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È necessario insegnare all’algoritmo che vogliamo contenuti di qualità

03/02/2021

Angela Tassone

Lo sostiene Federico Rognoni, TikTok Consultant and Creator, tra i 20 influencer italiani ad utilizzare il social network per fare cultura verso i giovani, intervistato da Angela Tassone.

Sempre più minori, costretti a restare a casa a causa delle restrizioni per la pandemia di Covid-19, passano la maggior parte del loro tempo sui social. Quello più utilizzato è TikTok. L’attività più frequente è quella di postare video che li ritraggono nelle attività più disparate: mentre si esibiscono in balli, canti o scherzi verso i componenti della famiglia. Questo ha fatto aumentare i casi di cyberbullismo e purtroppo quelli delle morti per le presunte Blackout Challenge. Abbiamo chiesto aiuto a Federico Rognoni, TikTok Consultant and Creator, per fare un pò di chiarezza. Federico è tra i 20 influencer italiani ad utilizzare il TikTok per fare cultura verso i giovani.

Qual è stato il tuo primo approccio allo strumento di Tik Tok?

Il primo approccio nel marzo 2019, avvenuto quasi per scherzo, facendo un video a torso nudo in palestra… vedendo quante visualizzazioni avevo ottenuto, ho capito subito la potenza del mezzo. La mia passione per il digital marketing ha prevalso e ho iniziato poi, da settembre 2019, a creare contenuti di carattere divulgativo per le giovani generazioni. Obiettivo: evitare che credano a tutto quello che vedono!

Come hai capito che sarebbe diventano un fenomeno comunicativo su cui puntare?

Quando ho capito che poteva essere anche altro e non solo il “social dei balletti”. Ho intuito la possibilità di utilizzarlo come strumento di divulgazione culturale. Infatti la maggior parte del mio tempo su questo social è impiegato per incrementare la tendenza #imparaConTikTok. Questo mi è valso il riconoscimento dalla stessa piattaforma per essere stato tra i primi influencer a creare contenuti di valore e mi è valso tutti i lavori con i grandi brand che ne sono arrivati e che seguo attualmente.

Quali sono i motivi che rendono TikTok il social preferito dai più giovani?

Per l’immediatezza e semplicità di utilizzo. Se ci pensate è stato così anche per Facebook: quando era una cosa nuova ha incuriosito, poi è stato esplorato, ma quando diventato troppo “pieno” i giovani lo hanno quasi del tutto abbandonato.

Come vivi il binomio creatore di contenuti/utilizzatore di contenuti su TikTok?

Si può dire che la mia fase “solo fruitore” è durata pochissimo! Subito dopo aver iniziato a pensare il canale come uno strumento di lavoro, mi sono appassionato a incrementare la tendenza #ImparaConTikTok. Proprio grazie a questo lo stesso social mi ha riconosciuto come tra i primi migliori content creator italiani.

Come si potrebbe, secondo te, sensibilizzare l’opinione pubblica, quindi sia adulti che minorenni al giusto utilizzo dello strumento?

Insegnando all’algoritmo che vogliamo contenuti di qualità! Ci tengo a precisare che, proprio perché conosco il social anche per motivi lavorativi, i video pericolosi, piuttosto che inviti che spingono i ragazzi a fare cose estreme solo per far salire i follower mettendosi alla prova, arrivano anche da altre piattaforme, come Whatsapp. I genitori hanno il dovere di controllare l’utilizzo che i figli minorenni fanno del proprio smartphone. Oggi è molto facile verificare la cronologia, il tempo di utilizzo e indirizzare la tipologia di contenuto visualizzato.

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