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A Bologna prende corpo la Ferpi del futuro

01/02/2013

Con _Ferpi Talk_ il dibattito sul futuro della Federazione entra nel vivo. Secondo la Presidente Rutigliano, “l'iniziativa si inserisce in un contesto di riflessione e ripensamento del ruolo che tutti i sistemi di rappresentanza d'interessi oggi devono giocare, alla luce delle mutate condizioni storiche, economiche e sociali”.

Ferpi Talk si è aperto sotto i migliori auspici con la notizia, data dal Presidente, Patrizia Rutigliano, dell’iscrizione di Ferpi nell’elenco delle associazioni rappresentative a livello nazionale delle professioni non regolamentate, arrivata dopo un lungo iter, ufficializzata con decreto del Ministro della Giustizia, Paola Severino, di concerto con il Ministro per le Politiche Europee. Una notizia che si aggiunge a quella della recente approvazione della Legge 3270/2012, sulle professioni non regolamentate che delineano uno scenario nuovo per la Federazione e di conseguenza per i professionisti delle Relazioni pubbliche. L’evento di Bologna, di fatto, apre una nuova stagione associativa che porterà, entro brevissimo tempo, attraverso un’assemblea straordinaria ad un nuovo assetto della Federazione. Ferpi Talk ha registrato la partecipazione di tanti soci provenienti da tutta Italia che non hanno voluto far mancare il loro contributo al processo di revisione del modello associativo (oggi più che mai necessario). La giornata, organizzata nei minimi particolari dalla Delegazione Emilia Romagna, si è aperta con l’introduzione di Fabio Bistoncini, ideatore e deus ex machina di Ferpi Talk. E’ stata la Presidente di Ferpi, subito dopo di lui, ad avviare i lavori. “Ferpi Talk è nata con l’obiettivo di dar voce e ascolto alla base associativa, per riattivare modalità di confronto e di dibattito con il tempo andate perse o diventate asfittiche.” – Ha commentato Patrizia Rutigliano a conclusione dell’evento – “Ovviamente, l’iniziativa si è inserita anche in un contesto di riflessione e ripensamento del ruolo che tutti i sistemi di rappresentanza d’interessi oggi devono giocare, alla luce delle mutate condizioni storiche, economiche e sociali. Ferpi Talk ha rappresentato un inizio, che in qualche modo ha dato una scossa alla Federazione, ristabilendo un contatto diretto e francamente dialettico con i soci e facendo emergere limiti e possibili interventi correttivi, di cui evidentemente si dovrà tener conto. Ma è stato, appunto, un inizio. Parallelamente, si è compiuto il percorso normativo. Prima con l’approvazione del Disegno di Legge 3270 in materia di professioni non organizzate e poi con l’iscrizione di Ferpi nell’elenco delle associazioni rappresentative delle professioni non regolamentate. Iscrizione, questa, giunta a conclusione di un lunghissimo iter, iniziato pressoché contestualmente alla nascita della federazione, e che comporterà modifiche statutarie da sottoporre in assemblea straordinaria.”. Al ritmo di un intervento ogni 5 minuti, di cui diversi proiettati in video – secondo il format originale di Ferpi Talk – oltre 50 soci e alcuni non soci hanno portato il loro contributo su come dovrebbe evolvere la Federazione da un punto di vista organizzativo, su quali temi puntare, sul ruolo culturale l’aggiornamento e la formazione professionale
I temi del confronto
I contributi dei soci si sono sviluppati seguendo la strada tracciata dal documento La Ferpi che vorrei proposto da Fabio Bistoncini e approvato dal Consiglio Direttivo Nazionale del 12 novembre 2012. Non tutti i soci sono intervenuti sulle quattro aree tematiche individuate per avviare il confronto, e ogni socio si è fatto promotore delle sue idee sulla Ferpi del futuro.
Nessuno tra gli intervenuti ha voluto far mancare la sua riflessione sul “patto associativo”, cioè le ragioni del perché stare insieme e la riscoperta del “senso” associativo, così come grande attenzione è stata rivolta in tutti gli interventi alla necessità di ripensare il modello organizzativo e la governance della Federazione, ritenuta inadeguata ai tempi che stiamo vivendo. Confronto serrato anche sul “ruolo e la funzione degli organi statutari, le modalità di elezione dei vertici associativi e la loro durata”, su quello dei territori e sull’ aggiornamento professionale e la formazione. E se “partecipazione” alla vita associativa è stato il termine più ricorrente, assieme a quello di favorire il networking tra i soci, più di un socio ha posto il problema della quota associativa e dell’ipotesi di ripensare le categorie e i profili associativi. Nessun socio, tra quelli intervenuti, anche in video, ha voluto far mancare il suo contributo sull’importanza di contribuire attivamente alla vita della Federazione, posizione ben sintetizzata da Ketty Tabakov nel suo intervento: “chi partecipa riceve dalla Ferpi, chi non partecipa non riceve”. Un punto su cui è tornato anche il vice presidente, Giancarlo Panico. “Abbiamo bisogno di una community forte, la cui forza deriva dalla partecipazione e dal contributo, anche piccolo, di ogni socio, nelle forme più diverse: da un’iniziativa sul territorio ad un contributo editoriale per il sito o la newsletter, dall’impegno negli organi sociali a quelli nei gruppi di lavoro”.
I due provvedimenti normativi, la Legge 3270 e il decreto del Ministro, restano due punti fermi su cui ragionare e confrontarsi. “E’ evidente che l’iscrizione di Ferpi nell’elenco delle associazioni rappresentative delle professioni non regolamentate non debba ritenersi un punto d’arrivo. Semmai un nuovo inizio. Archiviarla come meri adempimenti richiesti significherebbe non cogliere l’opportunità di un vero e serio rilancio della capacità attrattiva della Federazione nei confronti dei nuovi e vecchi associati e del ruolo che Ferpi può assumere nella rappresentanza degli interessi della nostra professione. Ma starà a noi, e solo a noi soci, saper cogliere o meno questa opportunità”.
Ferpi Talk fa parte di un più ampio percorso avviato nei mesi scorsi dal Consiglio Direttivo Nazionale nato per rispondere al mutato scenario professionale e di mercato che richiede un modello associativo adeguato alle esigenze dei tempi ed è centrato su una grande campagna di ascolto. Negli ultimi decenni la funzione e la professione delle Relazioni pubbliche così come della comunicazione più in generale è cambiata radicalmente, assumendo, peraltro, un ruolo centrale e determinante nella governance delle organizzazioni. “Oggi, per la prima volta nella storia” – com’è emerso nel Mandato di Melbourne e vale la pena ripetere ancora – “l’accesso dei pubblici della comunicazione alla comunicazione stessa come protagonisti rappresenta la vera nuova sfida e allo stesso tempo un’opportunità per le relazioni pubbliche, le organizzazioni e per la società. Il nuovo scenario che si sta delineando richiede un nuovo mandato per le Rp e, più in generale, per la comunicazione”.
I prossimi passi
Positivo il bilancio dell’evento, secondo Fabio Bistoncini, l’ideatore di Ferpi Talk, che traccia i prossimi passi del progetto, di cui, vale la pena ricordarlo, l’incontro di Bologna è stato l’inizio di un percorso che dovrà portare alla revisione del modello associativo.
“E’ stato un bel sabato. Di discussione aperta, franca tra colleghi che si vogliono interrogare sullo sviluppo nella nostra associazione. Partiamo dai numeri meno dei 100 previsti ma comunque abbastanza con il giusto mix di esperienza e “freschezza”; tra di essi 6 contributi video individuali a cui si deve aggiungere quello “collettivo” della delegazione Piemonte. Meno dunque dell’obiettivo (del tutto personale) che mi ero dato (100 tra presenze e contributi). In linea comunque con la partecipazione alle assemblee non elettive della nostra Ferpi. Tutti gli interventi hanno coperto i quattro temi di discussione che avevamo individuato: il patto associativo. Le ragioni del perché stare insieme e la riscoperta del “senso” associativo, pilastri: il modello organizzativo e la sua governance. Il ruolo e la funzione degli organi statutari, le modalità di elezione dei vertici associativi e la loro durata; il ruolo dei territori; l’aggiornamento professionale e la formazione. Ora occorre capitalizzare l’impegno profuso da parte di tutti. Questa è la timetable che mi sono proposto e ho condiviso alla fine della giornata. Predisporrò in breve tempo un documento che riprende gli spunti e i suggerimenti di tutti gli interventi. Il documento verrà messo sul nostro sito per ulteriori integrazioni. Ovviamente il tutto verrà inviato all’esecutivo e al CDN per le loro opportune valutazioni. Le indicazioni che determinano una modifica dello Statuto si trasformeranno in ipotesi emendative dello stesso da discutere nella prossima assemblea straordinaria. Vorrei chiudere con il mio personale ringraziamento a tutti i presenti. E’ stata una faticaccia… ma penso che ne sia valsa la pena”.
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