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Sostenere la trasformazione e l’innovazione nel settore sanitario

25/07/2024

Gloria Galluzzi

Oggi per la rubrica FERPISideChat, con Mariangela Rulli, Head of Public Affairs Italy in Miodottore, per parlare dell’innovazione e del digitale in Sanità.

Quella che fino a pochi anni fa sembrava fantascienza oggi è una realtà consolidata. L’health tech, ossia la tecnologia applicata all’ambito medico e sanitario, è un settore in rapidissima crescita. Cosa significa rappresentare gli interessi di una società tech in ambito sanitario come Miodottore, ed in che modo le tecnologie emergenti, come l'intelligenza artificiale stanno influenzando le politiche sanitarie e la regolamentazione nel settore?
Quando parliamo di health tech, dobbiamo immaginare un ecosistema complesso e variegato in continua espansione: una moltitudine di soluzioni innovative, che hanno come scopo quello di migliorare la qualità della nostra vita a 360 gradi. E’ una realtà in continuo fermento, che sta realmente rivoluzionando il modo in cui pensiamo alla nostra salute ed è affascinante vedere come concetti un tempo relegati alla fantascienza stiano diventando strumenti indispensabili per la diagnosi, la prevenzione e la cura delle malattie. Telemedicina, chirurgia robotica, dispositivi indossabili e app di monitoraggio dei parametri vitali, sono concetti ormai entrati a far parte del lessico comune di ognuno di noi e ci danno la misura di quanto stia profondamente cambiando l’approccio ai temi di salute. Una rivoluzione che porta con sé una serie di vantaggi fondamentali, a partire dai concetti di accessibilità, precisione, monitoraggio continuo e personalizzazione, che saranno i veri driver che guideranno i prossimi passi nell’evoluzione di questo settore, accompagnati da un’applicazione sempre maggiore di soluzioni di Intelligenza Artificiale. Rappresentare gli interessi di una società come MioDottore, significa raccontare tutto questo, in che modo il progresso tecnologico stia prendendo piede nella Sanità italiana. L’azienda è infatti la piattaforma digitale prima in Italia, in grado di mettere in contatto pazienti e medici, facilitando l'accesso alle cure e migliorando la qualità del servizio sanitario. In questi anni, abbiamo avuto modo di conoscere da vicino le esigenze di entrambi i lati del sistema: i cittadini che cercano risposte veloci e affidabili ai loro problemi di salute e i professionisti sanitari che desiderano svolgere il proprio lavoro con dedizione e competenza. MioDottore ha offerto una soluzione in grado di rispondere ad entrambi i bisogni, con numeri importanti destinati a crescere: ad oggi la piattaforma – parte del Gruppo internazionale Docplanner presente in 13 Paesi in tutto il mondo – registra un totale di 17,6 milioni di prenotazioni a livello globale. Dati che confermano una richiesta sempre maggiore di risposte veloci ad esigenze di salute da parte dei cittadini, ma soprattutto la necessità da parte dei medici di efficientare, semplificare e sburocratizzare tutta l’attività di segreteria e di gestione dell’agenda, liberando tempo da dedicare al rapporto con i propri pazienti e alla propria formazione.

Quali sono, secondo te, le aree del settore sanitario che trarrebbero maggior beneficio.
dall'implementazione di nuove tecnologie, e come la lobby può sostenere queste innovazioni?
Senza dubbio partirei dalla prevenzione. Avere a disposizione tecnologie in grado di identificare, in modo preciso e accurato, anomalie legate allo sviluppo di patologie come il cancro o malattie neurodegenerative, permette di anticipare il percorso di cura e la presa in carico di un paziente, con un impatto positivo anche per il nostro servizio sanitario. Ma non solo. Si passa per altri ambiti quali la medicina personalizzata (attraverso la quale è possibile sviluppare terapie sulla base del profilo genetico del singolo, migliorando così l’efficacia dei trattamenti e riducendo gli effetti collaterali), la Telemedicina (che permette di erogare prestazioni sanitarie a distanza, riducendo le disparità territoriali e garantendo a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro residenza, l'accesso alle cure migliori) e la gestione delle malattie croniche (che diventano più facilmente controllabili attraverso l’uso di dispositivi in grado di monitorare i valori in maniera continuativa). Tutte aree che stanno già traendo grandi benefici dall’applicazione di soluzioni tecnologiche innovative e sulle quali sarà importante investire in maniera sempre maggiore. In questo senso, il ruolo della lobby sarà fondamentale per sostenere questa trasformazione e promuovere tali innovazioni, partendo dalla costruzione di un solido partenariato pubblico / privato in grado di mettere a fattore comune le esigenze di riposta rispetto agli obiettivi di miglioramento della sanità pubblica e le soluzioni già messe in campo dai privati. In altre parole: la tecnologia può essere un alleato prezioso per migliorare la sanità italiana, ma è importante che la politica investa in questo settore e crei le condizioni necessarie per una vera e propria rivoluzione digitale del sistema sanitario. Allo stesso tempo, sarà importante promuovere l'utilizzo di strumenti digitali da parte dei cittadini e dei professionisti sanitari, educando la popolazione ai benefici della telemedicina e della medicina digitale e fornendo ai medici gli strumenti necessari per utilizzarle al meglio. Anche su questo punto, l’attività di rappresentanza di interessi gioca un ruolo chiave, che non può prescindere dal dialogo continuo con il decisore pubblico.

L'Europa è pronta a diventare uno spazio comune anche sul piano dei dati sanitari. Il via libera arrivato ha approvato la nascita dello "spazio europeo dei dati sanitari" (European Health Data Space, o EHDS). Allo stesso tempo si sta lavorando anche a livello nazionale per l’implementazione di un sistema che permetta di sfruttare il potenziale dei dati sanitari nel rispetto della privacy dei cittadini. A che punto siamo?
Lo Spazio Europeo dei Dati Sanitari rappresenta un'opportunità fondamentale per migliorare la qualità e l'efficienza dei sistemi sanitari in tutta Europa. La sua implementazione, che richiederà ancora qualche anno, si realizzerà in maniera piena solo se ci sarà una piena collaborazione tra gli Stati membri, che presentano oggi sistemi sanitari e infrastrutture informatiche molto diverse tra loro. Da questo punto di vista, anche l’Italia sta facendo grandi passi avanti con il Fascicolo Sanitario Elettronico, che rappresenta oggi il modo attraverso il quale il cittadino può raccogliere e consultare tutta la propria storia sanitaria, condividendola in maniera sicura con gli operatori sanitari. Nonostante gli sviluppi, c’è ancora molto da fare, a partire dallo sviluppo omogeneo dello strumento in tutte le Regioni, così come una reale interoperabilità tra i sistemi rispetto ai vari livelli. Interoperabilità, portabilità dei dati dei pazienti e tutela della privacy, saranno le vere sfide del futuro, tanto a livello nazionale che europeo. Sarà inoltre fondamentale garantire una gestione etica e sicura dei dati, con un’attenzione specifica verso la protezione delle informazioni sensibili dei pazienti e assicurando che le informazioni mediche vengano utilizzate per scopi legittimi e siano protette da accessi non autorizzati.

Se dovessi immaginare la tua professione tra dieci anni: che evoluzione immagini e quali sono i consigli per un/una giovane professionista che si affaccia oggi al mondo del Public Affairs? 
Esattamente come per tutti gli altri settori, anche quello del Public Affairs risente delle profonde trasformazioni – tecnologiche, sociali, culturali ed economiche – in atto. La concezione del lobbying così come immaginato fino a qualche tempo fa, ossia la classica attività di mera influenza delle politiche pubbliche attraverso la presentazione del classico emendamento, è ormai anacronistica e rappresenta solo in parte quelle che sono le attività di un lobbista. In un mondo sempre più digitalizzato e interconnesso, dove i social non solo hanno permesso una grande disintermediazione nelle comunicazioni, ma rappresentano anche un canale fondamentale nella costruzione delle opinioni, il lavoro del lobbista deve necessariamente equipaggiarsi, adottando strumenti alternativi per la costruzione di consenso intorno ad un tema. Oggi è fondamentale riuscire a guidare strategie efficaci in grado di leggere la complessità e tradurla a proprio vantaggio, attraverso un ventaglio di azioni complesse e coordinate tra loro, che vanno dalla comunicazione efficace, alla costruzione della reputazione, passando per un impegno crescente rispetto ai temi della sostenibilità e degli ESG. Ad un giovane professionista che ha voglia di abbracciare questo percorso, dico: sii appassionato, mantieniti curioso e sii pronto ad affrontare le sfide con coraggio ed ambizione. Quello del lobbista è un lavoro incredibilmente appagante, che permette di entrare nelle maglie dell’attualità attraverso una prospettiva privilegiata e di contribuire fattivamente all’esercizio della democrazia del Paese. In questo senso, è fondamentale essere consapevoli della delicatezza e della strategicità del ruolo che si riveste all’interno della propria organizzazione e di come sia importante avere una solida preparazione tecnica, ancor prima di una rubrica importante. Il mio auspicio è che si riesca ad avere presto una regolamentazione del settore, così da riconoscere il giusto lustro alla professione e a i tanti che la svolgono ogni giorno con serietà e competenza, eliminando l’equazione lobbista = faccendiere e portando finalmente l’Italia ad essere in linea anche con gli altri Paesi europei.

 

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