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Una nuova autenticità nel DNA dei professionisti di RP

08/06/2011

Del ruolo delle relazioni pubbliche nell’era digitale e dell’autenticità della comunicazione si è discusso in una tavola rotonda, organizzata con il patrocinio di Ferpi, durante il _Festival della Comunicazione_ di Padova.

Quello che si e’ svolto il 7 giugno a Padova non e’ stato solo un classico momento di riflessione, si e’ trattata di una vera e propria radiografia della parola relazione. L’incontro Dalla stretta di mano al click: comunicare in modo autentico , organizzato dalla delegazione Triveneto di Ferpi nell’ambito degli eventi del Festival della Comunicazione di Padova, ha dato spazio in prima battuta a Maria Teresa Giannelli, docente presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università La Sapienza di Roma, che ha introdotto alcuni interessanti stimoli tratti dal suo recente libro Comunicare in modo etico. Un manuale per costruire relazioni efficaci. Incalzata da Giampietro Vecchiato, vice presidente Ferpi, ideatore insieme a Mariapaola La Caria dell’incontro e moderatore, la prof.sa Giannelli ha introdotto il tema dell’autenticità nel mondo delle relazioni, di come cioè sia importante, in un contesto di degrado etico nel quale ci troviamo a vivere, riuscire ad esprimere i propri valori, le proprie emozioni, attraverso l’autenticità della comunicazione. Una sorta di codice etico nel dna di ciascuno di noi.
Quella delle relazioni pubbliche e’ oggi una professione nuova, nulla a che vedere con il vecchio sistema di comunicazione risalente a qualche decennio fa. Oggi la rivoluzione digitale ha imposto a tutti di esporsi, di rendere visibile ciò che prima era volutamente o stupidamente tenuto nascosto. Questi concetti sono stati ben evidenziati da Manuel Faè, consulente di webmarketing ed esperto di nuovi media nel mondo della comunicazione. Oggi bisogna essere capaci anche di non comunicare, perchè si è spesso assuefatti dalla voglia di sapere o di far sapere. La multicanalità delle fonti, l’esplosione della rete di diffusione, la sensibilità verso la reputazione, sono gli elementi cardine del nuovo modo di fare comunicazione e anche di fare informazione. Giornalisti e relatori pubblici hanno in questo senso un dovere comune: avere cura di ciò che dicono perche in un modo o nell’altro il loro messaggio, la loro azione, andrà ad influenzare il grande pubblico. Sono necessarie regole chiare ha precisato Luca Poma, esperto in public affairs e responsabilità sociale di impresa, regole che aiutano a non indebolire o danneggiare la reputazione. La comunicazione di crisi in questo senso ha molto da dire al mondo aziendale, soprattutto in termini di conseguenze, se alla base non vi era un codice etico e di trasparenza autentico e credibile. Il relatore pubblico, ha dichiarato Daniele Salvaggio, responsabile relazioni esterne di Fimi-Confindustria e delegato nazionale Ferpi per l’ufficio stampa, è diventato un mediatore sempre più strategico nella governance delle relazioni. Deve essere uno stratega degli scenari, un soggetto che dialoga con pubblici diversi senza maschere, un abile manager capace di sedurre e non persuadere. Una persona in grado di educare dentro e fuori il proprio contesto, proprio perchè più di altri ruoli ha in sè la possibilità di pianificare strategie attraverso strumenti diversi, rivolgendosi a pubblici diversi. Spetterà a lui garantire autenticità, competenza e lungimiranza su ciò che comunica e su come lo comunica.
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