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Vuoi essere iscritto all'albo fornitori ENEL? Paga

15/12/2004

Sulla decisione dell'ENEL di chiedere un versamento a fondo perduto di 2.600 € per l'iscrizione nell'albo fornitori dell'ente intervengono Enrico Cogno e Franco Guzzi.

ENEL impone una quota per l'iscrizione nel proprio albo fornitori
La notizia era già circolata nel corso di in un'assemblea regionale della TP: il vicepresidente di UNICOM, Giorgio Bonifazi Razzanti, aveva stigmatizzato la decisione dell'ENEL di chiedere un versamento a fondo perduto di 2.600 € per l'iscrizione nell'albo fornitori dell'ente, il che comporta, per ogni agenzia o organizzazione che si candidi per questo ruolo, il versamento di una fee, senza ovviamente che vi sia nessuna certezza di poter accedere ad eventuali forniture di servizi. Per di più, un'ulteriore quota di € 1.550 deve essere versata per ogni richiesta successiva alla prima (ad esempio: eventi, attività di below the line, media relations, ecc.)
Si diceva nell'assemblea: se un'agenzia dovesse candidarsi per dieci tipologie di fornitura, dovrebbe pagare € 16.550 a fondo perduto. Alla faccia di che, dicevano i colleghi?
Un finimondo: dalla sala molti gridavano "è un pizzo, un vero e proprio pizzo…".
Ho cercato di vederci più chiaro: il nostro socio Roberto Zangrandi, da me interpellato, ha girato correttamente la cosa ai suoi colleghi competenti. Ho così ricevuto copia di una lettera (più sotto riportata integralmente) che Salvatore Sarno dell'Enel ha inviato il 3 dicembre 2004 a Assocomunicazione, che con Unicom aveva protestato vivacemente.
Traducendo dal burocratese, si capisce che la notizia risponde a verità: Enel giustifica la mossa, trattandosi di impresa pubblica che opera nel "settore speciale" dell'energia, con la necessità di farsi rimborsare (neppure intelgralmente, afferma, ma solo in parte) le spese necessarie per determinare la qualificazione dei fornitori, come stabilito dal Decreto Legge 158 del 17/03/95 art.15 (Direttiva CEE 93/38).
Quindi, si protesti quanto si vuole, ma se si desidera essere iscritti all'albo dei fornitori dell'Enel bisogna pagare.
e.c.
Il caso ENELIntervento di Franco GuzziPresidente ASSOREL e Amministratore Delegato Cohn & Wolfe
Conduzione etica del business.  Trasparenza.  Responsabilità sociale d'impresa. Che c'entra tutto questo con la vicenda ENEL?  C'entra e, credo, molto.
I fatti: ENEL richiede alle agenzie di comunicazione un compenso per avere la possibilità di essere iscritti nella lista dei loro fornitori. Si badi bene: per essere iscritti, non per essere invitati, perché la scelta di chi invitare in gara resta comunque a insindacabile giudizio dell'azienda.
L'importo richiesto non è simbolico: spazia da 2.600 € a 16.550 € e prevede fino a 5.000 € a titolo di rimborso spese nel caso in cui si dovesse ricevere visite di rappresentanti ENEL. E tutti questi importi sono da versare a fondo perduto o, meglio, a puro ricavo per ENEL.
Sembrerebbe che ENEL abbia la Legge dalla sua parte. Quindi, non è questo il punto, anche se qualche margine di manovra sembra esistere. Riprenderemo questo aspetto più avanti.
Torniamo all'etica. ENEL è da vario tempo impegnata ad affermare e dimostrare la propria correttezza e trasparenza nella conduzione del business. Sul loro sito è riprodotto il Codice Etico di ENEL. Dalla sua lettura emergono alcuni aspetti interessanti, soprattutto se letti alla luce di questa vicenda. Solo tre citazioni (ndr. con mie sottolineature nel testo) tra le varie che si potrebbero fare a questo proposito:
- Comportamenti non etici "Nella condotta degli affari i comportamenti non etici compromettono il rapporto di fiducia tra Enel e i suoi stakeholder. Non sono etici, e favoriscono l'assunzione di atteggiamenti ostili nei confronti dell'impresa, i comportamenti di chiunque, singolo o organizzazione, cerchi di appropriarsi dei benefici della collaborazione altrui, sfruttando posizioni di forza."
- Il valore della reputazione e dei doveri fiduciariLa buona reputazione è una risorsa immateriale essenziale. La buona reputazione all'esterno favorisce gli investimenti degli azionisti, la fedeltà dei clienti, l'attrazione delle migliori risorse umane, la serenità dei fornitori, l'affidabilità verso i creditori. All'interno, essa consente di prendere e attuare le decisioni senza frizioni e di organizzare il lavoro senza controlli burocratici ed esercizi eccessivi dell'autorità. Dato che il codice etico chiarisce i particolari doveri di Enel nei confronti degli stakeholder (doveri fiduciari), si propone la sua effettiva osservanza come termine di paragone in base al quale giudicare la reputazione di Enel.
- Il valore della reciprocitàQuesto codice è improntato ad un ideale di cooperazione in vista di un reciproco vantaggio delle parti coinvolte, nel rispetto del ruolo di ciascuno.  Enel richiede perciò che ciascun stakeholder agisca nei suoi confronti secondo principi e regole ispirate ad un'analoga idea di condotta etica.
Questi frasi fanno quindi sorgere più di una domanda.
Sarebbe azzardato affermare che – proprio alla luce del Codice Etico ENEL – questa decisione dell'azienda incrina la sua reputazione, per lo meno rispetto ai fornitori, perché: ne lede "la serenità"; cercando di "appropriarsi dei benefici della collaborazione altrui, sfruttando posizioni di forza"; avendo preso ed attuato decisioni con frizioni ed organizzando il lavoro con controlli burocratici ed esercizi eccessivi di autorità?
Il cospicuo esborso a fondo perduto richiesto alle agenzie non rischia di escludere le strutture che non si possono permettere questo investimento?  Perché, a fronte del pagamento di un importo non viene garantito almeno l'essere comunque invitati alle gare? Il valore della reciprocità richiamato dal Codice significa che ENEL è disposta a compensare tutte le agenzie che parteciperanno alle gare?
È solo un caso che nella Missione di ENEL "... essere il più efficiente produttore e distributore di elettricità e gas, orientato al mercato e alla qualità del servizio, con l'obiettivo di creare valore per gli azionisti, di soddisfare i clienti e di valorizzare tutte le persone che vi lavorano" non vengano citati i fornitori?
Come si concilia la loro politica delle gare con le affermazioni di Piero Gnudi – Presidente – "... a un anno dalla sua entrata in vigore in Enel, abbiamo revisionato il Codice Etico per renderlo ancora più stringente. Abbiamo lavorato ancora di più per far sì che i princípi identificati in esso non fossero solo enunciazioni ma regole condivise e applicate. A tal fine è stata effettuata all'interno di Enel una specifica attività di formazione per l'applicazione delle norme contenute in esso. In generale, riteniamo che la trasparenza debba essere il paradigma su cui formulare le scelte aziendali e che questo implichi un accrescimento continuo delle competenze delle persone Enel e un adeguato flusso di informazioni all'interno dell'azienda e verso i cosiddetti stakeholder."?
Ed anche con quanto aggiunto da Paolo Scaroni – Amministratore Delegato – "Abbiamo anche meglio definito il quadro dei nostri rapporti con i fornitori, cui chiediamo indistintamente un'adesione ai nostri princípi etici e di comportamento."? (ndr. Citazioni tratte dal sito ENEL nell'area sulla Responsabilità Sociale – con mie sottolineature).  Regole condivise con chi, dato che tutto il settore ha sollevato vibrate e formali proteste pubbliche e dirette?  Quale trasparenza garantisce questa procedura per fornitori e gare?  Questa nuova procedura è la modalità per "meglio definire il quadro dei rapporti con i fornitori"?
A fronte di tutte queste domande, sarebbe improprio che – sempre a fronte di questi comportamenti verso i fornitori – venissero ritirati (o almeno sospesi) i riconoscimenti che ENEL ha ricevuto quest'anno e l'anno scorso in sede di Oscar di Bilancio? Le motivazioni di questi riconoscimenti non sono in contraddizione con i comportamenti reali di ENEL, almeno per quanto concerne fornitori e gare?
Se la corretta applicazione del loro Codice Etico non dovesse bastare ad ENEL, qualche margine sembrerebbe essere dato dal rispetto della normativa:
- il comma 5 dell'art. 17 del D.Lgs. n. 157/1995 (che regola gli elenchi ufficiali di prestatori di servizi) prevede che i concorrenti ad appalti di pubblici servizi debbano poter partecipare alle gare indipendentemente dalla loro iscrizione in elenchi di prestatori di fiducia eventualmente costituiti dalle singole amministrazioni aggiudicatici. Ciò significa che il mancato inserimento di un fornitore di servizi nella lista dei potenziali fornitori di ENEL non può impedire la partecipazione ad una loro gara.
- sarebbe lungo e noioso citare qui tutte le varie norme nazionali ed europee che apparirebbero essere violate da:
1) l'iniquità della subordinazione all'inserimento nell'elenco ENEL (a fronte del pagamento di una somma, nonché il rimborso delle spese relative alle "visite di rappresentanti ENEL") per avere la successiva possibilità di essere ammessi ad una gara;2) il pagamento di una somma senza avere alcuna certezza di essere invitati alle gare indette da ENEL, nelle quali l'amministrazione selezionerà a suo comunque insindacabile giudizio soltanto alcuni nominativi della lista.  Quindi, un'agenzia che avesse comunque adempiuto alle richieste di ENEL – e quindi regolarmente iscritta nella lista – potrebbe non essere mai selezionata per partecipare ad una loro gara; 3) l'assoluta discrezionalità di ENEL nella gestione di tutta questa procedura che dovrebbe essere univoca e trasparente sin dall'inizio mentre, così come è, appare violare i principi di pari condizioni ed imparzialità verso i concorrenti, indispensabili per una corretta gestione delle gare e delle forniture;4) l'evidente abuso di potere insito nella richiesta ENEL (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale CEE) e la contraddittorietà quando si dichiara di voler costituire un sistema di imprese "qualificate nei servizi di pubblicità e di promozione" a fronte di una tassa di ingresso e non sulla qualificazione delle capacità professionali ed organizzative delle imprese potenziali fornitrici;5) la possibile qualificazione della tassa d'iscrizione come fonte di finanziamento impropria.
Non so se ENEL ha preso in esame il rischio, ad ogni gara significativa, di costanti ricorsi ai più differenti organismi giudiziari e di controllo amministrativo (ricorsi che costano e che quindi non tutti potranno permettersi). Ricorsi che, in molti casi, potrebbero prevedere la sospensione dell'assegnazione della gara stessa e, quindi, il blocco dell'attività. Quanto tutto ciò risponderà alla "serenità del fornitore" richiamata dal Codice Etico?
I Codici Etici e la crescente attenzione verso la Responsabilità Sociale d'Impresa fanno parte di uno scenario evolutivo essenziale e che va salvaguardato.
Tra i principi della Responsabilità Sociale d'Impresa vi è che essa deve attraversare e riguardare tutto il governo dell'impresa andando oltre e migliorando gli obblighi di legge, così come spesso si richiama nei Codici Etici. Le parole ed i documenti sono importanti, ma sono i comportamenti che fanno la differenza. Qualcuno ha detto "L'immagine si può comprare.  La reputazione si deve conquistare ogni giorno."
Quindi, un'ultima domanda: che tipo di reputazione ENEL intende conquistarsi con l'imposizione di questa procedura ai suoi fornitori?
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