morrison; Con Rambo e Rocky, adesso è solo Biagio Antonacci”.

In un momento di invasione creativa, ho ri-adattato il ritornello di Cristicchi sostituendo il bravissimo e per donne “fichissimo” Biagio Antonacci con Selvaggia Lucarelli, una donna che provoca attraverso le parole, che scrive con ironia e con l’istrionica abilità di chi sa che a leggerla saranno sempre in tanti, e in tanti condivideranno e cliccheranno mi piace sulla sua pagina Facebook.

“Vorrei pensare come Selvaggia Lucarelli; Scrivere libri e riempire di “mi piace” la mia pagina Facebook, come fa Selvaggia Lucarelli; Vorrei avere l’audacia e l’ironia di Selvaggia Lucarelli, Vorrei capire come è nato il fenomeno Selvaggia Lucarelli, Se fin da piccolo il mio mito era Spider-man, Con Rambo e Rocky, adesso è solo Selvaggia Lucarelli"

Digressioni a parte, Selvaggia Lucarelli rappresenta oggi un fenomeno di comunicazione interessante, la sua modalità vince, attrae, viene condivisa e talvolta anche temuta.

I suoi post sui social sono seguitissimi, i “mi piace” viaggiano tra i 20 mila e i 90 mila in una giornata di sole, quando si presuppone che la gente sia all’aria aperta, biciclettando al Parco Sempione senza tablet o smartphone tra le mani, figuriamoci nelle giornate uggiose e piovose dove, accanto ad una tazza di cioccolata calda, non può mancare la visita alla Stanza Selvaggia.

Selvaggia Lucarelli non fa solo massa ma opinione, quello che scrive, nel modo in cui lo scrive, con l’ironia, l’istinto da provocatrice, la dicotomia tra l’essere giornalista e l’essere opinionista, commentare i fatti e non solo raccontarli, la rendono divertente e questo in modo assolutamente indiscriminato, tra uomini e donne, tra studenti e manager, tra personaggi pubblici e timidi visitatori della rete.

Il web, e i social in particolare, permettono a chiunque di scrivere un pensiero, di fare un commento, di esporsi, talvolta in forma anonima, per contestare o per riconquistare qualcosa che è stato tolto o ingiustamente disinnescato. Pochi però riescono a fare opinione, a farsi temere, ad essere considerati per quello che scrivono e non solo per quello che sono.

Selvaggia Lucarelli a mio avviso è stata molto abile a scalare la vetta della popolarità mostrando una parte di lei che le viene naturale, quell’indole da provocatrice che dice le cose giuste al momento giusto verso le persone giuste. La domanda però rimane sempre la stessa: è più influencer oppure stakeholder? Lascio, a chi ne avrà voglia, provare a dare una risposta, se una risposta c’è!
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