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Social: i trend 2021 per We Are Social

11/12/2020

Redazione

Se il 2020 è stato un anno spartiacque per i brand sui social, in quali direzioni si muoverà la comunicazione nel 2021? We Are Social presenta un’analisi globale per iniziare a farsi un’ idea dell’anno che verrà.

We Are Social ha lanciato la sesta edizione di Think Forward, la ricerca annuale sui trend di comportamento delle persone che influenzano e orientano la comunicazione dei brand.

Think Forward 2021 “The Social Reset” parte dall’osservazione del ruolo centrale che i canali social hanno avuto nella vita delle persone in un anno decisamente anomalo, per delineare le tendenze che le marche dovranno considerare per le strategie di marketing nel 2021.

La ricerca nasce dal lavoro del Social Spotting Network di We Are Social, un team di talenti sparso in tutti gli uffici del network, che ha raccolto, studiato e messo in relazione numerosi insight sulla cultura digitale globale.

“L’anno scorso a quest’ora stavamo lanciando la versione 2020 di Think Forward, esattamente tre mesi prima che tutto, non solo i nostri trend di allora, ma ogni aspetto della vita delle persone, venisse messo profondamente in discussione. Alcune nostre considerazioni sono state poi ridimensionate dagli eventi, mentre altri fenomeni di cui avevamo intuito la nascita sono letteralmente esplosi. Oggi appare evidente quanto centrale sia stato il ruolo dei social media nella nostre vite, nel corso di questi mesi.  Le relazioni di ognuno di noi, con questi canali, sono passate attraverso una trasformazione significativa – in ogni fascia della popolazione, in ogni area del Paese – consolidandosi come ‘necessarie’, più consapevoli, e forse per questo anche più positive”, commenta Bruno Tecci, Head of Strategy We Are Social.

Sono 6 i trend che la ricerca rileva e approfondisce:

1. The Simple Life
Le persone stanno rivalutando ciò che per loro è importante. Prestano maggiore attenzione ai piaceri semplici della vita, facendo anche in modo che i canali social “si pieghino” in tal direzione, ottenendo da essi un aiuto per goderseli. Prima d’ora chi avrebbe mai pensato a TikTok come piattaforma di gardening?

2. Practical Advocacy
In un contesto di vincoli e limitazioni “fisiche”, “l’attivismo da poltrona” ha vissuto un’evoluzione concreta, sostenuta da community globali che hanno capito che il potere che esercitano online può tradursi in un cambiamento tangibile offline. Su Instagram è sempre più frequente informarsi su temi sociali e prender parte a movimenti.

3. In-Feed Intimacy
L’idea che schermi e social media abbiano un impatto negativo sulle nostre relazioni offline sta svanendo e le persone iniziano a superare l’inerzia e la freddezza ultimamente associate a questi strumenti, facendone un utilizzo più “umano”. Anche Facebook ha aggiunto l’emoji “care”, per facilitare interazioni più “intime”.

4. Reliable Idols
Le persone prestano maggiore attenzione ai profili che seguono sui social, e al perché. Sono sempre più consapevoli ed esigenti rispetto alla pertinenza e alla qualità dei contenuti che essi veicolano e, di conseguenza, al valore aggiunto che questi apportano al proprio feed. In tantissimi settori, di nicchia e no, l’impegno è tanto per combattere la potenziale influenza negativa e la disinformazione.

5. Unbound Platforms
Le nuove esigenze di contenuto nel 2020 hanno portato le persone a evolvere il modo in cui interagiscono con le piattaforme social: “vecchi” strumenti sono stati utilizzati per nuovi scopi, e si è ampliato così il loro ruolo nella vita quotidiana delle persone. Fortnite: piattaforma di gaming o ormai hub social?

6. Open-Source Creativity
Tra duetti, audio e coreografie, le principali piattaforme social sono sempre più un luogo in cui le persone possono co-creare contenuti e non solo interagire con essi. Su Zoom sono nati dei veri e propri album musicali in collaborazione tra star e fan.

“Ora è più chiaro perché abbiamo intitolato il report di quest’anno: The Social Reset. C’è qualcosa di irreversibile in questi cambiamenti. Il mondo, le persone, e di conseguenza i social media e il loro ruolo nella vita di ognuno, non saranno più quelli di prima. E i brand ne devono essere consapevoli per non rimanere ancorati a schemi troppo velocemente travolti dagli eventi”, conclude Tecci.

Il report completo è disponibile qui.

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