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Sviluppo Integrale e Intelligenza Artificiale: l'Impatto delle Nostre Scelte

27/11/2023

Beniamino Buonocore

Ciò che le persone possono fare, e ciò che le AI possono fare, attengono a possibilità diverse e hanno ruoli diversi nella società. Questo ci pone nelle condizioni di capire che possiamo guidare le innovazioni e che possiamo essere artefici delle nostre possibilità. Soprattutto che le nostre scelte possono avere un grande impatto sul nostro vivere di tutti i giorni e sulla relazione che vogliamo avere con gli altri. 

Ci sono relazioni che nascono prendendo un caffè, perché in fondo puoi ascoltare decine e decine di interventi, ma nulla equivale a un singolo momento in cui due persone si scambiano idee e suggestioni. È qualcosa che avevo letto nel libro di Don Andrea Ciucci (Scusi, ma perché lei è qui?), ed è stato poi lo stesso momento che ho vissuto in prima persona, proprio con Don Andrea Ciucci.

È successo il 17 novembre, quando, con l’occasione dell’Assemblea FERPI, la Delegazione Lazio ha organizzato un incontro dal titolo: “Sviluppo Integrale e Intelligenza Artificiale, l'Impatto delle Nostre Scelte”. Un incontro, preliminare all’Assemblea dell’associazione, che ha visto insieme Felicia Pelagalli, CEO di Culture ed esperta di Human Data, Cristiana Rogate, Fondatrice e Presidente di Refe Strategie di Sviluppo Sostenibile EFE, Giulia Nigri Agulini, Economista di Economy Of Francesco, e Don Andrea Ciucci, Coordinatore della Pontificia Accademia della Vita. 

È stata un’ora preziosa per approfondire ragionamenti a partire dalle innovazioni che stiamo vivendo in prima persona, di cui le intelligenze artificiali sono l’elemento più vistoso, ma non l’unico, fino alle prospettive future, possibili a partire dalle idee, sempre più concrete, legate ai contesti economici e sociali (soprattutto sociali) proposti dall’Economia di Francesco, e di tutto ciò che ne deriva, compresa una ridefinizione dei temi della sostenibilità, che hanno necessariamente bisogno di trovare concretezza e luoghi dove esprimersi, a partire dai territori dove le persone vivono la loro realtà che chiamiamo vita. 

Un passaggio su tutti ha segnato il fluire delle idee. Nella sua capacità di raccontare un mondo possibile, dove le innovazioni sono parte del tutto, Don Andrea ha ricordato un’esperienza personale, diretta, ovvero di come seduti allo stesso tavolo le diverse Religioni hanno trovato un accordo e firmato un protocollo per contribuire a un modello di utilizzo delle tecnologie a servizio del bene delle persone. Perché, ci dice Don Andrea, “il tema vero è che, in fondo, tutte le religioni hanno un’idea comune del loro ruolo: il bene delle persone”.

A ben vedere, il bene delle persone è probabilmente il faro capace di guidare verso una via comune, non solo rispetto alle AI e alle necessità etiche che ne derivano, ma anche a nuovi modelli economici e sociali.

È la centralità delle persone che assume un nuovo significato, o forse riscopre quello che possiamo poi considerare veramente utile. Di “human centric” si è parlato moltissimo, e sempre con idee e contributi interessanti. Ma ora è il momento di portare il concetto di “persone al centro” fuori dai contesti del marketing e della comunicazione d’impresa, e di riportarlo verso i luoghi di relazione in cui, ognuno con il suo ruolo, pone al centro del suo agire il benessere delle persone, da cui poi derivare l’idea di uguaglianza, democrazia, coesione. E Don Andrea, gli va dato atto, ha portato questa idea non attraverso il suo essere sacerdote, ma come uomo di pensiero. O meglio, come abbiamo avuto modo di dirci di fronte a un caffè, come uomo di relazioni capace di costruire ponti e identità di vedute, e di obiettivi. 

E così le AI, i modelli economici, la stessa sostenibilità sono stati illuminati da una nuova luce; forse più chiara, per ora non lo sappiamo, ma certamente più stimolante, più concreta, misurabile con la realtà della vita di tutti i giorni. Soprattutto qualcosa di comune su cui impegnarsi. 

Guardandosi attorno, alla fine dell’incontro c’era nell’aria una sorta di entusiasmo, derivante dall’aver acquisito consapevolezza che soffermarci sulle differenze tra l'Umano Pensare e le Intelligenze Artificiali è probabilmente tempo che può essere investito meglio; la capacità tutta umana di elaborare pensieri non può essere misurata e paragonata secondo i criteri computazionali, legati al tempo di elaborazione o al numero di calcoli che possiamo effettuare. Ciò che le persone possono fare, e ciò che le AI possono fare, attengono a possibilità diverse, e hanno ruoli diversi nella società. Ed è un pensiero stimolante, perché ci pone nelle condizioni di capire che possiamo guidare le innovazioni (e non il contrario), e che possiamo essere artefici delle nostre possibilità. Soprattutto che le nostre scelte possono avere un grande impatto, se vogliamo positivo, sul nostro vivere di tutti i giorni, e sulla relazione che vogliamo avere con gli altri. 




Immagine generata con ChatGPT - DALL•3

 

 

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