Ferpi > News > Torino/2. "E’ la comunicazione che cambia la politica, o la politica che cambia la comunicazione”

Torino/2. "E’ la comunicazione che cambia la politica, o la politica che cambia la comunicazione”

03/07/2008

Questo l’interessante e stimolante tema oggetto del seminario FERPI organizzato il 30 giugno a Torino nella sala "duecento" di Eataly. All’incontro erano presenti molti soci Ferpi giunti nella capoluogo piemontese in occasione dell’assemblea annuale della Federazione.

“Politica e comunicazione rinviano necessariamente l’uno all’altra” lo sostiene Gianpaolo Azzoni, professore dell’Università degli Studi di Pavia in Deontologia della comunicazione e preside del Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione intervenendo al seminario “E’ la comunicazione che cambia la politica, o la politica che cambia la comunicazione” promosso dalla Casp (la Commissione di Aggiornamento e Specializzazione Professionale di Ferpi) e organizzato il 30 giugno a Torino. L’incontro è stato introdotto e moderato da Angelo Mellone, editorialista de “il Messaggero”, che ha dalla necessità di capire che posto hanno i comunicatori all’interno del processo politico, quali i loro ruoli e le loro funzioni.


di Amanda Jane Succi


Molto interessante la riflessione sviluppata da Gianpaolo Azzoni, che ha illustrato l’evoluzione che riguarda le fonti e i pubblici di riferimento, sia per quanto concerne la politica che per quanto attiene la comunicazione. Un’analisi finalizzata a mostrare che “politica e comunicazione rinviano necessariamente l’uno all’altra: le due aree si comprendono perfettamente ma entrambe – ed è la questione vera – sono poco comprese dalla società esterna”. Prospettando lo scenario su cui si muovono politica e comunicazione Azzoni ha richiamato il concetto di “modernità liquida” proposto da Baumann (caratterizzata da legami relazionali deboli, perdita degli elementi valoriali fondanti come la fiducia, perdita della visione di lungo periodo a vantaggio di risultati immediati ma non meditati) in cui si trova la nostra società che obbliga a ripensare tanto la politica quanto la sua comunicazione. . Azzoni ha posto poi l’accento sulla necessità di identificare, conoscere e capire chi sono i pubblici con cui si interagisce. .


All’intervento del docente universitario è seguito quello di Nicola Piepoli, presidente dell’omonimo Istituto di ricerca, che ha raccontato come vengono raccolti e analizzati i dati ottenuti dai sondaggi durante una campagna elettorale. . Il noto sondaggista ha portato come esempio l’ultima campagna elettorale delle elezioni politiche italiane ed ha spiegato quali strumenti di comunicazione, tra i tanti utilizzati dai candidati, sono realmente seguiti dalla popolazione e quindi dagli elettori. Tema di grande attualità, oggetto peraltro, del primo sondaggio che l’istituto ha curato per Ferpi a beneficio dei professionisti della comunicazione. Ogni mese l’Istituto Piepoli effettuerà un sondaggio per Ferpi sulla percezione degli italiani o di categorie specifiche della comunicazione o dell’uso di particolari strumenti. . Il grande problema, purtroppo, secondo il ricercatore, è che la gente “non sa più cosa farsene della politica”, è delusa, è indifferente, per molti è distaccata dai problemi reali. E’ questo, per Piepoli, il vero punto su cui politici e comunicatori devono riflettere. Infine, ha concluso: .


Una conferma delle posizioni di Piepoli è arrivata da Pierluca Tagariello, responsabile comunicazione della campagna di Nicola Zingaretti, che ha raccontato e presentato il grande lavoro di comunicazione ideato e sviluppato per l’elezione del Presidente della Provincia di Roma Zingaretti. Partendo dall’analisi del candidato, dei suoi punti di forza e di debolezza e su come posizionarlo in quanto “prodotto” sul mercato politico Tagariello ha illustrato come è stato organizzato il lavoro per “comunicare” Zingaretti. i momenti organizzativi della campagna divisi per fasi, seguite e attentamente monitorate, hanno dimostrato il grande valore della funzione di comunicazione e relazioni pubbliche in un contesto difficile e altamente competitivo. Il risultato è stato vincente anche grazie alla cura dell’immagine del candidato in ogni suo aspetto. Secondo Tagariello il segreto di una buona comunicazione politica è nella capacità “di costruire una rete di relazioni efficiente al fine di coinvolgere i cittadini-elettori nelle diverse fasi della campagne e, successivamente riuscire a costruire processi decisionali inclusivi snelli ed efficaci in modo da instaurare rapporti costruttivi e partecipativi con i tanti e sempre più sensibili pubblici di riferimento>.


Alle prime riflessioni di Azzoni, Piepoli e Tagariello è seguito un momento di dialogo e di dibattito tra i presenti che ha preceduto la tavola rotonda a cui hanno preso parte Giulio Santagata, deputato Pd ed ex Ministro del Dipartimento per l’attuazione del programma di governo nel secondo esecutivo Prodi, ed Eugenio Tumsich, portavoce dell’ex sindaco di Milano Gabriele Albertini.


Secondo Santagata, firmatario, tra l’altro, del Disegno di Legge sul riconoscimento della Lobby, . Insomma il governo Prodi ha peccato ha peccato di quella “comunicazione con” di cui le relazioni pubbliche sono la massima espressione.


Eugenio Tumsich, invece ha focalizzato il suo intervento sull’importanza di poter e dover raccordare, proprio con la comunicazione, le campagne elettorali nazionali e locali che, pur essendo due momenti politici strategici diversi, sono spesso scollegate. .


Amanda Jane Succi
Eventi