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14 luglio sciopero dei magistrati sulla riforma della giustizia. E i giornalisti?

29/06/2005

Dal sito dell'Ordine dei Giornalisti di Milano

RIFORMA DELLA GIUSTIZIA. Nel disegno di legge è fissato un principio ignorato anche dai giornali e che inciderà pesantemente sul diritto dei cittadini all'informazione: a legge approvata, i rapporti tra Pm e stampa saranno tenuti "personalmente" dal Procuratore della Repubblica."Tutte le informazioni sulle attività dell'ufficio dovranno essere attribuite impersonalmente allo stesso". I magistrati, "in contrasto con questa disposizione", saranno perseguiti disciplinarmente. Abruzzo: "Avremo un'informazione giudiziaria centralizzata. E anche reticente?" Milano, 26 giugno 2005. I giornalisti, come i magistrati, sotto tiro. Per quanto riguarda i giornalisti, il Parlamento è sul punto di approvare alcune norme, che mettono a rischio il diritto dei cittadini all'informazione e il lavoro dei cronisti. L'ultima tegola è rappresentata dalla riforma della Giustizia: il relativo disegno di legge "potrebbe essere riapprovato dal Senato - secondo l'agenzia Apcom - già martedì della prossima settimana". Il 14 luglio i magistrati italiani incroceranno le braccia contro un provvedimento ritenuto incostituzionale in più punti. I giornalisti resteranno a guardare? Non sono in ballo, con questa "riforma", le loro libertà fondamentali dimediatori tra i fatti e la gente?Suscita, infatti, pesanti perplessità anche di profilo costituzionale un passaggio, che riguarda i rapporti Stampa-Magistrati delle Procure della Repubblica. Il Governo è delegato ad adottare, entro un anno dalla data di entrata in vigore della legge, con l'osservanza dei princìpi e deicriteri direttivi di cui all'articolo 2 (commi 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7 e 8), uno o più decreti legislativi. Nell'attuazione della delega il Governo si atterrà ai seguenti princìpi e criteri direttivi:... "prevedere che il procuratore della Repubblica tenga personalmente, o tramite magistrato appositamente delegato, i rapporti con gli organi di informazione e che tutte le informazioni sulle attività dell'ufficio vengano attribuite impersonalmente allo stesso; prevedere che il procuratore della Repubblica segnali obbligatoriamente al consiglio giudiziario, ai fini di quanto previsto al comma 3, lettera r), numero 3), i comportamenti dei magistrati del proprio ufficio che siano incontrasto con la disposizione di cui sopra". Franco Abruzzo, presidente dell'Ogl, ha dichiarato: "Questa riforma della Giustizia, per quanto riguarda i giornalisti, è in netto e radicale contrasto con l'articolo 21 (II comma) della  Costituzione. La Costituzione disegna una professione giornalistica libera, non soggetta ad autorizzazioni e censure. Il ruolo "monopolista" assegnato dalla nuova legge ai Procuratori della Repubblica contrasta con questi principi. La visione del legislatore è quella del generale Cadorna, quando l'Italia era impegnata nella prima mondiale: i giornali erano obbligati a pubblicare soltanto i bollettini del Comando supremo; potevano, però, scrivere articoli di colore sulla guerra. I giornali saranno costretti a pubblicare soltanto quel che dice il Procuratorecapo della Repubblica novello Cadorna? Che accadrà se i giornali pubblicheranno notizie giudiziarie fuori dal canale ufficiale? Si apriranno inchieste a caccia del magistrato troppo loquace? Avremo un'informazione giudiziaria non solo centralizzata, ma anche reticente?"Tutte le informazioni sulle attività dell'ufficio del Pm - continua Abruzzo - dovranno essere attribuite impersonalmente allo stesso Ufficio. Che significa? I giornali dovranno censurare i nomi dei magistrati, che si occupano delle singole inchieste? E se ciò non dovesse accadere?".
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