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Wojtyla e la comunicazione semplice

04/05/2011

La scrittura dovrebbe essere uno strumento di utilizzo quotidiano per un professionista della comunicazione. Eppure, talvolta, dovendo rivolgersi a personaggi particolarmente illustri, si possono avere dei dubbi di “forma”. _Mariella Governo_ racconta la sua esperienza con una lettera a Karol Wojtyla e la scelta di optare per una “comunicazione semplice”.

di Mariella Governo
Al mio rientro dall’Ucraina ci ho messo del tempo a leggere la posta e i vari post accumulati negli aggregatori. E non solo perché erano oggettivamente tanti per una decina di giorni di assenza dalla rete.
Quando si torna da un viaggio importante è come tornare in palestra dopo un mese di vita sedentaria. Si fatica a ritrovare il ritmo (anche scrivere un semplice post sembra più arduo).
Seguendo il ritmo lento della prima giornata a casa ho letto, tra i vari, l’articolo di Luca Poma dedicato al pontefice, Karol Wojtyła, dal titolo Il più grande comunicatore del secolo.
Il mio pensiero è andato a quella domenica di settembre 1998 (o 1999, non riesco a essere più precisa), un mese prima dell’inaugurazione di Smau, allora il grande punto di incontro dell’information technology, per il quale ho lavorato quasi 10 anni. Il Papa nell’Angelus aveva parlato a favore del computer e del suo ruolo per il progresso della società.
Proposi al mio Presidente di allora, Enore Deotto, di scrivere una lettera al Papa ringraziandolo per le parole spese a sostegno di un settore in crescita e critico per noi e per l’economia. Mi misi al lavoro per scrivere la lettera più delicata della mia vita professionale. O almeno io la vedevo così.
Primo dubbio: come si scrive al Papa? Qual è il vocativo da usare?
Non volevo sbagliare. Telefonai quindi all’ufficio stampa del Vaticano pensando di stare in attesa per un po’ di tempo. Mi rispose subito una signora gentilissima che mi suggerì di scrivere al Papa come si scrive a una persona. Il Papa – mi disse – amava le lettere semplici e senza orpelli.
Ci pensai su e optai comunque per un “Sua Santità”. Il resto fu più facile. Quell’invito alla semplicità e alla forma diretta mi rimase impresso.
Nel giro di una settimana ricevemmo una risposta scontata forse ma semplice e affettuosa da parte di Joaquin Navarro Valls. Il Papa, attraverso le parole del suo bravissimo portavoce, si complimentava con noi e auspicava il successo della manifestazione. E così fu.
Tratto da Mariella Governo
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