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Usa: tensioni tra stampa e candidati. Gli esperti di PR criticano le strategie di comunicazione elet

25/07/2008

Copertura mediatica sbilanciata a favore di Obama, che però bistratta una giornalista per la vignetta satirica su “The New Yorker”. Mentre il “New York Times” chiede a McCain di riscrivere l’editoriale di risposta all’avversario.

Secondo l’accreditato osservatorio di Journalism.org, l’attenzione dei media statunitensi è del tutto sbilanciata a favore di Barack Obama. Tanto che il suo avversario, John McCaine, ha iniziato a fare dell’ironia sui mezzi d’informazione. Su YouTube ha fatto pubblicare un video – intitolato “Obama Love” – che prende in giro noti giornalisti e personaggi televisivi per le parole appassionate spese a vantaggio del senatore dell’Illinois.


Trattamento opposto per McCaine. Al “New York Times” aveva inviato un editoriale da pubblicare accanto a quello di Obama. Ma il giornalista che seguiva l’edizione lo ha rispedito al mittente, chiedendogli di riscriverlo meglio e di chiarire “cosa intende per vittoria in Iraq”.


Non pago dell’attenzione a lui riservata, Obama – o i suoi addetti alla comunicazione – ha avuto modo di vendicarsi per la vignetta satirica (nella foto) pubblicata in prima pagina da “The New Yorker”. La giornalista che ha curato il servizio, ritenuta da più parti “talentuosa”, è stata estromessa dalla lista dei reporter invitati a salire sull’aereo del candidato democratico diretto all’estero. A sua giustificazione lo staff ha fatto sapere di aver ricevuto oltre 200 richieste di accreditamento.


Immediata la solidarietà della stampa nei confronti della collega. Ma a calcare la mano sull’episodio è un blog editor che scrive per odwyerpr.com. È il sito di Jack Odwyer – noto professionista delle PR – e anche un importante snodo virtuale per tutti gli operatori del settore. Contiene, infatti, una messe di informazioni, suggerimenti, analisi critiche e link utili.


Senza mezzi termini, il blogger definisce la Campagna di Obama “small-minded” (microcefala o comunque priva di lungimiranza). Il candidato, insomma, accogliendo la giornalista avrebbe potuto dimostrare molta più apertura, in linea con la sua politica riformatrice.


In tempi di campagna elettorale, è facile pensare che le critiche possano essere ispirate da convinzioni conservatrici, filo-repubblicane. Resta comunque il fatto che i rapporti tra i candidati e la stampa si sono incrinati. Forse sarà solo il caldo estivo. O forse è colpa di una campagna elettorale troppa lunga, ancora in là dal consegnare ai cittadini un governo in grado di fronteggiare una crisi economica in atto da oltre un anno.


Rosario Vizzini – Redazione Cultur-e
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