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Tanti occhi di donna nel mondo della comunicazione

21/03/2006

Una riflessione di Chiara Magagnato (Uni>FERPI) a seguito del convegno Donne & media svoltosi a Trieste lo scorso 10 febbraio.

"Esiste davvero un occhio di donna capace di gettare uno sguardo fresco e innovativo, diverso, sull'informazione?".
Oltre a chiederselo Milly Buonanno, docente di sociologia della comunicazione all'Università di Firenze, nel suo ultimo libro "Visibilità senza potere", l'interrogativo è stato il leitmotiv del convegno dal titolo "Donne & media. Ruolo e spazi della differenza di genere nel mondo costruito dall'informazione", organizzato dal Corecom Friuli Venezia Giulia (Comitato Regionale per le Comunicazioni) e tenutosi venerdì 10 febbraio, nella splendida cornice dello storico Caffè San Marco di Trieste.
Secondo Franco Del Campo, presidente Corecom FVG, mille le sfaccettature ma uno solo il problema: se ancora oggi "l'altra metà del cielo", come voleva Confucio, è sorretta dalle donne, proprio le donne nella loro crescita continuano a sbattere contro quel "soffitto di cristallo" che impedisce loro l'ascesa ai vertici del lavoro, della società, della politica e dei media.
Secondo la stessa Buonanno, presente all'incontro, molti e crescenti i segnali di attenzione e interesse per le questioni legate al genere, accantonate e considerate per anni "battaglie di retroguardia", ma deludenti i risultati delle varie esplorazioni e indagini, che confermano empiricamente quanto l'accresciuta presenza delle donne in vari ambiti non coincida, però, con la loro effettiva considerazione.
Secondo me, poche le risposte concrete date, in quanto il tema non si presta a immediate e fattibili risoluzioni, ma parecchi gli spunti di riflessione emersi ed estendibili non solo al mondo dell'informazione e del giornalismo, possibile sbocco per i laureati in RP o discipline affini, ma a tutti gli ambiti professionali.
Sempre secondo me, numerose le donne partecipanti al convegno, ma affatto trascurabile la presenza maschile, segno che per approdare a qualche significativo risultato la collaborazione tra i generi è necessaria ed auspicabile, anche se spesso e purtroppo inibita da insensati eccessi di maschilismo e/o femminismo.
Ci si augura, quindi, che il mondo della comunicazione si attivi sempre più alla ricerca di addetti e addette ai lavori in grado di cooperare e di interiorizzare il concetto sottostante l'etimologia stessa del termine "comunicare", ovvero il "mettere in comune". In questa personale riflessione, interpreto tale azione come l'assemblare diverse e variegate prospettive e visioni della realtà, in modo che il punto di vista dominante maschile sia costantemente affiancato da tanti occhi e sguardi di donna che, sfruttando le potenzialità derivanti dalla loro alterità, lo arricchiscano.
Communicating  for diversity, with diversity, in diversity.
Chiara Magagnato
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