Dalla Newsletter ComunicatoriPubblici del 14 aprile 2006.Tagliare la comunicazione significa tagliare un servizio sociale"Si tratta di vedere come introdurre criteri oggettivi per le certificazioni di qualità e il riconoscimento delle eccellenze, le best practices. In molti settori si fa normalmente, come mai ciò non avviene con la comunicazione pubblica? Noi siamo per l'introduzione di indicatori condivisi che permettano di valutare la correttezza della spesa, l'equità e l'efficacia delle attività della comunicazione".Giuliano Bianucci, da luglio 2005 responsabile sezione P.A. della Federazione Relazioni Pubbliche Italiana e dal 2002 nel Consiglio direttivo della stessa Ferpi, commenta così il documento congiunto preparato da Ferpi e dall'Associazione Italiana della Comunicazione Pubblica e Istituzionale "Contro i tagli indiscriminati della nuova Legge Finanziaria e per una valutazione efficace dei risultati della comunicazione".Da pochi giorni il documento può essere sottoscritto on line sulle home page dei siti di Ferpi e di Comunicazione Pubblica, un invito esplicito ai comunicatori pubblici, agli addetti ai lavori, a tutti gli enti locali ad aderire e avviare un confronto comune su queste tematiche. Ma con quale spirito è nata questa iniziativa? "Bisogna rafforzare la volontà di studio, ricerca, modifica, cambiamento per una P.A. innovativa che possa valutare i processi, abbia criteri oggettivi di customer satisfaction e instauri rapporti solo con aziende sensibili a questi indicatori di correttezza ed efficacia", continua Bianucci. "È una battaglia politica e culturale, il riconoscimento di un'azione comune dei comunicatori che non parte da strutture, da lobby, ma da individui. Insomma, facendo degli esempi: in campagna elettorale i due schieramenti hanno scatenato fuoco e fiamme sulla lotta all'evasione fiscale. Ma la P.A. deve anche poter svolgere un ruolo educativo, promuovere la partecipazione culturale dei cittadini, insegnare il valore sociale della fiscalità. Se i finanziamenti a queste campagne educative sono considerati uno spreco c'è qualcosa di sbagliato alla base del discorso. Non si può dire tagliamo la comunicazione ma non i servizi sociali' perché la comunicazione è un servizio sociale. Serve a costruire un dialogo con la comunità". "Nella Pubblica Amministrazione - dichiara Alessandro Rovinetti, Segretario generale dell'Associazione Italiana della Comunicazione Pubblica e Istituzionale - si continua a fare molta confusione in materia di comunicazione. Mentre se ne proclama il valore fondamentale innovativo, la si colpisce, come dimostra l'attuale Legge finanziaria, in maniera indiscriminata. Anche noi riteniamo che possano esistere sprechi in questo settore ma dubitiamo che la cura sia una riduzione generalizzata dei già scarsi investimenti. La nuova Pubblica Amministrazione, che le leggi di riforma postulano e per la cui realizzazione i comunicatori pubblici sono impegnati, deve essere capace di invertire questo meccanismo rigidamente burocratico.Il documento che Ferpi e Comunicazione Pubblica hanno approvato - conclude Rovinetti - è anche la conferma di una comune volontà che intende produrre non proteste ma proposte. Ci auguriamo che la nostra iniziativa apra una grande riflessione che porti al tavolo dei decisori politici concrete e fattibili proposte".Il percorso di questo documento sarà lungo e articolato, destinato ad aprire un dibattito trasversale, non legato ad una specifica parte politica, capace di coinvolgere una sorta di leadership culturale' impegnata nella individuazione degli indicatori e dei modelli. Sarà presentato a Forum PA il 9 maggio, primo passaggio per la redazione di una proposta comune per la valutazione della comunicazione pubblica, che sarà ufficialmente illustrata al nuovo Governo nell'ambito di COM-PA 2006, in programma a Bologna dal 7 al 9 novembre.Leggi qui il documento integrale.Clicca qui per aderire.Giuliano Bianucci e Alessandro Rovinetti spiegano l'importanza di sottoscrivere il documento congiunto Ferpi Associazione Comunicazione Pubblica.