Una "due diligence" nei lavori pubblici
04/08/2008
La proposta di Ferpi, lanciata a fine Giugno al Congresso Mondiale degli Architetti di Torino, potrebbe trovare spazio nel decreto di modifica alla Legge n. 163/2006 sugli appalti pubblici, in cui si parla anche di informazione e trasparenza.
Alla ripresa dei lavori, dopo la pausa estiva, il Parlamento Italiano sarà chiamato ad esprimersi sull’approvazione del decreto legislativo concernente ulteriori modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, recante il codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE (terzo decreto correttivo).
La modifica del Codice degli appalti pubblici potrebbe essere una buona occasione per far inserire una norma, ormai largamente adottata a livello internazionale, che preveda un’attività di relazioni pubbliche a supporto delle opere, dei lavori e dei grandi progetti.
L’idea, approvata dall’Assemblea della Ferpi, era stata lanciata da Toni Muzi Falconi al XXIII Congresso Mondiale degli Architetti introducendo i lavori del Workshop “Not in my backyard (NIMBY). Dialettica, dialogo e scontro nella trasformazione del territorio” promosso dall’Unione Internazionale Architetti con la Global Alliance, Ferpi ed Assorel. “Ogni soggetto organizzato che opera nella trasformazione del territorio – afferma Toni Muzi Falconi – deve tener conto, sì del proprio interesse, ma anche degli interessi dei diversi gruppi di stakeholder e dell’interesse pubblico”
Il seminario, che ha messo attorno allo stesso tavolo architetti e relatori pubblici di tutto il mondo aveva discusso dell’importanza del dialogo e del coinvolgimento dei pubblici nei processi di trasformazione del territorio e di come architetti e relatori pubblici possono lavorare insieme nell’interesse dei committenti, dialogando con gli stakeholder, senza ledere l’interesse pubblico.
*Una “due diligence” per i progetti di trasformazione del territorio *
“Oltre ad avere chiari quali siano gli interessi dell’organizzazione e l’interesse pubbllico, è necessario, prima di attivare qualsiasi processo decisionale, distinguere quanto più possibile le categorie di portatori di interessi in consapevoli da una parte ed inconsapevoli dall’altra – ha affermato Toni Muzi Falconi – Per i primi occorre interpretarne al meglio le aspettative attraverso una fase di ascolto. Per i secondi, che non si possono “ascoltare” in quanto inconsapevoli del loro ruolo di stakeholder, è comunque necessario riuscire ad interpretare le aspettative prevedibili”.
Secondo Muzi Falconi “obiettivo primario di qualsiasi progetto di trasformazione del territorio è raggiungere il migliore equilibrio possibile tra i diversi interessi coinvolti, per poter operare in maniera competitiva, nel rispetto degli interessi delle parti. Operando in tale maniera, si punta molto sulla responsabilità del sistema e del processo decisionale, il cui principio sta assumendo un ruolo di importanza sempre maggiore”.
La proposta si ispira anche alla recente decisione della Banca Mondiale di non partecipare ad alcun progetto di trasformazione del territorio che sia privo di un adeguato ascolto preventivo dei pubblici influenti e di una adeguata attività di comunicazione.