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Twitter per relatori pubblici: dieci punti su come usarlo

30/09/2009

Dopo il blog, dopo Facebook, come i professionisti delle Rp possono usare con profitto Twitter per distribuire le proprie notizie? Abbiamo chiesto ad Aurora Ghini, blogger e community manager di Style.it, portale di Conde Nast, di suggerirci come familiarizzare con questo strumento e usarlo proficuamente nel nostro lavoro.

di Axelle Brown‐Videau


Twitter è l’ultimo strumento digitale che spopola su internet. La sua crescita sembra inarrestabile. In 140 caratteri gli utenti possono condividere con i loro amici informazioni e stati d’animo in tempo reale.
Dopo il blog, dopo Facebook, come noi PR possiamo usare con profitto Twitter per distribuire le nostre
notizie?


Abbiamo chiesto ad Aurora Ghini, * blogger e community manager di Style.it, portale di Conde Nast, di
suggerirci come familiarizzarci con Twitter e usarlo proficuamente nel nostro lavoro.


1) Twit… che?


Questa definizione è molto chiara: Twitter è una rete e un servizio di microblogging che permette agli utenti di tenersi in contatto tramite brevi messaggi di testo.
Per saperne di più, potete scaricare questo ebook scritto in italiano, perfetto per capire che cos’è Twitter e come funziona: http://www.geweb.org/guida-gratuita-twitter


2) Creazione di un account


Il primo passo è ovviamente creare un account Twitter. E’ semplice e veloce: https://twitter.com/
Non dovrete confrontarvi con una pagina bianca ma con uno spazio contenente 140 caratteri. 140 caratteri
a disposizione per condividere l’andamento di un progetto, annunciare una notizia o lanciare un prodotto.


3) Il target – Per chi si scrive


E’importantissimo definire quale sarà il vostro target, nel caso nostro i giornalisti. Così comincia la caccia ai famosi followers, quelli che poco a poco si abboneranno al vostro flusso di notizie perché giudicano che le informazioni che condividete sono degne di interesse.


Negli Stati Uniti, Twitter è divenuto uno degli strumenti preferiti sia dei PR che dei giornalisti. Alcuni esigono perfino di ricevere i pitch soltanto tramite Twitter! Forse un po’ eccessivo, comunque sia, negli Stati Uniti (ma anche alcuni paesi europei nei quali la lingua inglese è molto diffusa) esiste già una rubrica http://journalisttweets.com/ che raggruppa giornalisti che twittano. Nulla di simile in Italia.


Ma come suggerisce Aurora Ghini, chiedere ai propri contatti se usano questo strumento ha decisamente un senso. “Twitter è diventato uno strumento assai diffuso, non solo per i VIP e la gente “del ramo”, ma anche soprattutto per chi vuole avere informazioni da utilizzare nel loro mestiere. Se sei un giornalista, un tweet ti permette di raggiungere molti interlocutori e di ricevere molti feedback in risposta.
Inoltre i giornalisti che twittano spesso anticipano i progetti sui quali lavorano su Twitter è quindi facile seguire le loro vicende ed eventualmente portare a loro un prezioso aiuto”. Aggiungere nella propria rubrica una casella per contenere questa preziosa informazione risulta ormai ovvio.


4) Segmentare il target per il quale si scrive ha senso?


Segmentare il target non ha molto senso, con un tweet di qualità si possono raggiungere molte persone:
giornalisti si, ma anche opinion leader, blogger, appassionati e amici.
Quello che porta Twitter sono i feedback, cioè la ripresa della notizia, ed è proprio questo il potere dello strumento, peccato limitarsi in un contesto nel quale la condivisione viene sempre premiata.


5) Come si scrive


Non si scrive in 140 caratteri come in una cartella, su questo argomento Aurora Ghini è molto chiara:
“L’importante è ricordarsi che per quanto si tratti di lavoro, Twitter ha un linguaggio e un meccanismo
amicale, non è austero e “pomposo”. E’ molto più ciarliero. Forse lo stile colloquiale dei tweet influenzerà alla lunga il modo di scrivere un comunicato stampa.” Il tono quindi è leggero, la notizia è esposta in modo chiaro, eventualmente si può aggiungere un link dove trovare ulteriori dettagli – link che può essere “accorciato” grazie a Tynyurl: http://tinyurl.com/


6) Con i social media e quindi Twitter, mettere una notizia sotto embargo ha ancora senso?


NO ovviamente. Se voi condividete in tempo reale su internet la notizia in questione non si può chiedere
poi ai giornalisti o ai blogger e a tutti gli altri di accettare i ritmi della stampa tradizionale, sarebbe in controsenso. Il cattivo uso dello strumento può tradursi con l’essere “defollowato” cioè il vostro flusso di informazione verrà cancellato dai vostri followers, una specie di messa all’indice… Non è quello si cerca giusto? Come giustamente fa notare Aurora Ghini: “E’ un dato di fatto, se un comunicato stampa mandato via mail o cartaceo viene cestinato, non c’è modo di saperlo, invece con Twitter è chiaro a tutti.”


7) Essere un informatore e non uno spammer.


I giornalisti spesso si lamentano dell’essere bersagliati dalle agenzie di PR, tampinati da chiamate moleste, email non desiderati, scritti male, approssimativi. Si fa un recall dopo un tweet? NO. Se non succede nulla è perché il vostro contatto non è interessato.
“Bisogna essere creativi e informare le persone non solo sul prodotto ma anche su tutto ciò che il prodotto significa. L’utente deve trarne un vantaggio, anche se solo di divertimento, ma meglio ancora se impara qualcosa o se scopre una nuova opportunità” dice Aurora Ghini.


8) Come acquistare followers di qualità.


Oltre a chiedere direttamente ai giornalisti se sono presente in questa community, Aurora Ghini suggerisce: “osando e mettendosi in gioco, essendo perfettamente conscio che un Twitter non è solo un web tool, ma è un progetto che deve essere seguito. Non c’è nulla di più brutto di un Twitter vuoto, non aggiornato o che non entra in contatto con i propri utenti.”


9) Alimentare il flusso di notizie.


Conviene selezionare all’interno della propria struttura la persona che seguirà, aggiornerà e alimenterà il flusso di notizie per creare una continuità di news. Ma non solo, dovrà osservare le notizie che sono state riprese (feedback) e magari analizzarle e vedere come si traduce questa ripresa: un articolo online, un articolo su carta o la molto ambita diffusione virale su internet.
Il silenzio deve anch’esso essere interpretato. Comunque se ci vuole tempo per installarsi ed essere ascoltato, non può in nessun modo essere una ragione per non cominciare.


10) Essere facilmente identificabile.


Prima cosa, aggiungere un bottone Twitter sul proprio sito, sul blog aziendale, ovunque siete presenti
online. In seguito potete personalizzare la vostra pagina, è veramente facile e crea senza dubbio una
continuità di spirito con tutti i vostri strumenti internet.






Aurora Ghini, ha 36 anni. Nella vita è una ciclista, una fotografa per passione e una consulente su progetti di social media. Negli ultimi anni si è occupata principalmente della community Style.it. (www.auroraghini.com)
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